SCILLA. Castello, l’ex giunta smentisce il sindaco: «Altro che regalia o vendita, ecco come stanno le cose»

14 Ottobre 2015
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conferenza stampa ex giunta di scilla

SCILLA – «Eravamo convinti che la campagna elettorale si fosse conclusa il 30 maggio 2015 e che la maggioranza si sarebbe concentrata per governare il paese. Ci siamo resi conto, purtroppo, nell’immediato, che non è così e che l’amministrazione Ciccone ancora continua a fare una campagna elettorale denigratoria, accusando di comportamenti illegittimi l’amministrazione Caratozzolo e addirittura asserendo che la stessa avrebbe voluto vendere il Castello Ruffo a privati. Niente di più infondato e inesatto».
Accusata di aver di aver fatto «una porcata» l’ex giunta ribatte al sindaco Pasqualino Ciccone e dimostra, carte alla mano, che il recente allarme sulle sorti dell’antico maniero scillese è del tutto ingiustificato.
L’ex vicesindaco Loredana De Lorenzo e gli ex assessori Santo Perina, Antonio Santacroce e Giuseppe Bova difendono il loro operato e quello dell’allora sindaco Pasquale Caratozzolo, deceduto a gennaio scorso. Non escludono le vie legali per l’attacco ricevuto, ma intanto tengono a raccontare come sono andati i fatti.
Cominciano dall’inizio: «L’amministrazione Caratozzolo, sin dal suo insediamento è stata sempre attenta e scrupolosa e non certamente sprovveduta come l’attuale maggioranza intende far credere. Nel merito della questione, la stessa maggioranza ha partecipato, su invito della Regione Calabria, così come tantissimi altri Comuni calabresi, al Por Calabria 2007/2013, Asse V, risorse naturali, culturali e turismo sostenibile, finalizzato a promuovere lo sviluppo di interventi e azioni di valorizzazione dei beni culturali in Calabria, così come ha anche partecipato ai finanziamenti Pisl, Piani Integrati di Sviluppo Locale, beneficiando di finanziamenti consistenti che hanno riguardato l’intervento di riqualificazione del quartiere Chianalea per un importo di 500 mila euro; finalmente dopo più di vent’anni, l’adeguamento-completamento dell’Ostello della Gioventù per un importo di 1.930,000,00 euro e la Dorsale Verde per un importo di 600 mila euro.
Non ci saremmo aspettati – proseguono gli ex assessori – dall’amministrazione Ciccone delle lodi o plauso per questi risultati ottenuti, che adesso Scilla sta raccogliendo i frutti, ma unitamente alla popolazione di Scilla avremmo auspicato un pari impegno per la gestione e la concretizzazione ottimale dei citati obiettivi; invece, maldestramente, ha agito dando una lettura distorta e denigratoria all’adesione a un bando pubblicato dalla Regione di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, intesa soltanto per potenziare e migliorare i servizi al Castello. Altro che regalia o vendita del Castello a privati».
L’ex giunta, dunque, entra nei dettagli dell’adesione al Por Calabria: «L’amministrazione Caratozzolo, ben consapevole del valore inestimabile del Castello, ha pensato bene di disciplinare l’uso dei locali del Castello per eventi temporanei con adeguato regolamento approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 10 del 30 aprile 2013 e in forza del citato regolamento ha approvato con delibera di giunta n. 28 del 19 febbraio 2014, lo schema di accordo con la Regione Calabria, per la valorizzazione del Castello di Scilla, dando la disponibilità, così come specificato nella scheda tecnica di catalogazione beni da valorizzare, allegata alla stessa delibera di giunta, ad integrare l’attivazione dei servizi mancanti quali sito internet, prenotazioni on line, book shop, laboratori didattico-culturali e scientifici per eventi temporanei, guardaroba, promozione e comunicazione, sistemi di collegamento e trasporto».
Servizi nuovi, e quindi non sostitutivi di quelli già esistenti e forniti dal Comune, gestore dei locali del Castello in virtù di una convenzione col Demanio. Praticamente tutto il contrario di quanto sostenuto dal sindaco Ciccone. Che viene smentito dalla documentazione ufficiale fornita – e comunque disponibile pure sull’albo pretorio del Comune, tramite ricerca degli atti pubblicati – dall’ex giunta. Che mai ha inteso mettere in discussione il ruolo del Comune in seno al Castello. «Contrariamente a quanto asserito dall’amministrazione Ciccone negli articoli di stampa – chiariscono ancora De Lorenzo, Perina, Santacroce e Bova – l’amministrazione Caratozzolo, nella stessa delibera di giunta, inoltre, ha specificato che il Comune di Scilla sostiene le spese di funzionamento e garantisce la fruizione del Castello Ruffo di Scilla impegnando personale inserito nel progetto Lpu dell’Ente; che con deliberazione di giunta n. 106/2007 l’Ente ha aggiornato il prezzo di ingresso al Castello Ruffo e che la fruizione degli ambienti del Castello, che possono essere concessi per eventi temporanei, è disciplinata dal regolamento approvato con delibera di Consiglio comunale n. 10 del 2013; che detta disciplina contenuta nel regolamento per l’uso dei locali del Castello Ruffo di Scilla e per l’ingresso resta vincolante e inderogabile per l’accordo esecutivo sottoscritto con la Regione Calabria».
Gli ex assessori, quindi, rigettano le insinuazioni circa l’ammissione a finanziamento di determinati imprenditori locali: «Ci sono stati due avvisi pubblici della Regione, e la selezione è avvenuta durante il periodo di commissariamento del Comune».
Di certo l’accordo con la Regione vale sino a fine anno, e il sindaco Ciccone è libero di agire in discontinuità con i predecessori. Che anche per questo non comprendono tanto rumore per un accordo segnato da paletti ben precisi, nella massima trasparenza. Un discorso che sembra non fare una piega il loro, in considerazione del pieno riscontro che trova negli atti ufficiali che illustrano con dovizia di particolari le finalità e le modalità di attuazione dell’accordo tanto contestato da Ciccone.
Concludono De Lorenzo, Perina, Santatroce e Bova: «Non si rileva, pertanto, alcun comportamento illegittimo in capo all’amministrazione Caratozzolo, che ha operato nell’interesse generale di Scilla e nello specifico mirando al miglioramento e potenziamento dei servizi relativi al Castello Ruffo di Scilla e non certamente per come ha voluto interpretare il sindaco Ciccone, di vendita o regalia del bene ad alcuno».

fra.me.

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