di FILIPPO FRANCESCO IDONE
VILLA SAN GIOVANNI – Villa San Giovanni è una città marinara e quindi ad alta vocazione turistica. Ma J.D., una ragazza villese, da quasi tre anni lotta con mille cavilli burocratici per un progetto finalizzato alla realizzazione di alaggio barche con annesso stabilimento balneare.
La vicenda inizia quando, visitando il sito del comune di Villa San Giovanni, la giovane viene a conoscenza di un bando per le concessioni demaniali marittime in conformità al Piano Comunale di spiaggia. In particolare, il bando (numero 117 del febbraio 2013) prevede l’assegnazione dell’area situata a Pezzo in via delle Grazie. J.D. partecipa all’avviso e lo vince, ma il risultato non porta a nulla. Infatti, ad aprile, l’allora sindaco La Valle emette un’ordinanza relativa alla zona assegnata, indicandola come area di cantiere. Provvedimento ancora in vigore. Ulteriore problema – sempre secondo quanto raccontato da J.D. – è la descrizione della concessione dell’area: nel redigere il Piano di Spiaggia, la relativa tabella parla di area solo stagionale e non annuale: mentre la normativa prevede sia l’annualità che la stagionalità. Questo errore formale viene evidenziato anche dalla Regione Calabria. Tant’è che, dopo varie trafile burocratiche, si rimedia grazie a una delibera di giunta.
Per la giovane aspirante operatrice balneare, però, l’attesa resta infinita. Il tempo passa, ma la situazione è stagnante. Il Comune per legge deve rilasciare l’attestato di assegnazione. Il 26 novembre 2014 la ragazza scrive a palazzo “San Giovanni” richiedendo l’inizio dei lavori. Lavori bloccati non solo dalle su citate problematiche, ma anche dalla presenza abusiva di barche, verricelli e svariati materiali. Nel frattempo, l’ufficio tecnico demanda con missiva al Comando dei Vigili per l’accertamento per lo sgombero dell’area. Ma solo nei mesi successivi, dopo numerose sollecitazioni della ragazza, i vigili urbani effettuano il sopralluogo e accertano che ci sono imbarcazioni e verricelli di ignoti. Così, a distanza di diverso tempo dal controllo, nelle scorse settimane arriva l’ordinanza di sgombero a firma del responsabile dell’ufficio tecnico comunale Francesco Morabito, che ingiunge a ignoti rimuovere e sgomberare entro 15 giorni le imbarcazioni ed i verricelli dalla predetta area demaniale e a ripristinare l’originario stato dei luoghi, con l’avvertenza che in caso di inottemperanza si procederà d’Ufficio allo sgombero coatto, ponendo tutte le spese consequenziali a carico degli inadempienti che risulteranno a seguito di successive indagini, con riserva di denuncia all’Autorità Giudiziaria.
Permane, comunque, l’impasse burocratica per l’attuazione del progetto. Un peccato, se si pensa a un progetto a impatto zero: struttura con integrazione di lamelle orientabili che servono per ombreggiare con integrazione di impianto fotovoltaico; serbatoio per raccogliere l’acqua piovana per le pulizie delle barche e per i servizi igienici e soprattutto una struttura adatta per i disabili e un pontile galleggiante, 800 metri di spazio sulla spiaggia e 3040 metri in acqua.
La ragazza, ad oggi, ha speso circa 6 mila euro per non aver nulla. Dopo 2 anni e mezzo, la stessa ha denunciato il fatto alla Procura della Repubblica per il danno subito. Un danno anche collettivo, dato che la zona è abbandonata a se stessa. D.J. oramai è rassegnata all’idea che il progetto non andrà mai in porto a causa di situazioni che potevano essere chiuse in pochi giorni.
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