CAMPO C. Consiglio comunale, la minoranza boccia il bilancio

28 Novembre 2015
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di CONSOLATA MAESANO

consiglio campo 1

CAMPO CALABRO – Non solo le notizie sui traguardi raggiunti di recente dall’amministrazione Idone. L’ultima seduta del consiglio comunale, iniziata con un minuto di raccoglimento per le vittime dell’attentato di Parigi, ha visto la trattazione di altri argomenti importanti. Durante le comunicazioni iniziali il presidente del civico consesso Antonio Calarco ha anche proposto una conferenza dei capigruppo, da riunirsi prima del consiglio. Il numero uno della massima assemblea cittadina ha quindi ribadito la necessità di dotare il consiglio di un regolamento: “Per farlo serve la commissione solo per la bozza del regolamento, formandola con un consigliere di minoranza, uno di maggioranza più il sindaco e il presidente del consiglio”. Non si è fatta attendere la replica dell’opposizione: “Passione civile ha indicato il proprio capogruppo, la maggioranza non l’ha fatto. Il comma 4 dell’articolo 13 dello statuto comune prevede che tale commissione vada comunque istituita in consiglio comunale, che vada messa all’ordine del giorno”.
L’assise si è poi concentrata sul secondo punto all’ordine del giorno: la ratifica della delibera della giunta comunale n. 85 del 23/10/2015. Tale atto prevedeva l’inserimento nella voce delle “entrate in conto capitale come contributi” della somma di oltre 180 mila euro, concessi dalla regione al comune per la realizzazione della Villa comunale e delle altre opere socio-assistenziali ed è stato approvato con 5 voti favorevoli e 2 astensioni della minoranza.
Sandro Repaci ha attaccato la maggioranza per la gestione del progetto della Villa comunale e per le spese: “I costi sono stati eccessivi: sono stati spesi 127 mila euro per le mura e le recinzioni e 11 mila euro per il verde. Si poteva spendere infinitamente meglio. Bisognava perimetrare dal punto di vista sociale e culturale. La popolazione non aveva bisogno di un’area verde, c’erano altre esigenze tranquillamente realizzabili con meno soldi”.
Terzo punto in scaletta la convenzione per la stazione unica appaltante (Suap): approvato nel 2010 per la durata di 5 anni, l’accordo è stata rinnovato dal consiglio con votazione unanime.
Pareri contrastanti, invece, in sede di discussione del quarto punto: l’assestamento generale del bilancio di previsione dell’esercizio finanziario del 2015. L’assestamento è regolamentato dall’articolo 175 comma 8 del decreto legislativo n 267/2000 (testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), che recita: “Mediante la variazione di assestamento generale, deliberata dall’organo consiliare dell’ente entro il 31 luglio di ciascun anno, si attua la verifica generale di tutte le voci di entrata e di uscita, compreso il fondo di riserva ed il fondo di cassa, al fine di assicurare il mantenimento del pareggio di bilancio”. Il bilancio è stato approvato con 5 voti favorevoli e due contrari, quelli dei consiglieri di minoranza Santoro e Repaci. L’opposizione ha difatti lamentato il modo in cui il bilancio è stato presentato nella forma, che la rende poco chiara ed ha inoltre lamentato i tagli alle prestazioni fondamentali: “Metodo, procedura, e documentazione rendono la disamina difficoltosa, non consentono di fare qualsiasi ragionamento o di controllo. Hanno tuttavia consentito la riduzione delle spese relative a servizi essenziali, quali istruzione, prevenzione, protezione civile”, ha tuonato Santoro.
E infine è arrivato il momento delle determinazioni sui servizi socio-sanitari. Si è verificato un qui pro quo: l’avviso del consiglio, a causa di un errore di trascrizione, riportava la dicitura “socio-assistenziali” invece della forma corretta (appunto, “socio-sanitari”). L’errore è stato fatto mettere a verbale e sarà convocato un consiglio comunale per trattare il punto.
Il consigliere di minoranza Repaci ha abbondato l’aula, in quanto reputa concreta la possibilità di un conflitto tra tale attività amministrativa e la sua professione di medico: “A mio parere il proseguo della discussione ed i suoi eventuali esiti potrebbero configurare un conflitto d’interesse con la professione di medico generico convenzionato con l’Asp. Per questo ritengo opportuno non partecipare alla discussione, chiedendone annotato il motivo”.

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