REGGIO. Le Tauriensi, un patrimonio da non dimenticare: Italia Nostra l’ha ribadito con l’arrivo della quarta Maratona del Turismo ferroviario 2016

7 Aprile 2016
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E’ arrivata a Reggio Calabria la quarta Maratona del Turismo ferroviario 2016 Palermo-Pietrarsa (NA), organizzata da CO.MO.DO. Ospitati dalla sezione reggina di Italia Nostra, i maratoneti hanno potuto gustare un ricco Apericena presso il Dopolavoro ferroviario dopo un’ interessante conversazione sul recupero e la valorizzazione delle ferrovie tauriensi.

Com’è stato ribadito più volte nella serata, conservare la tratta storica, che da Gioia Tauro raggiungeva Cinquefrondi e Sinopoli, è fondamentale non solo per migliorare i collegamenti in una zona che possiede tutte le risorse per un futuro sviluppo turistico, ma anche per mantenere attraverso il valore della tutela e della conservazione l’identità storica del territorio reggino.

La Presidente della sezione di Reggio Calabria di Italia Nostra, Angela Martino, ha illustrato il percorso delle ferrovie tauriensi, che attraversavano, oltre ai grandi centri della Piana di Gioia Tauro, borghi suggestivi  e piccoli centri dell’Aspromonte che, ancora oggi, custodiscono opere artistiche di grande pregio, poco conosciute e valorizzate, e un’economia artigianale depositaria di antichi saperi, che dovrebbe essere tutelata e incentivata. Il ripristino di questa linea ferroviaria potrebbe, quindi, incidere positivamente su quest’area togliendola dall’isolamento e favorendo la conoscenza di un patrimonio paesaggistico e culturale millenario: dalla Woodwardia radicans, rara felce gigante, la cui origine risale al periodo Terziario, presente nel territorio di Cinquefrondi, alla grotta di Sant’Elia Speleota a Melicuccà, alle sculture del Cinquecento di Seminara, al Parco Archeologico dei Taureani. La presenza degli amministratori del Comune di Cinquefrondi all’incontro testimonia proprio l’interesse del territorio a proteggere e valorizzare un bene che ancora può essere utile a tutta quanta la comunità.

Angela Martino ha ricordato, inoltre, che la sezione di Italia Nostra di Reggio Calabria ha condotto in passato tante battaglie per la salvaguardia delle Linee Taurensi e che nel 2011 aveva anche  sottoscritto un protocollo d’intesa con le Istituzioni proprio mentre si decretava la chiusura definitiva della linea ferroviaria con la speranza di poter fare qualcosa per il loro ripristino. La Presidente ha messo in rilievo che erano stati anche previsti degli stanziamenti finanziari di cui si sono perse le tracce. Oggi ritiene che sia giunto il momento di riprendere il dialogo, soprattutto con la Regione Calabria, con la speranza di poter riprogettare il recupero di questa importante via di comunicazione anche alla luce delle indicazioni sullo sviluppo sostenibile date recentemente a Parigi durante COP 21.

Partendo dall’esperienza già vissuta in questa prima parte della Maratona, Massimo Bottini, Presidente di Co.Mo.Do, ha affermato che la ferrovia e le storie di chi usa questo mezzo di trasporto possono far leggere e conoscere in profondità il territorio. Le terre del Sud devono rivendicare una connessione non solo con l’alta velocità ma con un sistema integrato di mobilità intelligente, cogliendo l’opportunità di far parte di una rete. CO.Mo.Do si adopera per questo e anche un semplice viaggio, come la Maratona ferroviaria che arriverà a Pietrarsa il prossimo 6 aprile, in tempo per partecipare agli Stati generali del Turismo sostenibile, serve per ricucire i rapporti tra le varie comunità e rafforzare il legame profondo tra gli abitanti e il territorio.

Simone Veronese, responsabile della Segreteria della Giunta, in rappresentanza della Regione Calabria, ha descritto tutte le attività che il Presidente Oliverio sta realizzando per recuperare il tempo perso dalle precedenti amministrazioni nell’utilizzo dei fondi messi a disposizione dall’Europa e ha evidenziato che negli ultimi mesi è aumentato notevolmente l’impiego di queste somme e che ciò lascia intravedere la possibilità di un rifinanziamento da parte dell’Europa per i prossimi anni. Veronese ha ricordato che c’è già stato un primo tavolo tecnico sulle Tauriensi da cui è emerso il problema relativo alla gestione della linea ferroviaria, considerato che, essendo una linea già dismessa, da tempo non è più funzionale per il trasporto. La realizzazione dell’opera non costituisce un problema, per questo ritiene che sarà possibile trovare dei fondi, ma sottolinea che non ha senso creare qualcosa che poi avrà problemi nella gestione. Occorre prima progettare in modo più ampio, inserendo le linee tauriensi all’interno di una visione più articolata di sviluppo del territorio, collegandole a un sistema di trasporto più efficace e completo. Prima di investire bisogna analizzare e valutare bene la ricaduta sul territorio poiché non è più tempo d’investimenti inutili, la Regione è pronta ad avviare un’analisi fattuale di questo progetto dato il suo alto valore culturale, ma bisogna prima avere le idee chiare ed essere concreti. L’impegno assunto dal delegato della giunta regionale a istituire un tavolo di consultazione per la proposta di nuove ipotesi di riutilizzo delle linee taurensi non potrà che vedere coinvolte le amministrazioni dei comuni attraversati dal tracciato della storica ferrovia. Anche le Associazioni presenti, come il Club Unesco, il FAI, il Touring Club Italia e i giovani soci della “Yourbanmob“, hanno dimostrato interesse verso l’iniziativa e si sono dichiarati pronti a condividere le azioni che saranno intraprese per la riattivazione delle Taurensi.

L’incontro si è concluso con un ampio dibattito in cui è stato evidenziato da Silvio Cinquini di FFTIM che in Italia ancora non esiste una regolamentazione specifica  per le ferrovie turistiche e per i treni storici per permettere una gestione più semplice di queste linee ferroviarie e che un’altra possibilità per mantenere in vita questi binari è rappresentata dal ferrociclo, bici da rotaia che permette di “tener lucido il binario”, seguendo l’esempio della Francia che possiede circa quaranta linee. La considerazione finale, che ha trovato concordi tutti gli intervenuti, è che il recupero di queste linee “non dimenticate” in tutto il Paese va fatto: una vecchia ferrovia, se sussistono le condizioni, può tornare ad offrire un servizio di trasporto ecosostenibile, oppure diventare un “percorso verde” per la riscoperta del territorio; in entrambi i casi il ripristino del servizio ferroviario offre alle comunità delle grandi opportunità economiche e culturali che non vanno “dismesse”.

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