SANTO STEFANO. Exodus, il sindaco Malara precisa: «Richiesta debiti è un atto dovuto. Minoranza allergica al rispetto delle regole»

15 Luglio 2015
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Il sindaco di Santo Stefano Francesco Malara

Il sindaco di Santo Stefano Francesco Malara

SANTO STEFANO – ”Non abbiamo mai messo in discussione la bontà e l’importanza del servizio prestato dalla Comunità Exodus di Santo Stefano, ma riteniamo giusto, nei confronti di tutti i cittadini, che anche l’Exodus paghi al Comune il canone di locazione previsto da contratto”. E’ quanto afferma in una nota il Sindaco di Santo Stefano Francesco Malara.

”Quando ci siamo insediati abbiamo avviato una ricognizione dei beni comunali affidati in locazione, scoprendo, con grande stupore, che la Fondazione Exodus non paga il canone, fissato in circa 10mila euro annui, da oltre un decennio. La somma dovuta – prosegue il Sindaco – è di quasi 127 mila euro, una cifra enorme considerando le ristrettezze economiche nelle quali abbiamo trovato lo stato delle casse comunali, vessate dai festini e dai pesanti debiti contratti dall’amministrazione comunale uscente”.

”Proprio per questo – continua la nota del Sindaco – il responsabile dell’area tecnico manutentiva del Comune ha correttamente avviato un’opera di recupero dei crediti pregressi nei confronti della Fondazione Exodus. Un’azione formale e dovuta a tutela del bilancio del Comune, con la quale l’amministrazione ha chiesto di sanare la posizione debitoria. Nel caso in cui ciò non dovesse avvenire – spiega Malara – nel rispetto della normativa vigente, siamo stati costretti a comunicare l’impossibilità per il Comune di rinnovare, al termine della naturale scadenza prevista per aprile 2016, un contratto che non è mai stato onorato dalla Fondazione Exodus, che non paga il canone dovuto da oltre dieci anni”.

”Ci indignano le menzogne messe in giro dall’opposizione. Ci indignano le insinuazioni per le quali una procedura amministrativa che punta a sanare una situazione debitoria nei confronti della pubblica amministrazione, venga scambiata per un atto ritorsivo o persecutorio. La procedura amministrativa del recupero dei crediti non mette in discussione il valore delle attività di Exodus. Chiedere il rispetto del rapporto contrattuale tra la struttura e la casa comunale significa riportare nell’alveo della legalità una situazione anomala, sulla quale i consiglieri di minoranza avrebbero dovuto interrogarsi durante la passata consiliatura, quando erano al governo del Municipio ed erano tenuti ad intervenire. A questo punto siamo a noi a chiederci perché non l’hanno fatto, tollerando non sappiamo quanto volontariamente la situazione debitoria che oggi è causa dell’azione dovuta nei confronti della Fondazione. La verità palese – conclude il Sindaco – è che per anni il nostro paese è stato amministrato da una maggioranza allergica al rispetto delle regole. E lo dimostra l’attuale situazione delle casse comunali sulle quali siamo stati costretti ad avviare l’opera di risanamento. Da parte nostra continueremo ad agire secondo coscienza e nel rispetto dell’istituzione che rappresentiamo e di tutti i cittadini di Santo Stefano. E’ il primo passo verso la convivenza civile e la correttezza amministrativa. Questo si un esempio di legalità anche per tutti i giovani che negli anni sono passati dalla comunità Exodus e che proprio a Santo Stefano sono tornati a sorridere riscoprendo il valore delle regole e del rispetto per sé stessi e per gli altri”.

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