«Per cambiare verso bisogna cambiare metodo». Chiude con la visione chiara del vicepresidente della Regione Calabria Antonio Viscomi la prima serata – la quarta dopo Scilla – a Cannitello di seaTOURING, patrocinata dalla Provincia di Reggio Calabria e dai Comuni di Scilla e Villa San Giovanni, promossa dall’associazione culturale Farcose e organizzata da Sabbiarossa Edizioni in collaborazione con Progetto 5 e il Network Touring. E cambiare metodo si può, basta volerlo, facendo perno sulla «responsabilità: di dare risposte, di fare bene», per utilizzare ancora il pensiero di Viscomi, ottimamamente introdotto da Francesca Moraci. La docente universitaria e componente CdA Anas non le manda a dire: «C’è stato uno shock di struttura. Oggi siamo di fronte a un cambio di urgenze, e potremo superarle solo se riusciremo a comprenderle fino in fondo, partendo dalla responsabilità (mancata finora), da una visione diversa del sistema Paese (che crescerà solo se crescerà il Sud) e dalla capacità di spesa: i soldi si sono spesi male, senza una visione, senza strategie a lungo termine». Quello che Viscomi definisce il «pensiero lungo».
Calabria: exit o restart? Le ragioni per rialzare la testa: un tema urgente, in perfetta sintonia con la riapertura della “questione meridionale”, oltre la lettura del rapporto Svimez «che non dice nulla di diverso da ciò che sappiamo da troppo tempo» (quei dati sono scritti nelle storie dei cittadini che incontriamo ogni giorno, ribadiscono Raffa e Falcomatà), quello scelto da Paola Bottero e Alessandro Russo per l’esordio su un Lungomare che si è riempito di un pubblico tanto numeroso quanto attento. Due ore di confronto oltre le parole, per individuare un metodo. «Che è quello di fare rete» come ha sottolineato Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria «al di sopra delle appartenenze politiche. E al di sopra anche del piagnisteo che ha caratterizzato la querelle Saviano-Renzi: che senso ha mettere il Sud al centro dell’agenda politica nazionale quando continua a non essere ascoltata la nostra classe politica, quando manca attenzione, quando ai proclami rispondono i fatti, con le Ferrovie dello Stato che investono l’88% al Nord e un misero 12% al Sud, e al lancio del premier sull’alta velocità sotto Napoli ha risposto subito Del Rio, dicendo che è impossibile perché ogni 100 km costerebbero 5 miliardi?».
Un dibattito intenso, sollecitato costantemente dalle provocazioni dei giornalisti Russo e Bottero: «Al Sud più che i soldi manca la politica, come è stato ribadito anche nella recentissima direzione del Pd». Nicola Irto, neo Presidente del Consiglio della Regione Calabria, non cerca assoluzioni. «È evidente che le prime responsabilità sono nostre. La nostra è una classe dirigente che tende ad autoassolversi, ma la situazione odierna è il frutto del fallimento degli ultimi 20 anni di governo regionale. Vogliamo continuare a volare a Roma con il cappello in mano, a fare la questua, o vogliamo studiare insieme una strategia di rilancio vera, senza demagogia, che individui un progetto politico in grado di dare risposte?»
Un dibattito da cui è uscita la ferma volontà di fare rete, di creare sinergie reali. Partendo da domande concrete, come le idee necessarie per rilanciare la Calabria: quelle di Francesca Moraci: «Quali sono i fondi e i progetti della città metropolitana per recuperare i fondi europei inutilizzati? Quali sono i progetti per la resilienza dei porti, visto che Genova e Venezia sono destinati a morire nei prossimi decenni per il collasso ambientale? Quali sono le idee per creare davvero patti sociali e politici per il futuro? Mi sono stufata di questa continua narrazione dell’istante, che non riesce ad offrire una visione, né idee concrete. Le uniche necessarie».
