VILLA SAN GIOVANNI – Il completamento della riqualificazione del litorale di Pezzo sembra una chimera. I lavori sono fermi da tempo e i residenti si chiedono quando potranno finalmente usufruire della costa. A lamentarsi sono soprattutto gli anziani, che durante l’abituale passeggiata mattutina sul lungomare Cenide osservano un quadro desolante, lontano anni luce da quell’opera annunciata in grande stile. Ma il malcontento è generale: pescatori, proprietari di barche e semplici cittadini sono sempre più scettici e indignati di fronte a questa situazione di stallo. Alcune persone del posto hanno dunque deciso di far risentire la loro voce attraverso una lettera a mezzo stampa, dal titolo “Punta Pezzo: l’eterna, ennesima incompiuta”. Di seguito il testo completo: «Un’opera marittima incompiuta, consegnata in luglio 2013 e ancora dondolante tra non si sa quali motivate attese. Nastri tagliati dal Governatore della Calabria in persona, codazzo di politici inadeguati, sempre da distinguere da quelli che veramente operano nel silenzio, allergici alle vetrine. La totale erosione delle spiagge, disordine per la nautica, assenza di posti di lavoro indotti e diretti, promesse da marinaio di calma piatta, e quando arriva il ciclone, scappano e abbandonano la nave. I lavori a P.ta Pezzo si sono affogati da oltre un anno e per colpa o merito di chi, anche qui, ha preso il largo… dipende solo dal punto di vista. Perché un lavoro si ferma? e soprattutto perché il cittadino non deve sapere che fine fanno i suoi sudati contributi? Due sono le cose: o i soldi non sono sudati o chi paga le tasse è così incolto e/o rassegnato da non esigere la rendicontazione della spesa pubblica, a prescindere dall’accesso agli atti, ma solo e soltanto per dovere civico nel far garantire il benessere attraverso opere di pubblica utilità. Tante le scuse che si sono ripetute sino alla nausea: non c’è la sabbia, è arrivata la sabbia, la sabbia si posa ma prima c’è il salpamento dei massi, si ma la sabbia c’è e non ci sono i soldi per trasportarla, perché prima si poteva avere gratis ma non era pronto lo stoccaggio in cantiere, oppure, si poteva portare ma non era ancora certificata, oppure ….basta!!! Ma c’era un progetto o una improvvisazione? E davanti al confessato imprevisto, come si comportano gli “specialisti”? Vengono pagati per incolpare o per risolvere il problema? Era meglio non iniziare, mormorano a ragion veduta, gli sfiduciati anziani del luogo. Ma allora stiamo sempre a dare la colpa a qualcuno, al prossimo, e dopo avere incolpato, aspettiamo la prossima estate per i prossimi capri espiatori? Forse sarebbe meglio che i nastri si tagliassero alla fine delle opere, tagliarli all’inizio non è un normale protocollo (se non quello di “intese sprovvedute”). La certezza è, l’incapacità a finire, tra la crema dei tecnici, pagati profumatamente da noi cittadini tutti, o almeno si spera, pronti con le penali e i provvedimenti di richiamo: ma la penale per chi lavorando confeziona errori c’è? Una eventuale penale sullo stipendio che prendono, proporzionata alle opere incompiute, non si può formalmente applicare? senza voler infierire e tramutare il danno con una ripercussione penale, non si potrebbe pensare ad una parcella, magari con il segno “meno” davanti, per “premiare” l’incapace, di turno? In questi frangenti pare proprio di no. La legge è uguale per tutti ma qui sembra esserci uguale solo la pacca sulla spalla e qualche scambio di battute… (tanto che te ne importa, alle 13 rientro, ma “si fissa” se ti fermi fino alle 14, andiamocene al bar, con e senza di noi la baracca pubblica va avanti lo stesso e i bagni a Punta Pezzo li faranno di sudore, cari pezzoti, a mare non si scende più. Tanto io ho la casa a Palizzi e tu? A Melito…fa un un pò di caldo ma li non ci sono cantieri). Impazienti attenderemo che il lavoro ed i “lidi migliori” riemergano, auspicandoci pure che anche questo tratto di mare non finisca come la passerella del Lido Cenide tramutata in colata di cemento».
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