Dopo il terremoto causato dall’improvviso ed immediato spostamento del reparto oncologico dall’ex P.O. di Scilla a Reggio Calabria prima ed a Melito Porto Salvo poi, il Comitato per la salute “Costa Viola” è già all’opera per mettere in campo ogni tipo di azione giuridica e di protesta per tutelare i malati oncologici che come pacchi postali vengono spediti per il momento al Riuniti di Reggio Calabria, dove ancora non è stata attuata comunque una programmazione di cure dei neo malati/ospiti provenienti da Scilla.
Giuridicamente il Comitato si è affidato a dei legali con i quali si sta studiando l’opportunità di un ricorso al Tar per ottenere la sospensione del provvedimento a firma del Dott. Calabrò, sussistendo a nostro parere i presupposti del fumus boni iuris e del periculum in mora o comunque anche altre azioni in autotutela garantite dalla legge per capire l’immediatezza del provvedimento, stante che lo stesso puzza di scarica barile, perché suona come un atto estremo del Direttore del Dipartimento Ospedaliero, costretto ad emanarlo per mancanza di risposte da cui di dovere attendeva.
Sta di fatto che se l’ex nosocomio scillese non era idoneo ad effettuare terapie chemioterapiche, ci chiediamo perché tutto questo è stato permesso per anni con evidenti responsabilità di chi lo sapeva ed ha taciuto! A questo punto vogliamo conoscere cosa hanno riscontrato i Nas nella loro ricognizione presso il reparto oncologico dello Scillesi d’America? I malati oncologici, i medici e gli operatori sanitari sono stati esposti a rischi per la loro salute? Se il problema è solo quello della denominazione (da ospedale a Casa della Salute), questo è un problema superabile quando davanti ai decreti firmati nel passato-presente si contrappone prima la salute delle persone, come più volte detto, nella sanità basta umanizzare le leggi, ma prima è ovvio che devono umanizzarsi chi le legge li redige!
Chi sta dietro una scrivania, cosa può sapere cosa vuol dire fare fino a 100 Km per fare un ciclo di terapia e perché comunque da che il reparto doveva spostarsi a Gioia Tauro ora invece il tutto viene trasferito al Tiberio Evoli di Melito P.S.? Praticamente il bacino di utenza del tirreno nord non hanno un punto di riferimento dove fare le terapie antiblastiche! E se vogliono curarsi devono subire le scelte astruse di chi pensa di curare la gente con carta e penna, con delibere e decreti!
Il Comitato saprà difendere i diritti degli ammalati, già per settimana prossima è in programma una protesta che coinvolgerà le sigle sindacali (l’Ugl ha già manifestato la sua adesione) i comitati, le associazioni ed i pazienti con le loro famiglie!
In tutto questo frastuono di malumori, disagi, urla di rabbia, sorprende il silenzio dei sindaci locali, a partire dal sindaco Ciccone, che per primo avrebbe dovuto sentirsi derubato di un pezzo di cuore e invece non si muove foglie che coscienza non voglia!
Silvana Ruggiero – Portavoce Comitato per la salute “Costa Viola”
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