Parla di «questione meridionale 2.0» Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, sollecitato da una risposta sulla reale valenza di città metropolitana (pennacchio o opportunità?): «Siamo tra le 10 città nazionali scelte per questa nuova visione. Facciamo parte del 40% del Pil italiano: Reggio finalmente partecipa ai processi decisionali nazionali. Finalmente si è coscienti che alcuni fenomeni non hanno più solo valenza meridionale: penso alla gestione allegra degli appalti in Piemonte, per fare un esempio». E non manca un riferimento alla storia e alla cultura: «Qualche secolo fa questa terra è stata governata da re Italo: così saggio, comprensivo e lungimirante che in suo onore gli abitanti si attribuirono il suo nome. Da qui è nata l’Italia, e non è solo mitologia: è l’Italia ad aver bisogno del Sud, non viceversa».
Concreto e pungente Antonio Messina, sindaco di Villa San Giovanni: «Parliamo di bellezza, eppure i miei concittadini devono sopportare ogni giorno la visione del “muro del pianto”, quella variante per l’alta velocità e il ponte sullo Stretto che è bloccata sine die. Avevamo un accordo di Programma con le Ferrovie, del 2003. Erano 39 milioni di euro per la continuità territoriale, e ci stanno cacciando tutto. Stiamo combattendo per sbloccare un milione di euro di finanziamenti, ma Roma ci ingessa con la burocrazia. Come facciamo a parlare di competitività basata sulle opere infrastrutturali?».
Viscomi spiega le ragioni del gap: «Siamo sommersi dalle emergenze, non c’è un pensiero lungo, anche perché sono troppo brevi i cicli politici ed elettorali. Se chiediamo a un politico locale di chiudere gli occhi e immaginare il nostro futuro sarà difficilè avere risposte: non siamo riusciti a costruire strategie vere. E dall’altra parte c’è la tendenza a sentirsi sudditi anziché cittadini». È kennediano, il pensiero del vice di Oliverio: «Chiediamoci cosa facciamo noi per la nostra regione, non ciò che la Regione fa per noi. Responsabilità è la prima parola chiave. Partendo dal piano anticorruzione, vincolante, con monitoraggi costanti dei tempi di gara e un meccanismo automatico di allarme nel caso di ritardi; abbiamo aperto ieri un sito sulla trasparenza, per la piena accessibilità a tutti gli atti».
Urgenza di trasparenza a tutti i livelli, anche e soprattutto all’interno del Consiglio regionale. Il presidente Irto racconta le resistenze alla pubblicazione dei redditi, e fa pregustare quella che sarà una vera rivoluzione etica all’interno dell’astronave. Si parte dal 31 agosto, giorno di convocazione del prossimo consiglio. Urgenza di sinergie. «Effetto domino» come lo chiama Francesca Moraci: «Partiamo dalla mobilità, e decliniamo una vera logistica su città metropolitana, sistema portuale, alta velocità. Altrimenti non andremo da nessuna parte». «I nostri giovani sono cresciuti sulle code dell’A3» sottolinea il presidente Raffa «per questo è importantissima la nomina di Francesca in un posto strategico, al di là delle lottizzazioni».
Applausi continui, a sottolineare l’interesse per un fare condiviso.
In attesa di rivedere la serata sul digitale terrestre, canale digitale 655 di videoTouring, occhi rivolti al cielo per comprendere se sarà possibile confermare la serata che sta per arrivare. Salvo maltempo, l’appuntamento è sempre sul lungomare di Cannitello di Villa San Giovanni, alle 20 per la cena organizzata dall’associazione Luce dello Stretto, alle 21:30 per la quinta serata di seaTOURING, Sapori di mare e tesori enogastronomici: la sfida del mercato. Altro parterre du roi sul palco: Pippo Callipo, Mariaconcetta Tripodi, Carmelo Basile, Roy Biasi, Giuseppe Bombino, Francesco Cannizzaro, Pino Toscano, Giovanni Siclari, saluti di Antonino Bellantone e Aldo Boccaccio, incursioni di Benvenuto Marra e Giorgio Casella.
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