REGGIO CALABRIA – La presentazione del libro “Il Ribelle suo malgrado”, a cura dello scrittore sanrobertese Pat Porpiglia, fa tappa a Pentimele, presso la pizzeria-lido “Stella Marina”. L’appuntamento è per oggi, 26 agosto 2015, alle ore 19.30.
Di seguito alcune note dell’autore sull’opera:
INTRODUZIONE
A me sembra, a volte, andando a ritroso nel tempo con la memoria alla mia vita trascorsa di avere avuto diversi nuovi inizi esistenziali.
Ho l’impressione, persino, di essere stato durante l’arco temporale della mia esistenza tante persone in momenti e in luoghi diversi e lontani tra loro.
Questo non vuol dire che io abbia mai indossato delle maschere di pirandelliana matrice per compiacere, per accettare oppure per obbedire acriticamente le imposizioni, le ipocrisie, le convenzioni imposte da una società governata dal caso in un mondo in continuo divenire.
Assolutamente no! Mai e poi mai! Non mi sono mai prostituito mentalmente, né lo farò più alla mia età, come accade con sempre più frequenza anche a delle persone che ritenevo amiche e affidabili, per ottenere dei favori o dei vantaggi personali.
I miei nuovi inizi, che è anche il tema del mio romanzo “Il Ribelle”, sono sempre stati dettati da situazioni contingenti oppure per soddisfare delle esigenze mie personali volte a rafforzare e non a sminuire o a annullare la mia identità. E noi tutti sappiamo quanto importante sia per un essere umano avere una identità ben definita, senza la quale egli è stato paragonato ad una nave in un mare in tempesta, in balia del vento e delle onde, senza timone né timoniere, incapace di indirizzare la prua in una qualunque direzione.
1)DEFINIZIONE.
Il Ribelle è un romanzo appartenente al genere psicologico-intimistico. Qual è il carattere distintivo di questo genere di romanzo? Non c’è una trama ben definita, vasta, complessa, articolata e ramificata che si snoda razionalmente nel tempo e nello spazio. La storia è sostanzialmente costruita attorno ad un singolo importante episodio, attorno al quale, come in ogni genere di romanzo, interagiscono vari personaggi i quali, comunque, possono essere definiti completi in quanto crescono biologicamente, spiritualmente e culturalmente con il trascorrere del tempo e con l’evolversi degli avvenimenti. La trama ha una rilevanza volutamente secondaria al fine di fare emergere, in maniera chiara e distinta, i personaggi principali, soprattutto i coniugi Adele e Adamo, con i loro conflitti interiori,i loro stati d’animo, le loro emozioni, i loro sentimenti e le loro passioni.
2) Il ROMANZO E’ DIVISO IN 2 SEZIONI:
Nella prima sezione vediamo una sequenza descrittiva e narrativa che segue il tempo cronologico. Essa racchiude sia l’infanzia che la prima giovinezza di Adamo, il protagonista.
Nella seconda vediamo una sequenza psicologica; è quella legata alle riflessioni, alla comprensione dei fatti accaduti e alle prese di coscienza non soltanto da parte di Adamo ma anche della moglie Adele, al fine di comprendere se un nuovo inizio è possibile.
3) INFANZIA E FANCIULLEZZA RUBATA
Il protagonista del romanzo nasce e cresce in un piccolo paesino della provincia reggina e in un ambiente familiare super protettivo, dove la figura materna è dominante; questa ultima situazione gli impedisce di sviluppare un carattere forte e determinato. Sono i genitori, infatti, che continuano a prendere le decisioni più importanti della vita del figlio, come quando scelgono, senza tenere conto delle sue inclinazioni e desideri, la facoltà universitaria da frequentare o l’età giusta per sposarsi. Spesso i genitori usano i propri figli come strumenti per sanare le proprie frustrazioni. Attraverso i figli aspirano a raggiungere quegli obiettivi che loro stessi non sono riusciti a realizzare.
Adamo cresce tra i libri e il computer, mentre gli altri ragazzi della sua età traggono beneficio dalla strada, insuperabile insegnante di vita e di comportamento. Egli deve il suo comportamento debole e indeciso all’educazione sbagliata o quantomeno inadatta e ai traumi ricevuti in infanzia e in gioventù.
