L’Aspromonte, noto nella letteratura scientifica di settore come arco “Calabro –Peloritano”, è “saldato” all’ossatura della catena Appeninica che manifesta, lunga tutta la penisola, una monotona sequenza di rocce sedimentarie. Ma di Appenino la nostra montagna d’Aspromonte sembra avere ben poco, poiché, inaspettatamente, mostra rocce metamorfiche e magmatiche, completamente diverse dalle precedenti per età e composizione, la cui morfologia offre un paesaggio dalle forme severe e imponenti sembianze tipicamente alpine.
Di questo e di tanto altro si è discusso durante il momento formativo organizzato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte e tenuto dal Prof. Rosolino Cirrincione, docente del Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali, sezione di Scienze della Terra dell’Università di Catania. Cirrincione ha illustrato la singolare e straordinaria storia geologica dell’Aspromonte, i suoi Geositi di rilevanza internazionale e i numerosi siti “riconosciuti” sulla Carta Geologica del Parco.
La presenza di successioni sedimentarie di ambiente continentale-costiero e marino, che coprono un basamento di rocce metamorfiche e carbonati, rivelano la loro storia ultramilionaria e sono del tutto correlabili ad identiche successioni presenti in Provenza e nel Bacino Ligure Piemontese. Queste aree, 35 milioni di anni fa, costituivano un’unica piana alluvionale con relativo bacino marino, poi smembrata durante i movimenti che hanno prodotto la formazione delle Alpi e Appennini.
L’Aspromonte, dunque, rappresenta un esempio unico nella Storia geologica d’Italia per evoluzione geodinamica.
La giornata di formazione ha fatto emergere con forza elementi di specificità sulla storia geologica dell’Aspromonte, tali da poter immaginare l’avvio del percorso di candidatura del Parco dell’Aspromonte al programma’“Unesco Global Geoparks”, strumento che l’UNESCO offre per valorizzare il patrimonio geologico di rilevanza internazionale locale.
L’obiettivo immediato dell’Ente Parco è quello di avviare un’interlocuzione con Enti Pubblici e Istituzioni Accademiche e di Ricerca per valorizzare l’Area Protetta, anche attraverso la sua geo-diversità.
Trattandosi di un elemento attivo e dinamico nel continuo ed interattivo processo di definizione e costruzione del paesaggio circostante, il geosito non può essere semplicemente considerato come una singolarità paesaggistica o un unicum scenico avulso dal contesto; pertanto la candidatura a UNESCO Global Geoparks rappresenterebbe un percorso di valorizzazione del patrimonio geologico, in stretta connessione con il patrimonio naturale e culturale, offrendo una reale opportunità di sviluppo socio economico per il territorio.
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