Durante gli incontri assembleari tenutisi all’interno delle giornate di festa organizzate per la ricorrenza della Liberazione e i 14 anni di occupazione del c.s.o.a. Cartella, si è avuto modo di ragionare e confrontarsi sul restringimento vertiginoso degli spazi di agibilità democratica, stritolati dall’alto dalle politiche securitarie e repressive europee e dal basso dalla riorganizzazione degli enti locali che di fatto sta sottraendo ai territori il potere decisionale in diversi settori della vita pubblica, in primis la governance sui servizi locali.
Amministratori e ceto politico fanno un gran parlare di “partecipazione”, ma le decisioni continuano a essere prese con le solite modalità e per i soliti noti, e noi, le nostre vite e i nostri bisogni, continuiamo ad essere considerati inermi agnelli da sacrificare in nome del profitto e per garantire il potere a chi fa del il nostro territorio una merce da svendere.
Lungi dall’avere ricette salvifiche, senza nessuna smania di creare o proporsi come l’ennesimo nuovo soggetto unificante delle sinistre, usciamo dai nostri incontri rinfrancati dalla volontà di lavorare insieme ad altre soggettività per sperimentare concretamente pratiche alternative. Pratiche che si basano sull’autorganizzazione e sull’autogestione; pratiche che parlano di autoproduzioni e di mutualismo; pratiche che vogliono provare a dare risposte realmente partecipate, attraverso la socializzazione e lo stare insieme, ai tanti problemi che sempre più attanagliano i nostri quartieri, i nostri vicini, i fratelli e infine anche noi stessi.
Sabato 7 maggio dalle ore 18.00 al c.s.o.a. Angelina Cartella ci rivedremo per continuare questa discussione già avviata, e invitiamo tutti coloro che vogliono parlare di pratiche di questo tipo – e poi arrotolarsi le maniche per concretizzarle! – a partecipare.
Seguirà una cena sociale e lo spettacolo “Tamburo è Voce – Battiti di un Cantastorie” di Nando Brusco: torna infatti al Cartella il cantastorie calabrese potando la forza evocativa ed il suono ancestrale dei tamburi, che gli ha permesso di compiere un viaggio nella cultura popolare e nella memoria orale della nostra terra. I ricordi di storie ascoltate da bambino, unitamente agli studi ed all’esperienza maturata come Cantastorie, si sono incontrati nel cerchio magico del tamburo, che a sua volta diventa voce. Il tamburo come ventre materno, forza generante in grado di interpretare il ritmo e raccontare le leggende ed i fatti storici del Mediterraneo. Nando Brusco è un Cantastorie moderno, a cui piace continuare a raccontare le storie del nostro passato, molte delle quali si tramandano ormai solo oralmente tra i pochi testimoni di una cultura antica, quella delle regioni del Sud Italia, ed in particolare della Calabria. Dopo un percorso di ricerca artistica ed esistenziale che lo ha portato da una parte a concludere gli studi storico-antropologici e dall’altra a immergersi sempre di più nell’ambito della musica popolare, Nando Brusco si è fatto interprete di questa cultura orale, recuperando “i cunti”, le storie ascoltate da bambino e raccontate da sua nonna. Al racconto si miscela il suono dello strumento che più di tutti è in grado di evocare e far rivivere gli scenari narrati: il tamburo.
c.s.o.a. Angelina Cartella
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