di FRANCESCA MEDURI
SCILLA – Finisce al Tar la querelle relativa al castello “Ruffo”. Dopo il “no” del Comune all’avvio del progetto di “Welcome to Scilla”, la risposta dello stesso gruppo di imprese con un atto di diffida-messa in mora e la controreplica del sindaco Pasqualino Ciccone con la richiesta di un parere legale in ordine all’intera questione, la vicenda si accinge ad approdare nella competente aula del Tribunale amministrativo regionale di Reggio Calabria. A rivolgersi alla giustizia amministrativa, proponendo ricorso, è stata la costituenda rete imprenditoriale “Welcome to Scilla” +8, vincitrice di due bandi Por Calabria Fesr 2007/2013 per la valorizzazione dei castelli calabresi e, quindi, legittima beneficiaria di fondi per lo svolgimento di alcuni servizi all’interno dell’antico maniero scillese. Convinti della bontà del loro progetto e sbigottiti di fronte alla ferma opposizione dell’amministrazione Ciccone, dettasi pronta ad alzare le barricate per non lasciare il castello in mano ai privati, i rappresentanti di “Welcome to Scilla”, assistiti dagli avvocati Francesco Gurnari e Francesco Gangemi, hanno individuato nel Tar l’unica via possibile per far valere le proprie ragioni. Il ricorso è contro il Comune e nei confronti della Regione Calabria, e tende a ottenere l’annullamento della nota con cui il Comune bloccava la sottoscrizione degli atti necessari alla conclusione dell’iter inerente ai due bandi. La notifica del ricorso è arrivata a palazzo “San Rocco” appena tre giorni fa, ovvero il 2 febbraio scorso. E non si è fatta attendere la risposta della giunta Ciccone che, già il giorno dopo, ha approvato una delibera stabilendo di resistere in giudizio avverso l’azione proposta da “Welcome to Scilla” + 8. A tal fine, con la stessa delibera, l’amministrazione comunale ha nominato quale difensore l’avvocato Gaetano Callipo del Foro di Palmi. Insomma, la battaglia legale è appena cominciata. Alla fine, i due contendenti si scontreranno davanti alla magistratura amministrativa. Esattamente come si era profilato ai primi dello scorso ottobre, quando il sindaco Pasqualino Ciccone convocava una conferenza stampa per denunciare «un’operazione illegittima, compiuta senza tenere conto del regolamento del Castello e del fatto che nel Castello certi servizi vengono garantiti dagli lpu del Comune». «Una gigantesca porcata, decisa da un accordo opaco tra la precedente amministrazione e la Regione», continuava il primo cittadino contrastando fermamente l’iniziativa invece avallata dalla passata giunta Caratozzolo.
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