VILLA SAN GIOVANNI – Di seguito il comunicato stampa del consigliere comunale Massimo Morgante: Ci sono troppe domande che continuano a rimanere senza risposta sulla questione dell’acqua, così come troppe ambiguità su una appalto che costerà ai villesi qualcosa come 24 milioni di euro e senza nemmeno sapere il perché. Tutto all’insegna della trasparenza cui da tempo siamo abituati.
Avevamo, difatti, pensato che l’amministrazione comunale – e la politica – si volessero sottrarre solo alle domande contenute nell’interrogazione parlamentare ormai nota, ma ci rendiamo conto che questa assenza di democrazia e di rispetto verso questa città, rappresenti un modo di fare elevato a metodo di governo.
Probabilmente è per questo che le risposte, anche sulla questione dell’acqua pubblica, dovremmo trovarle lontano da questi luoghi, chiedendo anche l’applicazione di sanzioni serie rispetto a comportamenti di un’azienda che, ove non ne sia complice, ne risponderà ugualmente per le condotte aggressive da parte dei suoi stessi dipendenti.
Questo a prescindere da fatti ancora più circoscritti, che verranno segnalati nelle sedi competenti, che sono la manifestazione più evidente, non soltanto di una evidente violazione del “codice del consumo” ma anche una palese violazione del contratto stipulato tra l’ATI, che si occupa del servizio, e il Comune villese che sino ad oggi ha taciuto e quando non è rimasto in silenzio ha affiancato e sostenuto le attività aziendali.
Sin dall’avvio di questo scellerato progetto si era capito perfettamente che questa fosse più un’operazione economico-finanziaria anziché un’azione di efficientamento del servizio idrico. Tanto è dimostrato sin dal titolo di un project-financing che avrebbe dovuto riguardare la “Costruzione di un’infrastruttura volta a ottimizzare le fasi di adduzione e distribuzione dell’acqua potabile nel territorio del Comune di Villa San Giovanni mediante applicazione di tecnologie di gestione remotizzata di telecontrollo e tele lettura, attività di ricerca e riparazione perdite idriche e servizi integrati post-contatore” ma che nei fatti si è manifestata come infrastruttura “sul contatore”.
A questo si aggiunga una risibile obbligatorietà della sostituzione del contatore, anche in assenza del titolare, poiché la legge prescrive soltanto che i misuratori rispondano alle caratteristiche stabilite dal D.Lgs n. 22/2007 di recepimento della Direttiva 2004/22/CE del 31/3/2004 ma non impone un modello piuttosto di un altro ma solo che abbia marcatura CE e quella metrologica.
A fronte di questi “miglioramenti” e di quelli che verranno, con una città invasa da trasmettitori GSM sui quali un fantomatico “Osservatorio” sulla salute dovrà contare i danni, registriamo il mistero della sparizione di partner aziendali e proprietà Lussemburghesi di altri, che stanno turbando i sonni di una piccola e tranquilla cittadina che poi tanto tranquilla si sta accorgendo di non essere.
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