SANITA’. La proposta del comitato “Costa Viola”: bilancio sociale e di missione

9 Dicembre 2015
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silvana ruggiero

Entro la fine dell’anno dovranno essere nominati i Direttori sanitari delle Asp calabresi, il Comitato “Costa Viola” suggerisce al Governatore Oliverio di istituire l’importante strumento del Bilancio Sociale Sanitario e di Missione.
In campo sanitario è risaputo che occorre cercare di eliminare, o almeno di ridurre, tutti gli eventuali sprechi e, al contempo ottimizzare le risorse disponibili. Le Aziende Sanitarie non sono delle mere imprese di servizi finalizzate al conseguimento del massimo profitto e la sanità è formata da una pluralità di Aziende che operano sul territorio erogando servizi socio-assistenziali ai cittadini, quindi il loro principale obiettivo è quello di porsi al servizio della popolazione, fornendo servizi di qualità.
Le Aziende Sanitarie, in quanto pubbliche, devono operare, oltre che al servizio del cittadino, anche in piena trasparenza e correttezza proprio perché utilizzano risorse fornite, seppur indirettamente, dagli stessi cittadini, ottimizzando il più possibile i costi e garantendo contemporaneamente, l’efficacia e l’ efficienza dei servizi.
In questa ottica, a nostro avviso riveste una importanza fondamentale l’adozione del Bilancio Sociale e di Missione, bilancio che deve affiancarsi a quello d’esercizio proprio perché in Sanità coesistono due diverse “contabilità”, l’una inscindibile dall’altra: la prima deve rendere conto dei costi, ovvero della quantità di risorse consumate a fronte dei servizi erogati; la seconda è una rendicontazione, ovvero deve dar prova ai cittadini dei risultati ottenuti in termini di qualità dei servizi erogati e di impatto sulla loro stessa salute.
Il bilancio sociale e di missione sarebbe uno strumento, una sorta di cartina tornasole, per consentire di concretizzare uno degli aspetti più difficili nel governo delle aziende sanitarie, quello di rendere conto in modo trasparente e comprensibile ai cittadini, della qualità e dei risultati delle prestazioni erogate e delle azioni perseguite, vale a dire oggettivare quella specifica dimensione definita con il termine inglese non ancora tradotto in italiano di accountability.
Accountability significa sostanzialmente rendere conto del proprio lavoro e dei risultati, a chi sostanzialmente in qualche modo ci ha affidato la responsabilità
di conseguirli. E l’affidatario di questa responsabilità, se non persegue e raggiunge gli obiettivi affidategli, deve essere rimosso, proprio in ottemperanza al D.Lgs. n. 150 del 27 ottobre 2009 in attuazione della legge 4 marzo2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni. La predisposizione del Bilancio Sociale Sanitario dovrebbe richiedere non solo il coinvolgimento dei soggetti chiamati a elaborarlo, ma anche dei soggetti cui esso è rivolto, i c.d. stakeholder (principalmente cittadini, associazioni, professionisti).
Quindi potrebbe rappresentare anche lo strumento con cui l’Azienda comunica all’esterno le informazioni necessarie per l’instaurazione ed il rafforzamento di un rapporto fiduciario e di un dialogo trasparente, aperto e costruttivo con questi soggetti.
Questa forma di rendiconto sociale è, a nostro avviso fondamentale, per le Aziende pubbliche in generale ma ancor più per le Aziende sanitarie, le quali non avendo come missione la produzione di reddito, ma la produzione di servizi pubblici essenziali per la promozione, la tutela e il recupero della salute degli individui e della collettività.
La redazione del bilancio sociale sanitario non deve esaurirsi con la sua stesura e pubblicazione, ma deve seguire una valutazione dell’impatto dello stesso sugli
stakeholder, che verificheranno i contenuti e la funzionalità degli obiettivi. La valutazione può avvenire attraverso strumenti di feedback quali: questionari di
valutazione, interviste, focus group con alcune categorie di stakeholder, che comprendano le associazioni di categoria, il forum del terzo settore e tutti gli attori socio-sanitari, insomma la società civile, la collettività, che deve fare da audit sociale, al fine di introdurre eventualmente, strumenti continui di miglioramento e suggerimenti utili per la redazione delle edizioni successive del bilancio sociale. L’adozione del Bilancio Sociale Sanitario e di Missione è uno strumento civile e di rispetto verso i cittadini, che conosceranno eventuali cause dei piani di rientro, degli sperperi e dei loro colpevoli.

Silvana Ruggiero
(Portavoce Comitato per la salute “Costa Viola”)

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