VILLA SAN GIOVANNI – Di seguito il comunicato della candidata a sindaco Silvia Lottero: Ci sono voluti decenni e un sindaco come Accorinti, in grado di accompagnare per mano la Comunità dello Stretto verso una richiesta, quella di dichiarare lo “Stretto di Messina” patrimonio dell’umanità ma, alla fine, quest’area è stata sottratta definitivamente allo scempio.
Dopo averla sottratta alle lobbie del cemento, occorre ora mettere mano seriamente per restituire quest’area alla democrazia economica e garantire non solo l’effettività della continuità territoriale ma porre soprattutto fine ad ogni sistema monopolistico, che liberi la crescita e lo sviluppo, in condizioni ambientali di assoluta sicurezza per i territori.
Unendoci all’entusiasmo che ha accolto la notizia della sottoscrizione della richiesta di inserire lo Stretto tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, ci rendiamo però conto del grado di arretratezza in cui versano i territori e l’esigenza di dover correre ai ripari, presentando programmi e progetti che possano rassicurare le aziende del trasporto e attribuire una nuova vitalità ad ampie porzioni di territorio.
Non vogliamo rivangare gli errori che si sono commessi in oltre 40 anni e per questo abbiamo lavorato in silenzio, in questi anni, per garantire la predisposizione di un progetto, che tenga conto di tutti i soggetti istituzionali, che possa coniugarsi perfettamente con quest’area, anche sotto il profilo turistico.
Certo è difficile immaginare che operazioni di questo tipo, capaci di imporre alle società ferroviarie o di navigazione una inversione di rotta, possano essere imposte da chi tutto questo degrado lo ha determinato, garantendo, come successo per la “variante di cannitello”, al mondo intero di deriderci.
Oggi, di fronte ad uno scenario politico che si fa interessante di novità e che può vederci, insieme, cambiare le sorti di questa città e di questa terra, occorre uno sforzo ulteriore per rendere l’area ricca di novità politiche ed omogenea da un punto della dialettica, avendo bene in testa che ci muoviamo su un terreno minato dagli egoismi e dagli interessi del passato.
Abbiamo l’immane compito di avviare la più grande opera per quest’area, che è di garantire anche il diritto alla mobilità in un ambiente sano e protetto, che possa garantire il lavoro per tutti. Non quello precario, ma stabile e duraturo, il lavoro che consenta ai giovani di programmare il loro percorso di vita.
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