L’ANGOLO DELLA POESIA. “Cervelli in fuga”: tributo di Pat Porpiglia ai giovani italiani costretti a fare la valigia per costruirsi un futuro

24 Febbraio 2016
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di PAT PORPIGLIA

CERVELLI IN FUGA

Di sospiri intensi son le nuvole

Lontane spinte d’arido scirocco.

Fluttuano gracili i pensieri

Nell’aria stagnante sospesi.

Restare per impinguare  la noia

O spiegar le ali sulla speranza!

Difficili son le scelte

Se robuste son le catene dei bisogni

Se flebile è l’odore della libertà.

Pesante diventa la valigia

D’irrealizzati sogni ripiena.

Meglio di nostalgia soffrir

Che di delusioni perir.

L’orgoglio di coraggio alimenta il cuore.

Pigia la prode dignità

Sul sentiero di nebbia avvolto.

Via veloce e lontano da qui

D’alloro cingere la fronte di sudor bagnata.

********************

di Pat Porpiglia

A volte, io mi diletto a esternare i miei pensieri sotto forma di poesia, anche se sono cosciente di non avere le conoscenze tecniche per usare al meglio questa forma letteraria. Lo faccio  perché mi piace pensare che, con pochi versi, nel mio caso con poche righe, riesco ad esprimere uno stato d’animo, una sensazione, un sentimento che possa, essere condiviso. Una poesia, secondo il mio modestissimo e personale parere deve essenzialmente rispettare tre condizioni : creare, trasmettere e provare emozioni, in piena e assoluta libertà. Questo scambio tra chi crea – il poeta – e chi prova emozioni – il  lettore deve essere intenso e profondo. Se il messaggio o i messaggi presenti nell’opera di un poeta o uno scrittore riescono a raggiungere il cuore o la mente di un ipotetico lettore questo potrebbe essere un chiaro segno indicatore della valenza di una poesia o di un romanzo.  Una poesia è come un quadro dove un bravo pittore, con poche pennellate, in uno spazio relativamente piccolo, riesce a esprimere concetti universalmente riconosciuti. L’arte è sinonimo di bellezza in qualunque forma essa venga interpretata.

La poesia “Cervelli in fuga” vuole essere un tributo a tutti quei giovani italiani che , a causa di una cattiva situazione economica che ha colpito, negli ultimi anni,  il nostro Bel Paese, e persiste ancora, sono stati costretti, per mancanza di un lavoro,  a fare la valigia per recarsi all’estero, in quelle nazioni dove essi pensano di potersi costruire un futuro.

Il filo conduttore della poesia è dunque l’endemica disoccupazione giovanile che spinge  i nostri giovani migliori a partire. Per raccontare le condizioni sociali ed economiche e per mettere in rilievo i conflitti interiori, gli stati d’animo di questi giovani sarebbe stato necessario riempire una moltitudine di pagine, mentre al contrario un poeta può trasmettere il tutto con pochi versi.

L’ambiente socio culturale è  espresso dall“arido scirocco” che simboleggia non soltanto un’aridità ambientale ma anche e soprattutto interiore. I giovani sono disorientati “sospiri intensi” perché non riescono in quella “aria stagnante”  a intravedere un futuro florido di soddisfazioni.

I “giovani pensieri”, perché ancora gracili e verdi sono le spalle dei giovani, subiscono dei momenti di smarrimento, di indecisione, di difficoltà.  Cosa fare? Poche sono le alternative in una società che non riesce a soddisfare le esigenze primarie, cioè una decente occupazione ad un giovane laureato. Il dilemma è. “restare per impinguare la noia/ o spiegare le ali della speranza”. La scelta non è facile quando, i figli e i padri, non sono degli esseri liberi. La mancanza di un’occupazione, infatti,  priva un essere umano della libertà quando “ robuste son le catene dei bisogni” e quando “flebile è l’odore della libertà”.

Subentrano la rabbia, la frustrazione, la pesantezza mentale simboleggiata da “pesante è…….una valigia d’irrealizzati sogni ripiena”.

I giovani, grazie alla loro freschezza, intraprendenza e temerarietà hanno uno scatto d’orgoglio. Non vogliono rassegnarsi ad una condizione di sofferenze, privazioni e miserie. Questo è il punto di svolta della poesia. Essi hanno voglia di mettersi in gioco. Essi hanno voglia di appropriarsi della propria esistenza per ergersi ad artefici del loro destino. Essi sanno che la strada da intraprendere è piena di insidie “Meglio soffrire di nostalgia” ma sono altresì, coscienti che il rimanere con le mani in mano, li condurrebbe a “di delusioni perir”.

Il successo “d’alloro cingere la fronte di sudor bagnata” sorride ai sognatori e ai coraggiosi ecco perché essi, sorretti dall’”orgoglio” e dalla “dignità” scelgono il “sentiero” che seppur di “spessa nebbia avvolto” li condurrà alla realizzazione dei loro sogni.

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