CAMPO C. L’appello della Lega per la difesa del cane reggina: «Aiutateci a finire il nuovo rifugio!». A tu per tu con i volontari su randagismo e abbandono

17 Ottobre 2015
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di CONSOLATA MAESANO

CAMPO CALABRO – La Lega Nazionale per la difesa del cane è un’organizzazione in prima linea per la difesa e la tutela di cani e gatti, specie di quelli più bisognosi: come le vittime di abbandoni o maltrattamenti.
Si tratta di un’associazione omogeneamente diffusa sul territorio italiano, apartitica e privata: ne consegue che non riceve contributi pubblici e si sostenta unicamente col sostegno dei soci e l’impegno dei volontari.
Gli obiettivi della Lega Nazionale sono la sensibilizzazione della società verso i diritti degli animali e la lotta al loro abbandono.
I volontari, all’interno dei rifugi di proprietà dell’associazione o delle strutture da essa gestite, assistono quotidianamente migliaia di animali, occupandosi sia dei bisogni primari che di quelli sanitari: microchip, vaccinazione, sverminazione, sterilizzazione.

La sezione reggina della Lega del cane- l’unica realtà simile presente nel nostro territorio da oltre dieci anni- si sta prodigando nella creazione di un nuovo rifugio nei pressi  di Campo Calabro.
Quest’iniziativa ci è stata raccontata da due volontari, Daniela Bazzano e Roberto Germoleo: “La nostra associazione ha ricevuto in donazione un terreno di 7 mila metri, che si trova nella salita che porta a Fiumara di Muro. La maggior parte del lavoro è stata fatta ma serve un ultimo sforzo che un privato non può sostenere, ma un comune sì. Alla lega servono attorno ai 300 mila euro: tale somma equivale a circa la metà di quella che di solito viene spesa per tali strutture. L’organizzazione sta inoltre creando un progetto all’avanguardia e soprattutto a norma di legge. Il nuovo rifugio potrà ospitare 300 cani”, racconta Germoleo. Sua madre, Rosa Rogolino, è la responsabile della sezione locale ed è parte attiva nella gestione del vecchio rifugio comunale, che “essendo stato creato oltre 30 anni fa, dal dottor Bellantone, adesso verte in condizioni fatiscenti”.
La Lega sta lanciando diverse campagne di raccolta fondi per la nuova struttura, in primis il contest fotografico su facebook, come spiega Bazzano: “Gli utenti hanno la possibilità di caricare le foto dei loro amici a 4 zampe: le 12 più votate saranno selezionate per il calendario della lega, i cui ricavi finanzieranno il nuovo rifugio”.
Quella del calendario non è la prima iniziativa: “Attraverso il sito wegiveit è possibile effettuare una piccola donazione alla nostra realtà: dopo aver cercato l’icona della lega basta cliccare su “dona” e guardando un breve video pubblicitario è possibile donare 5 centesimi. Si può ripetere l’operazione 5 volte al giorno, donando così 25 centesimi”, inoltre “l’associazione giorno 17 si finanzierà tramite un’apericena in un locale villese, ricevendo parte dell’entrata”. La lega ha inoltre intenzione di coinvolgere le attività commerciali del territorio nella raccolta delle donazioni, trasformando prossimamente i negozi e i locali in punti dove i clienti potranno contribuire alla riuscita del progetto.

Strutture come quelle di Campo consentono di arginare le piaghe del randagismo e dell’abbandono. Si tratta di vere e proprie questioni sociali: “Il randagismo un problema collettivo, che riguarda tutti i cittadini, non solo gli animalisti”- spiega Germaleo- “La legge a riguardo è la n, 281 del 1991, “legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione di randagismo”. Vi sono inoltre diverse leggi regionali”.
La legge inoltre proibisce l’abbandono: “Abbandonare un animale è un reato”-ammonisce Buzzano- “Chi decide di prendere un animale deve ricordare che sta adottando un essere vivente che prova emozioni: il cane è il primo animale addomesticato dall’uomo, l’unico che muore per dolore”.
Per prevenire l’abbandono, la lega del cane promuove da sempre le adozioni consapevoli: in modo da accertarsi che chi adotta un animale sia affidabile e pienamente consapevole dei nuovi impegni da assumere.

I volontari hanno anche delucidato, con un utile vademecum, cosa fare nel caso di ritrovamento di un animale.
“Innanzitutto, pochi sanno che la responsabilità di un cane ricade sul sindaco del comune nel quale si trova l’animale. Va effettuata segnalazione ai vigili urbani (preferibilmente, in sostituzione si possono contattare le forze dell’ordine), i quali provvedono dunque ad avvertire l’ASP, che manda l’unità di accalappiamento. L’Asp manda poi il cane accalappiato in un canile sanitario, che provvede alla sterilizzazione e all’inserimento del chip. L’animale può rimanere nella struttura sanitaria per un massimo di 60 giorni, poi viene spedito in un rifugio. Si tratta di un servizio pubblico, l’Asp riceve finanziamenti per queste attività”.
Ma a Reggio Calabria c’è un problema: “Non vi è attualmente un canile sanitario: l’unico, quello di Mortara è bloccato. Salta il passaggio della sosta del cane accalappiato presso tale struttura: l’animale viene subito spedito ai rifugi”.

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