VILLA. Passeggiando al confine con Scilla: da luogo d’incanto a via dell’amianto

di CAROLINA CARDONA

“La distanza da San Giovanni a Scilla è all’incirca di cinque miglia, ma sembra di gran lunga inferiore per il paesaggio pittoresco che costeggia quasi sempre il mare e si sviluppa tra siepi di cactus, di melograni e di aloè, dominati di tanto in tanto da qualche noce o castagno dal fogliame spesso, all’ombra del quale trovavamo più volte seduto un pastorello con il cane accanto, mentre le tre o quattro capre a cui badava si arrampicavano capricciosamente sulle rocce vicine o si sollevavano sulle zampe posteriori per raggiungere i primi rami d’un corbezzolo o d’una quercia verde”. Ecco come Alexandre Dumas, scrittore famoso per “I tre Moschettieri”, descrive il paesaggio che egli percorre a piedi nel 1835. Ne resta così incantato da raccontarne le bellezze nel libro “Viaggio in Calabria”, dando vita a una descrizione tra le più autentiche e piacevoli del mondo letterario. Questo accadeva però nel 1835. Che fine hanno fatto oggi le querce, i corbezzoli e l’aloe? Di recente, nel percorrere lo stesso tratto di strada, tra Villa San Giovanni e Scilla, località Santa Trada, sono stata attratta dai delfini che saltavano felici nelle acque del mare. Incantata, ho accostato l’auto e mi sono affacciata per ammirarne la danza … ma il mio occhio purtroppo ha catturato un’immagine orribile, dietro uno dei muretti che costeggia la statale lato mare: un deposito di amianto a cielo aperto e, sotto, il mare … quel mare che vedeva ballare i delfini … Che fine hanno fatto i corbezzoli? Corbezzoli!