La notifica dei 24 avvisi di garanzia nei confronti di ex e attuali amministratori e dei dipendenti del Comune di Scilla, nell’ambito dell’inchiesta relativa alla dichiarazione di dissesto dell’ente, segna la pagina più buia della politica scillese e accende i riflettori su un modo scellerato, irresponsabile ed oscuro di fare politica.
E’ inaccettabile ed imbarazzante il silenzio annunciato sulla stampa dal primo cittadino, Pasqualino Ciccone, proprio da colui che ha avversato, in ogni modo, la dichiarazione di dissesto.
L’opposizione guidata da Pasqualino Ciccone ha sempre sostenuto che il dissesto finanziario dell’ente poteva essere evitato, si è opposta in modo feroce, sia nei consigli comunali, che con manifesti, conferenze stampe e quotidiani, alla dichiarazione di dissesto, sostenendo che non ci fossero debiti.
Gli ultimi accadimenti, invece, oltre a dimostrare che il Comune di Scilla era in dissesto finanziario, indicano le, probabili, responsabilità personali.
La dichiarazione dello stato di dissesto finanziario da parte dell’amministrazione Caratozzolo è stato un atto obbligato ed inevitabile, imposto dalla legge, una determinazione vincolata in presenza dei presupposti di fatto fissati dalla legge, espressamente previsti dall’art. 244 TUEL. Il dissesto finanziario dell’ente è stata l’unica soluzione possibile al disastro gestionale ereditato.
Anche nell’ultima campagna elettorale la questione del dissesto finanziario è stato motivo di battaglia politica; Ciccone, con tutta la sua coalizione, ha continuato a sostenere che il dissesto fosse inesistente, facendo far passare la terapia adottata (dichiarazione di dissesto) come la malattia.
Oggi che la vicenda del dissesto finanziario dell’ente assume rilevanza penale con l’avviso di conclusioni delle indagini, esprimo piena fiducia nell’operato della magistratura affinchè possa fare chiarezza sulla vicenda e possa individuare i responsabili dei gravi illeciti contestati, che hanno determinato lo stato di dissesto dell’ente, procurando danno ingiusto al Comune di Scilla, che in concreto significa enorme gravame economico a danno dei cittadini scillesi.
Ritengo che l’attuale Sindaco, per la netta ed errata posizione politica assunta negli anni su questa vicenda, non sia legittimato, politicamente, a rimanere in carica e dovrebbe rassegnare le dimissioni.
L’amministrazione in carica guidata dal Sindaco, Pasqualino Ciccone, rappresenta la prosecuzione politica dell’amministrazione guidata dall’ ex Sindaco, Gaetano Ciccone.
L’attuale Sindaco è fratello dell’ex Sindaco, Gaetano Ciccone; metà dei consiglieri della maggioranza attuale erano amministratori della passata amministrazione guidata dal Sindaco Gaetano Ciccone, rimasti coinvolti nell’inchiesta sul dissesto finanziario ed indagati per reati commessi nell’esercizio delle funzioni presso il Comune di Scilla.
E’ palese che tale situazione inficia la serenità dei lavori del consiglio comunale di Scilla ed implica conflitto di interesse proprio per il legame di parentela fra il Sindaco Pasqualino Ciccone e l’ex Sindaco Gaetano Ciccone. Anche in merito a questo conflitto di interesse, la maggioranza ed il Sindaco Pasqualino Ciccone hanno avuto la spudoratezza di definirlo legittimo!!!
Di fronte a questa situazione e’ evidente che il Sindaco in carica non possa rappresentare il Comune di Scilla, come istituzione, né la comunità scillese e i cittadini tutti, che sono persona offesa dei reati contestati nel procedimento, coloro i quali sono stati lesi, né possa agire per la loro tutela in modo incondizionato, nel pieno esercizio della funzione istituzionale, per come deve essere nel comportamento di ogni Sindaco.
Pasqualino Ciccone deve rompere il silenzio dichiarato e dimettersi dalla carica di Sindaco.
Avv. Loredana Delorenzo, consigliere comunale di “Progetto Scilla”
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