4) ALBERTO (Uno dei pochi amici)
Adamo ha pochissimi amici. Il suo migliore, si potrebbe dire quasi unico amico, è Alberto, il quale funge da tramite tra la sua solitudine e la società ingiusta, corrotta e impietosa i cui rappresentanti istituzionali si dimostrano spesso inefficienti se non inutili. Ne è un esempio il comportamento del comandante dei carabinieri al posto di blocco, il quale impiega un’eternità a consultare un volume di leggi per trovare l’articolo giusto per comminare una multa.
5) MATRIMONIO E LUCREZIA
Adamo si sposa all’età di 25 anni con Adele, la migliore amica della sorella Lucrezia. Quest’ultima, a differenza di Adamo, è come una indomita e selvaggia puledra che mal sopporta le redini e i recinti. Essa dimostra forza di carattere, coerenza e coraggio nel vivere la vita secondo le proprie idee, nella piena consapevolezza che esse fossero in contrasto con quelle della famiglia e del rigido, rispettoso e conservatore, mondo della provincia reggina. Lucrezia non ha bisogno di darsi una forma che la rappresenti stabilmente agli occhi degli altri, fatta di convenzioni, di ruoli familiari e professionali, di doveri e soprattutto dei giudizi e pregiudizi altrui, ai quali adattarsi per ottenere una riconoscibilità pubblica (assumendo, appunto, una o più maschere), fino al punto di non riconoscersi più
Lucrezia vuole vivere una vita senza condizioni o limitazioni imposte dall’esterno e, pertanto se ne infischia dei riguardi, delle maniere, delle ipocrisie e delle convenzioni sociali. Da persona intelligente e perspicace, comprende benissimo che il suo comportamento la porterà presto all’emarginazione e all’isolamento da parte della società se non addirittura ad uno sconforto profondo, ma l’idea di vivere la vita a proprio piacimento, senza dare conto e senza curarsi delle conseguenze, è incommensurabilmente allettante.
Raggiunta, pertanto, la maggiore età, non appena consegue una laurea in psicologia, abbandona, senza voltarsi indietro,il paese perché ritiene che “il fine ultimo dell’umana esistenza coincide con il raggiungimento del piacere sotto le più svariate forme”. Non esiste felicità senza il piacere.
6) NAUFRAGIO DEL MATRIMONIO.
Il matrimonio naufraga dopo 10 anni a causa dell’inaspettato, e puramente casuale, tradimento della moglie Adele con Alberto, il suo migliore amico. Spettatore casuale dell’infedeltà della moglie, Adamo accusa il colpo.
7) INIZIO DEL CALVARIO INTERIORE – PRIME REAZIONI ( RABBIA, CONFUSIONE, PAURE). Ricerca di aiuto a Don Cesare e a Lucrezia.
Si ritrova frastornato e arrabbiato Egli è l’emblema di qualcuno che pensava di essere arrivato sulla cima mentre invece si accorge di essere vissuto tra false illusioni. Questa realizzazione lo fa sentire completamente vuoto. “Non c’è niente di più doloroso e distruttivo della rabbia silenziosa che rimane confinata e recintata negli spazi ristretti del proprio essere”. La rabbia si trasforma in profonda frustrazione quando non trova una valvola di sfogo. Sente franare sotto i propri piedi il fragile equilibrio esistenziale che pensava di avere costruito con il matrimonio. Non sa cosa fare. Ritornano le ansie e le paure dell’infanzia. Egli dimostra tutta la sua debolezza comportamentale e decisionale nella sua quasi disperata ricerca di consigli, rivolta sia a Don Cesare, il prete del paese, che alla sorella Lucrezia.
8) PAOLO COSTABILE, il professore di filosofia ( la voce della ragione e la coscienza critica della società)
Ci sono degli insegnanti che diventano un punto di riferimento insostituibile . Il tributo affettivo nei confronti di quell’insegnante che ha lasciato un segno indelebile nella vita di un giovane si perpetua per tutta la vita.
Ad Adamo vengono in mente spesso le parole del suo professore di filosofia, Paolo Costabile, il quale ai tempi del Liceo, in varie circostanze, gli aveva anticipato il dolore e l’infelicità a cui egli sarebbe andato incontro a causa della sua debolezza caratteriale causata da genitori che non avevano incoraggiato le sue inclinazioni naturali. Il professore incarna la coscienza critica della società. La voce della ragione.
