di CONSOLATA MAESANO
VILLA SAN GIOVANNI – Proseguono gli incontri pubblici in vista delle elezioni amministrative del prossimo 31 maggio. Particolarmente attivo continua a essere il centrosinistra, che a ogni appello al voto fa coincidere la trattazione di un tema di sicura rilevanza per il futuro della città di Villa San Giovanni.
“Carta dei servizi e bilancio partecipativo- Cittadini protagonisti delle istituzioni”: questo il titolo del convegno svoltosi l’altro ieri al centro sociale Baden Powell.
All’incontro- organizzato dal Partito Democratico – hanno preso la parola il coordinatore del Pd Alberto Rappocciolo, il candidato a sindaco con la lista del centrosinistra “Villa Bene Comune” Cosimo Freno e Vito Crimi (Pd), attualmente consigliere di minoranza e candidato alla medesima carica con la lista di Freno.
Cosimo Freno ha spiegato come la carta dei servizi e il bilancio partecipato siano due importanti strumenti di democrazia, che permettono la partecipazione diretta ed attiva dei cittadini nella gestione della cosa pubblica e che mirano soprattutto a garantire agli elettori trasparenza e legalità amministrative e a creare un filo diretto tra cittadini ed istituzioni.
Vito Crimi ha illustrato nel dettaglio entrambi gli oggetti del dibattito: “La carta dei servizi serve a dettare gli standard qualitativi, la partecipazione del cittadino alla gestione ed all’erogazione di un servizio, serve a stabilire tempi e modalità con cui il cittadino può avere risposta delle richieste sulla gestione dei servizi, serve a dettare gli standard qualitativi di un servizio, per far sì che con un tavolo tecnico che può essere instaurato dall’ente la cittadinanza si possa sedere al tavolo con le istituzioni e possa discutere sulla bontà o meno di un servizio. Serve a valutare se l’amministrazione abbia operato bene o male”.
L’aspirante consigliere comunale ha poi evidenziato i meccanismi del bilancio partecipativo: “Esso si basa sulla possibilità per il cittadino di partecipare con uno strumento democratico all’attività di indirizzo che un’amministrazione può dare alle scelte economiche prese per la città, ma prima che esse vengano prese e non dopo. È uno strumento democratico di spessore. Alla base del bilancio partecipativo c’è il principio di sussidiarietà: il cittadino diventa responsabile, non può più dire ‘l’amministrazione sta facendo bene o sta facendo male’. Il cittadino diventa protagonista delle scelte di un’amministrazione”.
Alberto Rappocciolo ha criticato l’amministrazione uscente per la gestione della spesa, dichiarando che il team di La Valle “ha speso troppo e male”.
Seby Romeo, segretario provinciale del Pd e capogruppo del Pd al Consiglio regionale, ha parlato di una delle pagine più tristi della storia reggina, ossia il “Modello Reggio” e il caso Fallara.
Qualora i cittadini di Reggio Calabria avessero avuto la possibilità, tramite il bilancio partecipativo, di essere parte attiva delle scelte finanziarie dell’amministrazione di certo non si sarebbero ritrovati con un bilancio falsato e un buco di 170 milioni, in una spirale di spese folli per il cosiddetto “Modello Reggio”: dal milione di euro all’emittente radiofonica Rtl nell’estate del 2008, ai concerti dal costo di 360 mila euro.
Tramite il bilancio partecipativo è possibile evitare (nei casi più gravi, come quello reggino) reati come l’abuso in atti d’ufficio e falso in atto pubblico e il commissariamento: “I reggini pagheranno lo sfascio causato dall’amministrazione di Giuseppe Scopelliti per altri 17 o 18 anni” ha ribadito Romeo
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