CALANNA. Inquinamento, sequestrati due impianti di depurazione

23 Maggio 2015
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depuratori sequestrai a calanna

Personale militare dell’Unità Organizzativa Polizia Giudiziaria della Capitaneria di porto, congiuntamente a personale militare del Lam (Laboratorio Ambientale Mobile) del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, ha proceduto, nella giornata del 18 maggio scorso, sentito il magistrato di turno della locale Procura della Repubblica, a porre sotto sequestro preventivo d’urgenza, due impianti di depurazione ubicati nel comune di Calanna nelle località “Centro” e “Villamesa”.
Più nello specifico, è stato accertato e verificato in flagranza, che i depuratori, erano in totale stato di abbandono da diverso tempo, invasi da folta vegetazione spontanea, inattivi e quindi, le acque reflue, senza subire alcun tipo di processo depurativo, si riversavano direttamente in un adiacente torrente affluente del torrente Gallico, creando pertanto danni al corso d’acqua superficiale ed all’eco-sistema marino costiero.
All’atto del sopralluogo, gli impianti non erano presidiati da personale preposto alla gestione e all’interno di alcune vasche presenti, sono stati rinvenuti fanghi solidificati e sabbie, circostanze riconducibili ad un non corretto smaltimento dei predetti rifiuti. Infatti, il responsabile dell’ufficio tecnico comunale non ha fornito alcuna documentazione inerente i registri di impianto, di carico/scarico rifiuti mod. A1 e i relativi formulari, violando pertanto quanto disposto dal testo unico ambientale relativamente all’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido nelle acque superficiali.
Il personale specializzato del Lam ha provveduto a prelevare i campioni di acque reflue che fuoriuscivano dalla condotta di uscita ai depuratori. Le analisi hanno confermato i superamenti tabellari previsti dal testo Unico ambientale per i valori di azoto totale, cod ed escherichia coli.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria Caterina Catalano, giusta richiesta di convalida del sostituto procuratore Sara Amerio della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha convalidato le attività eseguite dal personale della Guardia costiera, emettendo proprio decreto di sequestro preventivo dei due impianti, affidando al Dirigente dell’ufficio tecnico comunale, la custodia senza facoltà d’uso dei depuratori.

“La corretta gestione degli impianti di depurazione in generale, compreso il corretto smaltimento dei rifiuti ivi prodotti, devono essere gli obiettivi che ogni amministrazione pubblica deve perseguire, al fine permettere la corretta salvaguardia dell’intero ambiente sia fluviale che marino-costiero. In tal senso gli uomini della Guardia costiera, proseguiranno nelle attività di monitoraggio avviate negli ultimi anni per perseguire quel percorso di legalità che miri ad una prevenzione a 360° dell’intero territorio, in ossequio alle direttive della locale Procura della Repubblica”.
Durante questa attività di monitoraggio ambientale il personale della Capitaneria di porto ha usufruito del supporto tecnico della componente Lam (Laboratorio Ambientale Mobile). Tale componente trae vita da uno studio congiunto tra il Corpo delle Capitanerie di porto ed Ispra, mirato al potenziamento delle capacità operative della Guardia costiera nel campo della tutela ambientale. L’impiego dei laboratori mobili permette l’accertamento di potenziali violazioni che possano causare danni o situazioni di
pericolo per l’ambiente marino e costiero, competenza assegnata al Corpo dal D. Lgs. 152/2006.
I Lam sono coordinati dal Comando generale delle Capitanerie di porto e su richiesta dei Comandi marittimi vengono prontamente dislocati sul territorio per campionamenti ed analisi al fine di verificare le criticità ambientali segnalate. Grazie alla possibilità di raggiungere in maniera rapida l’area interessata e di ottenere i risultati delle analisi di laboratorio in tempi molto brevi, i Lam risultano adeguati per fornire risposte immediate in situazioni emergenziali. Al fine di certificare la qualità delle attività svolte e quindi rafforzare la valenza dei risultati ottenuti è stata raggiunta, come primo obiettivo, la certificazione secondo gli standard di qualità Uni En Iso 9001:2008. I laboratori sono gestiti da personale del Corpo diplomato/ laureato in discipline scientifiche.
Nell’organizzazione interna della componente operano due figure professionali: il Direttore, in possesso dell’abilitazione alla professione di Biologo, iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi ed il Tecnico di laboratorio.

I Lam permettono di individuare, in acqua dolce, di mare e reflue:

•Inquinamento da metalli e da altre sostanze chimiche;

•Inquinamento da sostanze organiche, derivanti da agricoltura, allevamento ed attività industriale in genere, che alterano il normale equilibrio dell’ecosistema marino;

•Inquinamento di tipo fecale, per mettere in evidenza eventuali malfunzionamenti di depuratori o ricercare scarichi illeciti.

I campioni prelevati, opportunamente conservati, vengono analizzati, secondo le procedure previste dalla normativa vigente in materia, direttamente sul Lam. Si usa la sonda multiparametrica per la determinazione dei parametri chimico-fisici quali pH, salinità, pressione, temperatura, quantità di ossigeno e conducibilità.
Sono svolte analisi di tipo microbiologico, tramite incubazione di piastre ad una determinata temperatura per 18/24 h, al termine della quale sono individuate le colonie del batterio Escherichia coli indicatore di inquinamento fecale. La colorazione violacea indica un elevato grado di inquinamento. Si effettuano analisi di tipo chimico, in provette con l’impiego di termoreattore e spettrofotometro, per la determinazione della concentrazione di azoto (nitrati e nitriti), fosforo (fosfati), zolfo (solfati e solfiti), Cod, metalli in tracce, cadmio, rame, ferro, piombo, tensioattivi (anionici, cationici e non ionici).
Al termine delle analisi vengono redatti rapporti di analisi in cui vengono descritte le risultanze ottenute in laboratorio.

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