VILLA SAN GIOVANNI – Stabilizzazione di 86 lavoratori e nuovi investimenti. Sono le due mosse con cui Bluferries, controllata del Gruppo Ferrovie dello Stato, decide di puntare sul mercato marittimo tra le due sponde dello Stretto.
Non si tratta di un semplice annuncio, ma di impegni sanciti in un accordo triennale tra la società e le organizzazioni sindacali Orsa, Uil e Uslac Messina.
Un accordo storico, a dispetto delle incertezze che regnano nel comparto.
Una scommessa, che Bluferries vuol vincere attraverso due iniziative in particolare: la cessione – forse entro fine anno – del ramo aziendale dei collegamenti veloci (quote ex Metromare) a Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), che così tornerebbe a gestire direttamente il servizio; l’acquisto di una nuova nave bidirezionale, quale nuovo investimento, per garantire gli attuali livelli occupazionali e per incrementare nell’area dello Stretto la quota di mercato del traghettamento del gommato pesante, attualmente fermo al 30%.
«Un accordo innovativo -commentano il segretario regionale Orsa Sicilia Mariano Massaro e il delegato regionale Orsa Trasporti Michele Barresi– che ha come caposaldo condiviso di sindacato e azienda la salvaguardia dei livelli occupazionali e la trasformazione per 86 lavoratori degli attuali contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, ma anche una scommessa per il prossimo triennio. Il sindacato accetta la sfida dell’azienda, legando l’aspetto economico concordato nel premio risultato da riconoscere ai lavoratori nei prossimi tre anni agli obiettivi di produzione e crescita della società e a criteri oggettivi di maggiore presenza e impegno della forza lavoro. Ci piacerebbe – auspicano Massaro e Barresi – che le linee guida di questo accordo divenissero nelle future relazioni industriali un riferimento per l’intero comparto marittimo dell’area dello Stretto, dove troppo spesso la concorrenza tra gli armatori si basa sull’abbattimento dei diritti e dei salari dei marittimi. Vorremmo anche che la stabilizzazione dei precari di BluFerries fosse lo spunto per un analogo percorso anche nel segmento ferroviario di Rfi, dove la storica piaga del precariato marittimo è una ferita ancora aperta».
Se da un lato la questione trasportistica e occupazionale dell’area dello Stretto è tutt’altro che risolta, dall’altro è evidente il grosso passo in avanti rappresentato dall’accordo appena firmato da Bluferries e sindacati. Che infatti ammettono: «In un contesto di complessiva incertezza del mercato marittimo specie nello Stretto – concludono Mariano Massaro e Michele Barresi - gli sforzi del sindacato sono stati premiati con la salvaguardia del diritto al lavoro e il superamento del precariato, obiettivo che, dobbiamo riconoscere, è stato pienamente condiviso dall’armatore e a fronte del quale lo stesso si è impegnato per nuovi investimenti».
fra.me.
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