Tromba: «Rimodulare il Decreto Reggio? Bene! Ma serve una strategia metropolitana»
Condividiamo l’idea del sindaco Falcomatà che il Decreto Reggio necessiti di una profonda rivisitazione, anche per i motivi da lui espressi nei giorni scorsi circa l’insostenibilità gestionale di alcune opere e l’inattualità di altre.
Intendiamo dare un contributo propositivo al dibattito che deve accompagnare questa fase, di grandissima rilevanza per la città.
Intanto ricordiamo che le opere finanziate con il Decreto Reggio presentano due “peccati originali”:
· mentre intervengono largamente in direzione dell’obiettivo del risanamento delle aree degradate, sostanzialmente non incidono sull’altro obiettivo del Decreto, quello dello sviluppo;
· sono concentrate nel Comune di Reggio mentre il Decreto dovrebbe avere un respiro più ampio.
L’occasione offerta dalla rimodulazione delle opere previste è importante proprio perché consentirebbe di superare finalmente queste due debolezze originarie.
Dice bene Falcomatà che il Decreto Reggio deve risolvere i problemi maggiormente avvertiti dai cittadini oggi e non rimanere fermi al 1989. Oggi Reggio è Città Metropolitana: questa è la più rilevante differenza rispetto alla Reggio di trent’anni fa, ed è con questa nuova prospettiva che occorre guardare al Decreto Reggio. E’ in questo modo che Reggio può assumere un ruolo guida rispetto a tutto il territorio metropolitano e fugare i sospetti di reggiocentrismo ventilati da più parti.
Altri aspetti fondamentali sono la rilevanza e l’efficacia attesa delle opere: continueremo a programmare fontanelle, e piazzette .? O si avrà il coraggio di scelte che cambino profondamente la realtà attuale?
Il Sindaco sa meglio di noi che dal momento del suo annuncio si è già preparato l’assalto alla diligenza: consiglieri comunali, organizzazioni più o meno lecite, professionisti sono già pronti a fare le barricate se non saranno soddisfatti i loro appetiti.
L’unico strumento che, a nostro avviso, il sindaco ha a disposizione per scongiurare questo rischio è il metodo: se la selezione delle opere sarà fatta a valle di un percorso metodologicamente ineccepibile, l’assalto alla diligenza fallirà.
Quale metodo? Quali strumenti? Quali soggetti?
Il metodo della partecipazione, al quale il sindaco ha timidamente fatto cenno, è il metodo vincente: a patto che sia una partecipazione vera, non una farsa per giustificare scelte fatte nel chiuso delle solite stanze.
Gli strumenti sono diversi e strutturati gerarchicamente.
A monte di tutto c’è il Piano Strategico: è uno strumento obbligatorio per la città metropolitana, da questo momento deve essere l’orizzonte di riferimento per le scelte di tutti i Comuni della Città Metropolitana, guardando anche alla sponda messinese. E’ nel Piano Strategico che vengono individuati gli obiettivi di sviluppo di medio-lungo periodo: è rispetto alla coerenza con il Piano Strategico Metropolitano e all’efficacia attesa che vanno valutate e selezionate le opere.
A valle del Piano Strategico le opere non devono essere concepite come interventi puntuali: devono seguire la logica dei Programmi Urbani Complessi: le opere del Decreto Reggio devono produrre un effetto moltiplicatore degli investimenti, diventando il volano di altre risorse, con il coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati, che intervengano in sinergia con gli obiettivi fissati dall’amministrazione nel piano Strategico.
Il Decreto Reggio ovviamente non può essere l’unico strumento per finanziare il Piano Strategico, ma certamente può concorrere alla sua attuazione, realizzandone una parte. Certamente occorre, però, mettere in campo competenze all’altezza della sfida, non certamente quelle che, ad esempio nella programmazione del PON Metro si sono dimostrate totalmente inadeguate.
L’amministrazione è sovrana e libera di individuare le competenze che ritiene più adatte per questo compito: ma perché non avvalersi di quei gruppi di ricerca della nostra università che hanno condotto esperienze citate in tutto il mondo? Deve valere per sempre il detto “nemo profeta in patria”?
Come Osservatorio C.M. “Edoardo Mollica” avvieremo a breve un percorso di animazione territoriale che speriamo di poter condividere con l’Amministrazione Comunale e con quanti vorranno partecipare: in questi casi non si può solo giudicare l’operato degli altri, riteniamo sia doveroso rimboccarsi le maniche e contribuire fattivamente al bene comune.
Enzo Tromba
Osservatorio per la Città Metropolitana “E.Mollica”
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