REGGIO. L’Associazione Pagliacci Clandestini ospita la presentazione del libro “I Rom la razza ultima. Prigionieri di identità presunte”

2 Luglio 2015
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REGGIO CALABRIA – Giorno 3 luglio 2015 alle ore 18,00 presso la sede dei Pagliacci Clandestini sita in via Muratori 2/C verrà presentato il libro I Rom la razza ultima. Prigionieri di identità presunte, di Maurizio Alfano, edito da Aracne e pubblicato con il patrocinio di Amnesty International con la consapevolezza che questo tema, che implica ancora oggi in buona parte con il rispetto dei diritti umani, interessi sempre più, anche ognuno di noi. Saranno presenti oltre all’autore, Giacomo Marino e Emanuela Berlingieri per Opera nomadi Reggio Calabria, Santo Nicito e Giulia P. Serranò per l’Associazione Pagliacci Clandestini e Eugenio Naccarato per Amnesty International Calabria
Da mafia capitale, allo sgombero del campo Rom di Cosenza, una serie di atti discriminatori consumatisi anche nei campi di Scampia e Giugliano nel centro della terra dei fuochi, che mettono a nudo il fallimento di politiche pubbliche e di parte del cosiddetto privato sociale. Paradossalmente per questo, nessuno negli ultimi trent’anni, ha fatto meglio di Ceausescu in tema di inclusione dei Rom, condizione questa, che testimonia da sola, quanto vacue siano state finora le politiche propugnate nel nome dell’emancipazione dei Rom, e dall’UE da una parte, e dai singoli Stati dall’altra, che altro non fanno, all’interno di presunti progetti pro Rom, (ri)produrre in serie, in una sorta di catena di montaggio degli stereotipi, i Rom come gli schiavi culturali, e non solo, del terzo millennio. Vengono impiegate poi, risorse economiche in abbondanza per una comunità di minoranza, (tutta la popolazione italiana di origine Rom è inferiore agli abitanti dell’ottavo municipio di Roma) che hanno concluso i loro effetti però, nella riattivazione di neo processi di (ri)confinamento sociale. Per fortuna, nonostante la complicità a volte palese di parte del modo del privato sociale, che è cosa diversa dal mondo delle reti informali, delle associazioni, nonostante politiche pubbliche scellerate, appaiono sempre più stagliarsi all’orizzonte nella costruzione delle società del terzo millennio, talune comunità meticce, che recuperano come parte integrante al loro funzionamento interno, l’identità proprio, di uomini e donne Rom, così liberate finalmente dalla prigionia di un’identità presunta.

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