di CONSOLATA MAESANO
VILLA SAN GIOVANNI – Incontro del direttivo regionale Federalberghi ieri presso l’Hotel de La Ville, alla presenza del presidente della Regione Mario Oliverio e del direttore generale dell’Assessorato al Turismo e alla Cultura della Calabria Pasquale Anastasi.
Nell’occasione, gli imprenditori del settore alberghiero hanno voluto lanciare una richiesta d’aiuto alle istituzioni regionali, affinché intervengano per risolvere le gravi problematiche che rischiano di mettere completamente in ginocchio l’imminente stagione estiva: dal crollo- nel marzo di quest’anno- del viadotto Italia a Cosenza, che ha causato un’interruzione dell’a-3 e un grave nodo nella viabilità; alla piaga dell’abusivismo alberghiero, che rappresenta un vero e proprio cancro per gli imprenditori onesti e con le carte in regola; agli scarsi collegamenti ferroviari e aerei.
Vittorio Caminiti, presidente regionale Federalberghi e consigliere e membro di giunta regionale, ha bacchettato le amministrazioni precedenti e la loro totale trascuranza:
“La politica ha sempre rifiutato un dialogo, negato un aiuto. Sono anni che parliamo lingue diverse: nove anni senza conoscere un assessore al turismo”.
Caminiti si è poi soffermato sul sommerso, sulle strutture abusive dei “furbetti”: “non abbiamo nulla contro i bed and breakfast, condanniamo però quelli che non rispettano le regole, quelle strutture alberghiere camuffate in b&b”.
In effetti, un bed and breakfast per essere tale dovrebbe- il condizionale spesso e purtroppo è d’uopo- secondo la legge avere una serie di caratteristiche: la saltuarietà e l’organizzazione familiare, l’assoluta mancanza di carattere imprenditoriale (ne consegue che- ai sensi della Risoluzione n. 180 del 14 dicembre 1998 del dipartimento delle entrate del ministero delle finanze- non è per essa richiesto il possesso obbligatorio della partita IVA da parte del titolare), l’alloggio degli ospiti nella casa del proprietario e non in altre strutture, un numero limitato di camere da affittare, l’obbligo di servire per la prima colazione esclusivamente cibi e bevande confezionati.
“Vorremmo fare turismo veramente, perché la Calabria ha capacità e risorse: uno studio ha dimostrato che in Calabria solo il 2,5% dei turisti di lamenta delle strutture alberghiere, mentre il 75% ha da ridire sulle infrastrutture e sulle condizioni del territorio” – ha affermato Caminiti- “La Calabria deve diventare una terra da vantare per il turista di ritorno dalle vacanze: l’ospite deve tornare orgoglioso, i commenti negativi ci stanno devastando. Dobbiamo dire che in Calabria si può arrivare”.
L’imprenditore si è poi soffermato sulla concretezza dei danni di una stagione nera: “Abbiamo già investito per questa stagione estiva: abbiamo già provveduto a fare le scorte e la spesa in vista e soprattutto abbiamo già assunto del personale qualificato e se non arrivano i turisti rischiamo perdite enormi”.
Ha poi preso la parola il governatore Mario Oliverio, che si è soffermato sulla vicenda del Viadotto Italia: “Il primo settore ad essere colpito dalla vicenda del viadotto è il turismo. Intanto c’è un danno di immagine oggettivo, poi c’è una difficoltà altrettanto oggettiva per il collegamento su gomma, che non è poca cosa per quanto riguarda la nostra domanda turistica, in quanto esso è prevalente per raggiungere la Calabria”.
Il politico ha poi parlato anche delle vicende successive alla caduta del viadotto, dall’apertura dell’indagine al sequestro della struttura, ai ringraziamenti pubblici al procuratore generale Mazzotta per il grande lavoro svolto in questi mesi, fino all’atteggiamento dell’ANAS: “Ne ho registrato una sostanziale inerzia. La Calabria andrà fino in fondo con la richiesta di risarcimento danni: i danni prodotti al nostro territorio, in modo particolare al turismo, sono notevoli”.
Tuttavia- ha precisato il governatore- “il problema non nasce ora, col crollo del viadotto: abbiamo accumulato nel corso di anni ritardi enormi”.
Oliverio ha sottolineato una serie di punti critici su cui intervenire per rilanciare il turismo in Calabria, in primis la perifericità della nostra terra: “Urge investire per un adeguamento strutturale. Intercettare flussi di domanda turistica dal paese, dal continente e dal mondo vuol dire creare le condizioni per la nostra raggiungibilità”.
È dunque conseguente a tale punto la mobilità: “Bisogna consentire a questa regione di investire nel trasporto aereo, ferroviario, anche attraverso la possibilità di usare risorse dell’unione europea per agevolare la mobilità: abbiamo anche chiesto al governo il potenziamento del servizio ferroviario da Roma a Reggio Calabria, valutando la possibilità di istituire un secondo treno freccia argento e abbiamo chiesto di potenziare anche il servizio aereo attraverso tariffe agevolate almeno per il periodo turistico”.
Infine, la Calabria deve scommettere sulla qualità: “Essa deve essere la rete della ricettività. Bisogna qualificare l’offerta nel contesto territoriale e su questo abbiamo ritardi e carenze. Urge mirare alla valorizzazione del patrimonio culturale e all’elevamento qualità dell’offerta, attraverso l’elevamento della formazione per quando riguarda la rete della ristorazione e l’offerta enogastronomica. Serve elevare la qualità dell’ospitalità più complessivamente: non c’è popolo più ospitale di noi, ma l’ospitalità è anche professionalità, capacità di offrire una qualità del territorio in modo diverso”.
Il tutto non può prescindere da una sana comunicazione: “Il brand della Calabria attualmente è assolutamente inadeguato. Non si eleva il nostro standard di qualità mettendo più gigantografie dei bronzi di Riace agli aeroporti di Milano: si recupera se si proietta e si costruisce una condizione per cui la nostra terra viene percepita e apprezzata per una condizione di ospitalità e offerta dei servizi di qualità, una capacità di fruizione della bellezze di questa terra”.
Il turismo non prescinde da tematiche quali i rifiuti e la depurazione dell’acqua, sulle quali il nuovo governo calabrese sta intervenendo.
Pasquale Anastasi ha concordato a pieno coi punti approfonditi da Oliverio e Caminiti, dal sommersivismo alberghiero-“noi non siamo contro i Bed and breakfast, purchè rispettino le normative”- alla vicenda del viadotto: “In Calabria l’83% del turismo è interno, soprattutto dalla stessa regione, dalla Campania e dal Lazio. Il turismo estero è solo del 17%: se esso perde il 2% non fa nulla, ma se il turismo interno all’83% perde dieci punti percentuali è una tragedia”. Anastasi ha auspicato una piena collaborazione della politica col mondo imprenditoriale: “dobbiamo costruire assieme. La politica deve assumersi delle responsabilità, perché se sbagliamo noi politici voi pagate coi soldi delle vostre imprese”.
Federalberghi ha poi presentato i membri del nuovo direttivo e ha espresso la volontà di avviare una class action per chiedere il risarcimento dei danni conseguenti alla caduta del viadotto Italia. Politica e imprenditoria hanno dunque assunto una forte consapevolezza del potenziale turistico della nostra regione: “Abbiamo una miniera d’oro tra le mani che aspetta solo di essere adeguatamente utilizzata e sfruttata”, per usare la metafora del presidente Oliverio.
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