Il sindaco: «La migliore risposta alle sterili polemiche che non favoriscono la crescita culturale e sociale del nostro territorio»
Santo Stefano in Aspromonte – La stele di marmo dedicata ai giudici Falcone, Borsellino e Scopelliti e ubicata ai piedi di un albero del cortile dell Istituto Scolastico di Santo Stefano in Aspromonte, è stata riparata e ricollocata da un gruppo di operai specializzati inviati dall’Ufficio tecnico del Comune su richiesta del Sindaco, dott. Francesco Malara, dopo l’atto vandalico che nella notte a cavallo tra martedì e mercoledì ha portato ignoti a danneggiare la lastra di marmo realizzata per ricordare i giudici che hanno speso la propria vita a sostegno della legalità.
A commentare l’episodio il primo cittadino che, dopo aver denunciato personalmente già alle 7,30 l’accaduto ai Carabinieri del posto, esprime la propria indignazione parlando di «atto vandalico sul quale ci auguriamo sia fatta presto chiarezza, dettato dalla mancanza di senso civico e rispetto verso le Istituzioni».
«Riteniamo che la migliore risposta a simili gesti – dichiara il Sindaco – sia l’avvenuto e immediato ripristino di quello che a questo punto non è solo il simbolo della legalità nazionale ma anche della civiltà della nostra comunità, per cui non abbiamo inteso privarcene per nemmeno una sola giornata. Non solo. Siamo anche disposti – qualora qualcuno non avesse recepito il suddetto simbolico ripristino – ad una sua maggiore rappresentatività facendo una stele più grande e trovando una collocazione migliore sotto gli occhi di tutti, ad esempio nella piazza principale del Paese.
Ciò premesso, non è ammissibile l’atteggiamento di coloro che per motivi personali hanno provato a strumentalizzare tale questione auto investendosi di una assurda arroganza al fine di gettare discredito su un intero Paese che dovrebbe appartenere anche a loro o che comunque al momento li ospita. In noi è preminente ed è altissimo il senso dell’Istituzione ed essa in tutte le sue forme va rispettata e difesa – al di là delle beghe e degli interessi personali o politici, che in tali situazioni, andrebbero comunque messe da parte – da tutti coloro che tentano di infangarla, siano essi vandali o comunque disseminatori di odio e di illegalità travestiti da paladini di interessi che, nei fatti, sono solo personalissimi».
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