VILLA SAN GIOVANNI – Prosegue la lotta a difesa dei treni a lunga percorrenza (con annesse navi ferroviarie) e della continuità territoriale nello Stretto. Il piano delle Fs sarebbe sempre lo stesso, ovvero la rottura di carico e l’obbligo di traghettare a piedi scendendo dal treno e salendo su un mezzo di navigazione veloce. Futuro ancora in bilico per il “ferribotte”, ma in generale poche certezze sull’intero sistema trasportistico tra Calabria e Sicilia, tra questa e il Continente dunque. E allora i lavoratori marittimi di Rfi tornano a incrociare le braccia. L’ennesimo sciopero è previsto per giovedì 24 settembre dalle ore 9 alle ore 17, e vedrà in campo il sindacato Orsa e il movimento popolare #ilferribottenonsitocca. Anche Rfi ne dà comunicazione sul proprio sito ufficiale. Una nuova protesta per rivendicare, con l’hashtag #noivogliamotutto, treni veloci su navi moderne per la lunga percorrenza e un servizio efficiente con mezzi veloci per i pendolari dello Stretto. Nella stessa giornata a Messina si terrà un incontro aperto a cittadini, associazioni e rappresentanti politici. «Sarebbe un errore – afferma l’Orsa – illudersi che la grande manifestazione del 14 febbraio scorso abbia bloccato definitivamente programmi di dismissione di Governo e Ferrovie. Il diritto alla continuità territoriale dei siciliani è sempre in pericolo, con il nuovo orario ferroviario del prossimo dicembre – avvisa l’Orsa – torneranno a proporre la rottura del carico a Messina e Villa San Giovanni, prometteranno alta tecnologia sostitutiva, traghettamenti veloci (a piedi), tapis-roulant di ultima generazione, assistenza innovativa ai passeggeri a mobilità ridotta, ricchi premi e cotillon – prosegue con sarcasmo l’Orsa – ma il tutto si limiterà all’immediata soppressione di treni e navi per risparmiare sul diritto essenziale da garantire ai siciliani».
Il sindacato continua a rincarare la dose nei confronti dei vertici delle Ferrovie dello Stato, e dice la sua sulle ultime inefficienze che hanno riguardato il trasporto ferroviario: «Da giugno a oggi, Ferrovie ha operato per disincentivare l’utilizzo dei treni a lunga percorrenza con ritardi sistematici e condizioni dei convogli che farebbero inorridire l’utenza del terzo mondo. Il vero obiettivo è sospendere le sovvenzioni statali del servizio universale da e per la Sicilia ed è tutto pronto per l’ennesimo taglio ai diritti e alla dignità di una regione abbandonata a se stessa».
I rappresentanti dell’Orsa sono sempre più agguerriti e non intendono farsi convincere dalle rassicurazioni più volte giunte dall’alto: «Promettono l’alta velocità al Sud ma dietro l’angolo c’è altro: limitazione del diritto alla continuità territoriale; compressione dei livelli occupazionali; esuberi di personale; privatizzazione dei servizi essenziali». Insomma, i lavoratori dell’Orsa e il movimento #ilferribottenonsitocca non ci stanno e promettono battaglia.
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