REGGIO. Asili nido solo per 2 piccoli su 100, Uil scuola denuncia: «Diritti negati per i bambini…in una città ad un metro di altezza..!»

22 Febbraio 2016
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Ci chiediamo se i bambini di Reggio Calabria hanno il diritto di essere ascoltati? Se hanno il diritto di ricevere risposte? Se spetta a loro il rispetto dovuto quali piccoli cittadini di questa città, ancora indifesi? Sono trascorsi oltre due settimane dalle nostre esternazioni pubbliche in merito al pieno utilizzo delle risorse assegnate dal piano di azione e coesione per i servizi di cura per l’infanzia, innescate principalmente dalla riduzione del finanziamento di €. 966.650,58. Si è passati, infatti, da €. 2.679.447,45 originariamente assegnati dall’Autorità di gestione con il secondo piano di riparto, ad €. 1.712.796,87 effettivamente finanziati a seguito del piano di intervento predisposto dall’Amministrazione Comunale con la collaborazione di ActionAid. Per il Comune di Reggio Calabria segnalavamo inoltre gravi ritardi nell’attuazione delle risorse finanziate, con livelli di avanzamento della spesa insufficienti e preoccupanti ritardi attuativi degli interventi programmati con il primo riparto sin da agosto 2014, con il concreto rischio della perdita complessiva di risorse destinate alla prima infanzia per 3.000.000,00 di euro. E’ perlomeno paradossale che ciò avvenga in una città in cui, attualmente, è assicurata una copertura di appena il 2.2 % dell’utenza potenziale, che significa che solo 2 bambini su 100 frequentano l’asilo nido, nel mentre la Legge 13 luglio 2015 n. 107, in campo nazionale, esclude i servizi educativi per l’infanzia dai cosiddetti servizi a domanda individuale e pone, quindi, un nuovo scenario che, finalmente, li rende istituzionalmente obbligatori. Certo i bambini non votano: ma anche per questo motivo chi li rappresenta nelle istituzioni ha il dovere di ascoltarli e promuovere i loro diritti. Oggi, cambiare questa città, significa anche riportare il diritto all’educazione, alla protezione sociale, ad ascoltare soprattutto i più vulnerabili, che devono diventare protagonisti centrali nelle politiche cittadine. E su questo che chiediamo risultati concreti e risposte all’amministrazione Comunale, ai rappresentanti istituzionali, ai consiglieri tutti, ai cittadini affinché attraverso un confronto, più tecnico e meno politico, si attui una programmazione efficace e costruttiva che porti al pieno utilizzo delle risorse finanziarie disponibili. E’ opportuno costruire un percorso attraverso i servizi educativi di Reggio Calabria, perché possano divenire frutto di una sinergica collaborazione tra Istituzione e cittadini, adulti e bambini, che attraverso i diversi ruoli, siano capaci di instaurare un processo di partecipazione e di costruzione democratica affinché si rafforzi l’idea che i nidi sono luoghi pubblici, progetto e risorsa della collettività, luoghi dove si educa e ci si educa. Ma a tutt’oggi tutti rimangono in silenzio, tacciano gli amministratori della nostra città, tacciono i consiglieri comunali, di maggioranza e minoranza, tacciano gli organismi di categoria, tacciano anche alcune associazioni di caratura nazionale che recentemente si erano titolate tutori del corretto utilizzo delle risorse assegnate dal Pnscia. Siamo rammaricati che i bambini non votino….. perché se potessero votare, dopo che qualcuno gli dirà che i loro asili non ci sono ancora, o che magari al mattino non potranno andare all’asilo insieme alla mamma o al fratellino, oppure che dovranno stare a casa con la tata o con un supporto parentale mentre avrebbero potuto socializzare con altri bambini, o che non potranno cogliere le opportunità educative e di esplorazione nell’utilizzo di adeguati spazi per la prima infanzia, darebbero il loro voto agli attuali Amministratori, Assessori e consiglieri comunali? Ma i bambini non votano, e quindi, qualcuno penserà, tutti questi problemi “li aiuteranno a crescere”!!! E così mentre gli asili delle città più progredite si interrogano su come innovare le metodologie educative noi non possiamo far altro che sottometterci alla legge delle priorità, che nel nostro caso, per quello che sin qui si è visto, non include certamente ai primi posti i bambini. Se 4.608 bambini, da 0 a 2 anni, da soli non possono ottenere strumenti di aiuto e di tutela adeguati e concreti è necessario che i grandi, responsabili dell’azione educativa, si impegnino a porre il tema delle future generazioni nell’agenda della politica e chiedano che i bambini siano riconosciuti soggetti a pieno diritto nel prossimo futuro della città. Un famoso pedagogo polacco Janusz Korczak sosteneva che “i bambini non sono un