VILLA. Esperti a confronto sull’olio extravergine reggino di qualità: ecco la ricetta per riconoscerlo e valorizzarlo

1 Aprile 2016
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A Villa San Giovanni, il 31 marzo, si è celebrato l’extravergine di qualità e conversato assieme a esperti, operatori e rappresentanti delle istituzioni sul futuro degli oli calabresi.

In questi anni si è fatto molto in termini produttivi per migliorare la qualità degli oli extravergini calabresi – attraverso un più razionale utilizzo delle tecniche agronomiche e dell’utilizzo di tecnologie per la trasformazione delle olive e conservazione dell’olio con l’intento di personalizzare l’identità del territorio in cui essi sono prodotti  e valorizzare l’importante riserva di biodiversità. Poco ancora si fa, invece, per informare in modo adeguato i consumatori affinché possano scegliere consapevolmente dinanzi alla vasta offerta di oli proposti dai mercati distinguendo extravergini calabresi di qualità tracciata e certificata – dalle enormi proprietà organolettiche, nutrizionali e salutistiche che ricerche mediche e scientifiche confermano di continuo – dagli altri oli ‘anonimi’ proposti a basso costo sugli scaffali della grande distribuzione.

È stata questa la comune considerazione,  emersa nel corso del Convegno dal titolo “L’olio extravergine: Si apprezza perché piace, si consuma perché fa bene. Impariamo a riconoscerlo!”  realizzato ieri, giovedì 31 marzo 2016, a partire dalle 11.00, presso il Grand Hotel de la Ville di Villa San Giovanni, nell’ambito della tradizionale manifestazione del Conasco – organizzazione di produttori olivicoli di Reggio Calabria – “Olio in Piazza”, patrocinata dal Comune di Villa San Giovanni, che anche quest’anno ha avuto l’obiettivo di far conoscere e apprezzare gli extravergini reggini di qualità.

In questa occasione di confronto, esperti, operatori e rappresentanti istituzionali hanno –  ciascuno per il proprio campo di competenza – analizzato  il rapporto tra olio extravergine di qualità e consumatore – in termini di gusti e apprezzamento dei caratteri organolettici e dei conseguenti comportamenti commerciali – insistendo sulla necessità –  nell’attuale contesto economico commerciale, in cui i nostri oli  si trovano a competere con realtà emergenti ed altre consolidate –  di un’azione sinergica di tutti i soggetti interessati della filiera olivicolo-olearia – che con l’utilizzo di adeguati strumenti di marketing siano in grado di portare gli utilizzatori finali a non accontentarsi di un olio acquistato a meno di 3 euro al supermercato – senza i requisiti polifenolici che fanno bene alla salute  – ma a stabilire un rapporto diretto con il produttore o frantoiano, meglio ancora con una cooperativa di produttori che con l’aggregazione dell’offerta può garantire la qualità certificata di extravergine con le caratteristiche organolettiche del territorio e della cultivar da cui esso proviene.

Il presidente della cooperativa, Carmelo Vazzana, ha asserito: «L’aggregazione di masse omogenee è l’unica strada percorribile per garantire la qualità certificata delle produzioni e l’immissione diretta nei diversi mercati locali, nazionali ed esteri, allo scopo di rispondere alle esigenze dei consumatori ed orientarli verso la vasta scelta dei nostri extravergini che presentano le peculiarità del territorio e della cultivar da cui esso proviene».

Come ha sottolineato nel corso del suo intervento Antonio Lauro, agronomo, capo panel e divulgatore ARSAC, «vi è ancora la tendenza a non operare una distinzione tra “olio d’oliva” ed “extravergine” nella stragrande maggioranza dei consumatori e di conseguenza se non adeguatamente formati rischiano di non saper distinguere produzioni di qualità dal resto che viene proposto. Il Conasco con i corsi per assaggiatori di olio, proposti annualmente ad operatori, produttori o semplici amanti dell’olio buono, sta cercando di cambiare questa tendenza perché assaggiare l’olio con tutti i nostri sensi ci deve richiamare alla mente sentori freschi e genuini, di un vero e proprio succo derivante dalla spremitura delle olive».

Dello stesso avviso anche Domenico Fazari,  produttore e consigliere Conasco delegato alla qualità, che ha, in particolare, parlato della necessità di coinvolgere le scuole nella formazione dei futuri consumatori di oli extravergini – allenando il palato e l’olfatto a riconoscere la qualità,  rivolgendosi in particolare agli studenti dell’alberghiero di Villa San Giovanni, presenti in sala.

Allo stesso tempo, come evidenziato dal Professor Marco Poiana, del Dipartimento di Agraria dell’Università di Reggio Calabria «così come è stato fatto per il vino, occorre avere una differenziazione dei diversi livelli qualitativi degli oli – extravergini e vergini di oliva- anche in termini di packaging che determinano una variabilità di prezzo che spesso incide sugli acquisti dei consumatori».

Una tendenza che, come ha dichiarato il Direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università reggina, Giuseppe Zimbalatti, si incomincia ad osservare anche nelle catene della grande distribuzione, che distinguono le produzioni DOP certificate dalle altre anche se occorrerebbe «parlare di più di oli extravergini calabresi –  perché nonostante la Calabria sia la seconda produttrice non tutti conoscono la vasta offerta disponibile – soprattutto in manifestazioni come “Olio in Piazza” che assumono grande importanza in tale direzione perché coinvolgono i consumatori, offrendo loro informazioni sulle caratteristiche che qualificano un extravergine – dalle tecniche agronomiche di conduzione, il grado di maturazione delle olive da raccogliere, il momento della molitura, etc – che nella maggioranza dei casi, proprio perché l’olio è un alimento e va ingerito, nel processo decisionale d’acquisto, valutano prezzo e notorietà della marca ma molto spesso sono ignari del prodotto che troveranno dentro la bottiglia».

Perché gli extravergini sono composti principalmente di acido oleico e polifenoli, composti antiossidanti importanti per mantenerci in salute e per prevenire molte malattie, come illustrato dalla dottoressa Monica Costantino, biologa, nutrizionista e docente in Scienze dell’alimentazione.

Anche il ruolo delle istituzioni è fondamentale per valorizzare e promuovere le produzioni di eccellenza del territorio, così come evidenziato tanto dal Sindaco di Villa San Giovanni, Antonio Messina «per sostenere i prodotti della nostra terra e la loro competitività nei mercati “globali”, anche con la realizzazione di infrastrutture che agevolino il loro trasporto e il ritorno alle genuine tradizioni del territorio», quanto dal presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, per il quale «occorre fare rete tra produttori per dare visibilità ai nostri oli – più conosciuti all’estero che dai nostri conterranei,  aprendo a processi di aggregazione – come il frantoio sociale di San Ferdinando del Conasco – per dare un nuovo impulso all’economia ed in particolare alla commercializzazione delle nostre eccellenze».

La giornata è stata anche caratterizzata da degustazioni guidate di oli tracciati presso lo stand allestito nell’area parcheggio, antistante l’hotel, di Viale Zanotti Bianco, a Villa San Giovanni.

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