SANTO STEFANO. La minoranza dimissionaria replica al sindaco: “Ecco le situazioni senza trasparenza”

27 Settembre 2015
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l'intervento di sonia romeo
SANTO STEFANO IN ASPROMONTE – Vogliamo, con mitezza, replicare alla risposta del 10 settembre del Sindaco di S. Stefano inviata a mezzo stampa, ancorchè la stessa, irritata, intempestiva, quanto incompleta ed inadeguata al tenore della lettera di dimissioni, trova ampio commento da se’.
Necessita però di un giusto ridimensionamento, ferma restando la riserva di azioni penali nelle sedi preposte, ove se ne configurino i requisiti. Non fosse altro perché non ci si abitui a credere di essere ” depositari ” e proclamatori ” di verità invece mistificate e francamente fuorvianti dalla realtà dei fatti.
Sappiamo bene di dovere il massimo rispetto al “plebiscito” citato dal Sindaco derivante dai numerosi residenti stefaniti che hanno dato validazione elettiva alla maggioranza di governo amministrativo.
La lista di candidati, poi esitata minoranza elettiva, ovviamente con il supporto dei congiunti (vorremmo ben sapere chi non l’abbia fatto!), ha richiesto il consenso dei voti come è fisiologico in una competizione, per certo, con modalità e metodi previsti dalla legge, pubblicamente ,nei limiti delle possibilità consentite, secondo i disposti normativi.
Non lo abbiamo mai dovuto nascondere, non ce ne sarebbe motivo.
Il numero raccolto è certo esiguo rispetto alle folle, ne siamo dispiaciuti per quello che avremmo potuto donare , ma ce ne facciamo e faremo una ragione, in nome della democrazia.
Noi non l’abbiamo mai discussa né la discutiamo la democrazia, la rispettiamo semplicemente. Da sempre.
Sono state e sono persone convinte di ciò che hanno fatto.
Intendiamo propedeuticamente chiarire che la minoranza, per disciplina di legge, non è legata a specifiche persone fisiche, a tempi e modi dettati dalla maggioranza. E’ anch’ essa, articolata da strategie politiche adeguate e decise in relazione alle situazioni che si presentano.
Ma veniamo ai singoli punti.
Un antico proverbio calabrese dice: “ Maggiu faci i jiuri e Giugnu si porta l’onuri”. Superflua la traduzione e la spiegazione concreta.
PISL, PUA, progetti sociali e di pubblica edilizia abitativa e stradale, vendita degli alloggi popolari, e finanche giostrine non sono opere di oggi. Sono eredità di pregressa , buona gestione amministrativa , che offre alla presente, siamo sicuri sarà analogamente efficiente ed efficace, il taglio dei nastri.
Pazienza se questo è fastidioso ma mistificato fardello per l’ Amministrazione attuale.
La verità storica ed oggettiva va accettata, non mistificata.
Palese la “gaffe” sulle motivazioni del mancato rinnovo contrattuale del Funzionario Socio Assistenziale. Basti esaminare il pubblico curriculum della Dr.ssa Quartarone : iscritta all’albo A delle assistenti sociali Specialiste ,CTU del Tribunale di Reggio Calabria, Laurea a pieni titoli ed esami, mediatore sociale e familiare , counselor pubblico. Dunque titoli pubblici e non privati appiccicati ed inseriti causalmente su curricula professionali, all’uopo. Titoli vagliati anche nel contesto di commissioni d’idoneità all’insegnamento nella scuola pubblica e su disabili e non .
Non certo commissioni approntate e composte da membri che “senza titolo” occupano posizioni di gestione dei pubblici servizi , venendo a conoscenza , con qualifica funzionale IV ( operatore amministrativo) o , peggio, non membri di consiglio comunale, , di dati sensibili e coperti dal vincolo di segreto d’ufficio .
Ma pazienza, questo è alla luce del sole, pubblicamente confutabile ed il popolo sovrano lo comprende bene!
Situazione Exodus: anche questo tema avrebbe richiesto un più accurato e migliore controllo delle fonti tecniche interne comunali , foriere invece di errori operativi consequenziali assai imbarazzanti .
Viene citata la relazione del Legale della Fondazione, unico atto invero notificato alla minoranza, con la lettera di accompagnamento relativa. L’ amministrazione ha infatti, omesso di notificare corposa parte del corredo documentale (relazione degli uffici tecnici, dell’ufficio tributi, relazione del Legale comunale) ne’ ad oggi, nonostante le ripetute richieste, é dato conoscerle. La reale situazione della sede locale della Fondazione Exodus è assai diversa, discussa altrettanto pubblicamente negli incontri recenti con la popolazione, per quanto risulti ,favorevole alla permanenza della comunità , per requisiti di liceità.
Ma anche di questo parleranno gli atti giuridici. Speriamo che in sede di consiglio prossimo del 02.10 .2015 l’Amministrazione possa, carte effettive alla mano, spiegarci veramente cosa e come succede!
Intanto per questa ed altre situazioni, ci si interroga dove risieda la trasparenza degli atti. Ad oggi il sito del Comune in tal senso è assai povero se non vacante del tutto .
Sulle oramai pedanti affermazioni che ci hanno voluto “discepoli” e “copioni” dell’amministrazione trascorsa, rispondiamo che la personalità istituzionale è come il corredo genico, non si può e deve rinnegare, si rimodella e si rinnova al meglio dell’evoluzione .
In relazione agli scritti anonimi paventati dal Sindaco; l’anonimato è antistorico, poco significativo ma pericoloso, spesso autoreferenziale, foriero di firma inconscia ed inconsapevole. I moderni mezzi della tecnica consentono facilmente di stanarlo. Dunque non ha motivo di temere il primo cittadino. Possiamo solo rimarcare e sottolineare, ove necessario, che per natura e formazione, siamo stati, siamo e saremo sempre aperti e franchi, siamo contrari alla codardia di chi si nasconde dietro l’anonimato. Egli sa bene che a noi non manca certo il coraggio dei pensieri, degli scritti, delle azioni e non dobbiamo certo provarlo ora.
Ultima consequenziale considerazione, non certo per importanza, ma per tracciabilità di memoria, la definizione che il Sindaco c’impone pubblicamente e per iscritto , di “sovvertitori della democrazia”. Ne risponderà nelle sedi opportune .
E’ evidente intanto che si ha scarsa dimestichezza dei codici e delle regole della libera dialettica politica. Dovremmo tutti meglio riflettere su ciò che abbiamo appreso nelle aule dove quegli insegnamenti ci sono stati offerti dai maestri del diritto e farne tesoro, per meglio proporci nell’arena pubblica e soprattutto nella quotidianità dei nostri rapporti sociali.
Facendo mente locale ad una regola imprescindibile: sono i nostri cittadini i primi referenti ai quali dobbiamo rendere conto degli atti che compiamo, che richiedono trasparenza e correttezza per evitare il rischio d’illegalità, prevaricazione e privilegi.

Il capogruppo e i consiglieri
della lista “ Insieme artefici del nostro futuro”.

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