conoscente incontrato per caso, che si può salutare al volo, liquidandolo facilmente con un sorriso e un inchino. I bambini sono una grossa percentuale dell’umanità, della popolazione, della nazione, degli abitanti, dei concittadini…sono i nostri compagni di sempre. C’erano, ci sono e ci saranno”. La politica, le Istituzioni dovrebbero imparare ad ascoltare le loro voci e coltivare le loro speranze, essere capaci di doversi arrampicare fino ai loro sentimenti. Arrampicarsi, allungarsi, alzarsi in punta di piedi, innalzarsi. Per non ferirli. In assenza di azioni certe e di programmi precisi si continua, nel mondo della politica reggina, a parlare di infanzia in modo confuso, astratto, talvolta demagogico. Le emozioni determinate da qualche piccola e formale iniziativa portano i rappresentanti delle istituzioni a promettere soluzioni apparentemente immediate che troppo spesso vengono dimenticate quando il tempo cancella temporaneamente il ricordo. Manca, in effetti, la capacità di investire in una stabile e competente politica per l’infanzia. Se da una parte non ci sono conoscenze effettive sulla condizione attuale dei servizi dell’infanzia della nostra città, per carenza delle istituzioni che dovrebbero occuparsene, dall’altra le fonti pubbliche dichiarano che tutto va bene. Dietro questo apparente senso di responsabilità si cela invece la cronica incapacità di fare programmazione, la scarsa lungimiranza delle politiche di finanziamento, con un clima di sfiducia che caratterizza ormai il rapporto costante tra cittadini e amministratori. Riassumiamo tutte le preoccupazioni precedentemente segnalate: – il Comune di Reggio Calabria, allo stato attuale, non ha avviato alcune servizio per la fascia zero sei anni nell’anno educativo settembre 2014/giugno 2015; – ha compromesso parzialmente l’utilizzo di €. 654.865,47 per l’acquisto di posti-utente in strutture convenzionate (considerato la futura attivazione per soli 5 mesi); – si è visto ridurre il finanziamento del secondo riparto di €. 966.650,58; – rischia di perdere €. 534.548,74 assegnati per la ristrutturazione dei nidi comunali di Archi e Gebbione (da spendere entro giugno p.v.) e conseguentemente di non poter utilizzare €. 1.107.649,82 per l’avvio a settembre p.v. della gestione 2016/2017; – non ha ancora stipulato la prevista convenzione con le strutture accreditate e ha azzerato i relativi posti utente per l’anno educativo 2016/2017 (non garantendo così la continuità educativa agli attuali 77 iscritti); – non ha dato seguito ai lavori di adeguamento del nido Cedir, a seguito di prescrizioni dettate nell’autorizzazione condizionata in scadenza il 30 marzo 2016, con serio rischio di prossima chiusura dell’unico nido funzionante. Come per un triste destino, ogni volta che viene pronunciata la parola bambino seguono i più scontati dei discorsi. “I bambini sono la cosa più bella del mondo”, l’abbiamo sentita pronunciata ovunque questa frase, sigillata con un sorriso. Eppure dei bambini ci si dimentica continuamente; non votano quindi non contano. La politica ritiene di doversi confrontare solo con chi è in possesso di una scheda elettorale, con i bambini no, con il loro mondo, le loro esigenze in quanto cittadini. La Uil scuola ritiene che Reggio Calabria, per tutto ciò, resta per ora “una città ad un metro d’altezza ma solo sul livello del mare”, s’intende, e non a quello degli occhi dei bambini, che seduti nel loro passeggino o a piedi, guardano il mondo attorno a se, per esplorarlo, e per farsene, quindi, un’idea. Richiediamo che si avvii una visione strategica delle politiche dell’infanzia, attraverso un organismo consultivo con funzione di collegamento tra Istituzione e cittadini, per definire una cultura capace di trovare cittadinanza nel servizio educativo stesso e nel tessuto sociale che lo circonda, attraverso la partecipazione di tutti, un dialogo permanente con altri adulti che sostanzi l’idea di una servizio di cui tutti sono chiamati a sentirsi responsabili e interlocutori attenti all’azione educativa quotidiana. Attendiamo che gli adulti responsabili delle scelte e delle azioni di questa città si accorgano di loro che, se pur bambini, chiedono agli amministratori tutti, con il linguaggio che li caratterizza, di investire con priorità sull’infanzia e chiedono a tutti noi, adulti consapevoli, non in quanto politici ma quali responsabili del futuro dei nostri figli, di rafforzare un presidio stabile di controllo per il recupero dei finanziamenti e per aggredire nell’immediatezza i nodi ancora non sciolti per l’attuazione dei servizi per la prima infanzia.

UIL SCUOLA sezione paritaria e privata di Reggio Calabria

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