di GIUSEPPE BRIGANTI
REGGIO CALABRIA – Poco o niente si salva dall’amministrazione Falcomatà. E’ questo il parere di Enzo Vacalebre, leader di Alleanza Calabrese, che sabato 10 ottobre ha partecipato a “La Spallata”, manifestazione di protesta contro la giunta attualmente in carica.
Interpellato da Villa e Dintorni, Enzo Vacalebre ha confermato il giudizio emerso candidamente durante il sit-in di Palazzo San Giorgio.
Tra le accuse più gravi, quella di inettitudine. “C’è di base una incapacità amministrativa. Una cosa è fare proclami, un’alta cosa è scontrarsi con l’amministrazione di una città”. E’ però anche una questione di malafede: la scelta della giunta è stata quella di non occuparsi della maggioranza dei cittadini, ma di un gruppo ristretto. Ciò si evincerebbe, in particolare, dall’assenza di interventi in grado di contrastare povertà e disagio. “Hanno tralasciato tutto quello che poteva riguardare le politiche sociali. Hanno speso mesi e mesi nelle commissioni senza produrre niente che potesse dare una mano ai reggini. Rappresentano le esigenze di una piccola nicchia. Non è stato preso in considerazione ciò che interessava alla maggior parte dei cittadini”.
Le colpe dell’amministrazione Falcomatà non finiscono qui. Enzo Vacalebre, infatti, imputa alla giunta una ipocrisia di fondo, una certa difficoltà a far seguire i fatti alle parole. “Hanno fatto una campagna elettorale sulla legalità e sulla trasparenza e poi hanno regalato un pezzo importante della città, senza un bando, senza nemmeno una fidejussione bancaria”. Il riferimento è al caso Miramare, denunciato dalle opposizioni su segnalazione di Alleanza Calabrese, che ha alimentato il fuoco delle polemiche per alcune settimane.
Le colpe non sono solo di natura amministrativa, ma anche politica. Stando all’opinione di Enzo Vacalebre, la maggioranza si sarebbe macchiata di arroganza, in particolar modo nei confronti dell’opposizione. A questa sarebbe stata impedito in varie occasioni di esercitare la propria funzione. Il leader di Alleanza Calabrese punta il dito in particolare contro il presidente del Consiglio Comunale, Demetrio Delfino, reo di aver bloccato più volte la lettura delle mozioni. “La maggioranza non vuole il dialogo” conclude amaro Enzo Vacalebre.
L’intervistato sembra averne per tutti, ma non per le giunte di centrodestra che hanno governato la città per un decennio. Se va rivolto uno sguardo al passato, questo non deve fermarsi al 2011, anno in cui si sono insediati in commissari. “L’azione di governo si è interrotta per due anni. Reggio è stata uccisa dal Commissariamento” ha sentenziato Vacalebre, ripetendo un mantra particolarmente diffuso nel centrodestra reggino.
Ha riportato un altro mantra, che però riguarda non solo la Calabria, bensì tutta l’Italia: il no alle attuali politiche di accoglienza. “Si portano avanti politiche di accoglienza, quando ci sono famiglie che stanno molto peggio. Almeno i migranti viene garantito un minimo di assistenza”. La prospettiva è la solita, quella del “prima gli italiani”. Una prospettiva che tradisce l’appartenenza (sbandierata) di Alleanza Calabrese agli ambienti della destra-destra, confermata tra le altre cose dai “boia chi molla” intonati durante la manifestazione di sabato scorso.
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