SCILLA. Ospedale, l’affondo di Silvana Ruggiero contro Ciccone: «Il suo fallimento non sarà mai anche il nostro»

30 Gennaio 2016
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Tanto tuonò…che finalmente piovve! E’ questa la metafora più consona per descrivere il fallimento di una parte della politica, che negli ultimi mesi aveva fatto proclami di fare proprio il problema dei malati oncologici ed ancor di più fingendo lotte per non far morire il già agonizzante nosocomio “Scillesi d’America”! Oggi il Comitato per la salute “Costa Viola” dichiara la morte celebrale del nosocomio scillese, così come viene conclamata l’inettitudine mentale di chi faceva e diceva le cose fin troppo facili per essere creduto, di chi ha messo il popolo da parte perché il problema andava risolto dalla politica, ignorando che la politica è l’arte di governare la gente, ma la vostra opera d’arte è sotto gli occhi di tutti i cittadini che da sempre avevano nello “Scillesi d’America” un punto di riferimento, una certezza per la loro salute ed una garanzia di cure immediate senza dover percorrere chilometri di autostrada e strade statali, prima di raggiungere un nosocomio.  La Determina n.100 del 25 gennaio u.s. del Dipartimento Ospedaliero e Ufficio Attività Tecniche e Gestione del Patrimonio ha dato seguito al DCA della Regione Calabria n.90/2015 con la quale si assegna all’Asp di Reggio Calabria la somma di € 479.149,44 suddivise nelle annualità 2013,2014 e 2015 per il potenziamento degli ospedali di Gioia Tauro, Polistena, Locri e Melito Porto Salvo che quindi hanno mantenuto le funzioni di ricovero per acuti e sancendo altresì il trasferimento dell’U.O. della Riabilitazione intensiva dall’ex nosocomio scillese al Tiberio Evoli di Melito P.S.. La linea progettuale n.8 (che ha dato il via a questa riorganizzazione), suona e rimbomba come un insulto per i cittadini del tirreno già quando viene definita la sua finalità, ossia a garantire il perseguimento dei LEA, ma il suo titolo è ancor più offensivo e indignitoso “Sviluppo dei processi di umanizzazione all’interno dei processi assistenziali”, ove il termine “umanizzazione” vorremmo tanto che si riferisse ad un processo introspettivo in cui ogni addetto ai lavori percorresse per rinsavire e ridare dignità allo “Scillesi d’America” ed ai suoi pazienti, vittime ingiuste di scelte politiche scellerate e di amministratori senza gli attributi! Mi verrebbe da chiedere al Sindaco Ciccone, cosa ha ottenuto indicendo a suo tempo la riunione dei sindaci per discutere del problema del nosocomio scillese? Ma si è reso conto che da quell’incontro, in cui ha detto più volte che la gente doveva farsi da parte, che l’unico primo cittadino che ha perso è stato proprio lui? E con lui tutti noi? Perché non si è fidato dei suoi cittadini e di quelli dei paesi limitrofi per lottare con loro, scendendo in strada, incatenarsi, attuare azioni estreme come lo sciopero della fame e della sete? Occupare lo “Scillesi d’America” quasi per tenerlo stretto a sè come una creatura cui la vogliono strappare alla propria madre? No, ha scelto la politica, la via più facile ma anche la più distruttiva, perché tutti i sindaci che hanno sfilato con lui a Polistena sono soddisfatti del potenziamento dei loro ospedali, rimasti tali, mentre l’ex ospedale di Scilla era l’unico incomodo, l’unico ad essere convertito per far rientrare il Piano di rientro! Un ospedale, così noi continueremo a denominarlo, che per la sua posizione geografica, per la sua storia, era l’unico che non andava toccato e che ha lasciato scoperto un vastissimo territorio dalla presenza di un presidio ospedaliero facilmente raggiungibile. Sig. Sindaco, il suo fallimento non sarà mai anche il nostro, avremmo preferito vincere e/o perdere insieme, ma lei ha scelto di perdere da solo ignaro di trascinare con sè la dignità di tanti pazienti ed il prestigio di un paese come Scilla! Ma sappia che anche l’abbattimento del muro di Berlino fu per anni un’utopia, per questo finchè ci sarà una, mezza, possibilità di dimostrare che è stato compiuto un attentato alla vita e alla salute di centinaia di persone, il Comitato con il mandato conferitogli dalle coscienze (non da una scheda elettorale), non si arrenderà ad essere considerati dai poteri astrusi “figli di un dio minore”! Nell’ultimo consiglio comunale ha ancora delirato dicendo che lavorerà affinchè la Casa della Salute di Scilla diventi un polo sanitario importante che dovrebbe essere connesso ai complessi “Riunini-Melacrino”, ancora continua a far credere l’incredibile! Poi da sottolineare le parole del consigliere Patafio che forse assuefatto di vedere i film di Sergio Leone ha auspicato che la Casa della Salute diventi una sorta di country hospital, comprensibile l’assioma considerato che ci troviamo nel far west della sanità!

Silvana Ruggiero (Portavoce Comitato Costa Viola)

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