VILLA SAN GIOVANNI – Oggi, domenica 17 gennaio, la chiesa cattolica celebra il culto di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali domestici.
In occasione di tale ricorrenza, presso il sagrato della chiesa Maria SS. di Porto Salvo di Cannitello, Padre Antonio Carfì ha impartito agli amici a 4 zampe una solenne benedizione.
Il religioso, nel corso di un’intervista, si è soffermato sull’inestimabile valore del rapporto tra l’uomo e gli animali: “C’è un scambio fortissimo di amore e d’affetto tra l’uomo e gli animali. I possessori di cani, di gatti e di qualsiasi bestiola vivono questo immenso rispetto nei loro confronti. I bambini che vivono nelle case con amici a quattro zampe crescono con un rispetto e una delicatezza d’animo particolari, sia nei confronti degli animali stessi che delle persone”.
Alla luce di questo fortissimo legame, la parrocchia ha organizzato la cerimonia: “Questo è il settimo anno consecutivo: è ormai una tradizione, che cade ogni domenica più vicina al 17 gennaio. La richiesta è partita da alcune parrocchiane. Pensavo di trovarmi davanti qualche cagnolino, invece mi sono trovato davanti una vera e propria foresta di animali”. La corposa arca di Noè non è mancata neanche quest’anno, con decine e decine di bestiole di tutte le specie: cani, gatti, uccelli, addirittura un cavallo.
Ma perché il protettore degli animali è Sant’Antonio Abate? “Il rapporto tra sant’Antonio e gli animali nasce già nel deserto, quando lui era abate” – ha raccontato il Padre. “Va segnalato un particolare interessantissimo della sua vita spirituale: i primi tempi era tentato da bestie feroci. Dopo alcuni mesi capì che quelle fiere in realtà non erano altro che delle forme di tentazione. Dopo aver acquisito tale consapevolezza, esse scomparvero completamente dalla sua vita.
Dunque, un episodio di dominio spirituale sulle bestie, che in questo caso sono simbolo del male.
È inoltre interessante notare come Sant’Antonio venga ritratto accompagnato anche da un maialino: secondo una tradizione antica, nelle maggiori città del nord Europa (soprattutto quelle sedi d’ospedali) c’erano dei maialini che venivano tenuti liberi. La loro carne era nutrimento per le persone ammalate. Da allora si sviluppò il culto, il rapporto di Sant’Antonio con le bestie”.
Le creature rivestono un ruolo fondamentale nella religione antecedente alla figura di Sant’Antonio, riscontrabile sin dalla Genesi: “Gli animali fanno parte dell’ordine della creazione, quindi sono creature di Dio. Certamente l’uomo è al vertice del creato e sarà l’uomo- secondo il racconto biblico della creazione a dare il nome a ogni animale. Ciò è segno del dominio, segno del fatto che l’uomo è chiamato ad essere amministratore del creato, ma è chiamato soprattutto ad esserne custode, ad averne cura”.
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