9) VAGGIO INTERIORE DEI PROTAGONISTI. QUALI RISULTATI DIVERSI
Il racconto procede nella seconda parte su due binari distinti. Inizia per Adele e Adamo un viaggio interiore che li porterà non soltanto a prendere piena coscienza, attraverso un percorso psicologico e emotivo, di loro stessi, debolezze e pregi inclusi, ma anche a progettare un futuro inimmaginabile fino a qualche tempo prima.
A) ADELE.
Non soltanto la vita di Adamo viene sconvolta, ma anche quella della moglie. Le reazioni, comunque, scaturenti a seguito della frantumazione del matrimonio sono diverse. Adele dimostra di avere una determinazione impensata e un recondito coraggio, che si rivelano superiori a quelli del marito e dello stesso amante. Lei risulta vittoriosa nello scompiglio causato da un menage a tre finito male; lei ne viene fuori vincente, infatti, in quanto acquisisce una reale consapevolezza del proprio essere e delle proprie recondite capacità. Mette definitivamente da parte i suoi residuali sensi di colpa, nel momento in cui realizza di aver affidato la sua vita nelle mani di persone sbagliate o inadeguate. L’acquisita consapevolezza delle incertezze, della vigliaccheria, della mancanza di classe del suo amante l’avevano profondamente amareggiata ma in compenso le avevano svelato delle verità e dei significati più profondi che l’avevano spinta a guardare oltre l’apparenza.
Adele è certa di potere costruire un nuovo inizio. Ella dice:
“Che colpa ne ho, se mio marito non è risultato all’altezza della situazione nella stanza da letto e se il mio amante, a lungo andare, si è dimostrato falso e pusillanime?”
B) ADAMO
Adamo, dopo un periodo di iniziale incertezza e confusione, riesce a comprendere senza mai comunque accettare le ragioni del fallimento del suo matrimonio, le quali erano state attribuite inizialmente solo ed esclusivamente alla moglie. Si rende conto che il loro rapporto si era inesorabilmente logorato a causa delle monotone consuetudini e noiose abitudini.
10) IMPOSSIBILE RICONCILIAZIONE
Non c’era alcuna possibilità di ricucire il rapporto coniugale, sia perché Adamo non riusciva a superare le limitanti regole sociali imposte da un provincialismo conservatore, sia perché Adele aspirava a cambiare la propria esistenza, che alla luce di quanto accaduto, era ora ritenuta monotona, futile e vuota.
11) STILE
Lo stile è scorrevole, sciolto, spigliato, brioso, vivace,energico, di ampio respiro, metodico, razionale nella sezione narrativa e descrittiva che segue il tempo cronologico
Lo stile è greve, pesante, irrazionale, confuso, disordinato, sconnesso, ripetitivo, incoerente e persino contraddittorio nella sezione psicologica. Esso riflette la mancanza di sicurezza, le paure, le indecisioni che popolano in maniera sparsa la mente del protagonista del romanzo.
12) CONCLUSIONE
“Il ribelle suo malgrado”. I protagonisti, Adamo e Adele, a seguito di un matrimonio finito male, hanno voglia, una volta fatta una profonda, e a volte, dolorosa riflessione, di iniziare una nuova esistenza. Anche se in maniera diversa acquisiscono una piena consapevolezza di loro stessi, attraverso la disamina degli errori pregressi, del proprio modo di essere. Ambedue sanno e vogliono partire da loro stessi, ora consapevoli della realtà sociale e umana che li circonda, lungo un cammino, che seppur faticoso, li dovrebbe condurre verso la realizzazione dei loro nuovi sogni.
12) BARLUME DI SPERANZA
Nei miei libri, anche quando gli argomenti trattati sono tristi, dolorosi e persino negativi, c’è sempre un barlume di speranza al quale i miei personaggi si possono aggrappare. Attraverso la voglia di fare, la determinazione e la risolutezza di mettersi in gioco essi riescono a soddisfare le proprie aspettative.
“Il Ribelle suo malgrado”, nonostante i tradimenti a cui va incontro il protagonista del romanzo, vuole essere un omaggio e un tributo all’amore e all’amicizia, questi meravigliosi sentimenti, senza i quali un essere umano è destinato a vivere un’esistenza vuota, insignificante e indegna d’essere vissuta.
Un libro che, secondo il mio modesto parere, dovrebbe essere letto da tutti ma soprattutto da genitori arciprotettivi e da mogli e donne insoddisfatte.
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