CAMPO CALABRO – Durante l’ultimo consiglio comunale, il momento di maggiore tensione si è avuto con la discussione del piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari, previsto al secondo punto.
Pomo della discordia un lotto in via Sant’Angelo, di 440 metri quadri, con una singolare storia burocratica: gli atti testimoniano che il bene immobile, di proprietà comunale, è nato come destinato ai servizi. In seguito però esso è stato reso edificabile e il comune l’ha dunque dismesso e messo in vendita.
Tali trasformazioni hanno letteralmente spaccato il consiglio. Forte lo scontro con Sandro Repaci, che ha così commentato l’azione: “E’ un intervento che non convince: si tratta di un’area resa edificabile accrescendone il valore, creando così difficoltà a chi doveva acquistarla. È stata una vera e propria operazione immobiliare. Un conto sono i relitti stradali, un conto sono le operazioni immobiliari: quest’area non è funzionale all’esercizio delle proprie funzioni. Per questo non siamo d’accordo”.
Il sindaco ha difeso a spada tratta il modus operandi del suo governo: “L’amministrazione è pulita. Si è trattato di un atto normale, di un semplice fatto amministrativo. Assolutamente non di una speculazione immobiliare. Respingo con serenità le accuse. Le amministrazioni precedenti avevano acquistato il bene e si erano accordate coi proprietari. Questa amministrazione ha sempre fatto cose regolari, non si occupa di immobiliare. Con la mia amministrazione le procedure che non sono a norma non hanno cittadinanza”. Forte l’attacco al movimento passione civile: “La minoranza è negativa, statica. Spero che la prossima sia meno aggressiva e più propositiva”.
Il consigliere Repaci ha dunque fatto richiesta di repliche documentabili: “Io non mi sono mai permesso di dire speculazione immobiliari, ho detto operazioni. Io le chiedo allora la nota dell’ufficio tecnico, che dimostra come nel 2010 quale era il profilo di risoluzione di problema. Non risponde assolutamente a verità che l’amministrazione si sia mossa in continuità. La continuità si dimostra con le carte: la sfido a produrre un documento che dimostri continuità, a presentare una nota dimostrativa. Parli concretamente, non da comizio”.
Il sindaco ha replicato ribadendo con fermezza i meriti del suo mandato: “Noi stiamo lavorando sodo, mentre l’amministrazione precedente ha acquistato senza completare. Avremmo potuto ignorare totalmente il bene in questione. Ricordo che la nostra amministrazione ha comprato 15 mila metri quadri, con un prezzo inferiore: adesso lì c’è un bene pubblico (la villa comunale, n.d.r) e questo è un grande merito. Con noi Campo Calabro ha arricchito il suo patrimonio, anche economico: il nostro agire non è denigrabile e l’amministrazione è onesta, pulita e capace”.
A Idone è mancato anche il consenso dei consiglieri del suo team, Crupi e Spezzano. Ecco che le dichiarazioni del primo politico: “Nutro assoluta fiducia nella moralità di questa amministrazione, tuttavia- per quanto legittima possa essere- tale decisione politica non risponde agli interessi del paese. Non potrò mai essere d’accordo su tale punto, perciò voterò contro. Non si può dichiarare un bene al centro del paese (la villa comunale, n.d.r) e, accanto ad esso, non funzionale al comune. Non si può affermare che lo si vende perché non è utilizzabile o perché serve a ricavare denaro, dato che il bilancio è positivo. Serve una motivazione. Voto contrario, a meno che non si straccia sta cosa. Devi condividere con me”. Dopo tali spiegazioni, non è mancato un duro rimprovero a Idone: “Il sindaco avrebbe dovuto condividere e non l’ha fatto: così io e gli altri amministratori non possiamo non conoscere o sapere. Non puo’ buttare su di me la sua responsabilità di approvare il bilancio, io devo votare secondo coscienza”.
Contestazioni anche dal nuovo consigliere di maggioranza Pasquale Spezzano: “Sindaco, non dia la colpa alle altre amministrazioni, in quanto lei, quando si insidiò nel lontano 2007, fu il primo a bocciato il piano regolatorio al consiglio comunale. Non ha neanche fatto questo grande affare, non ha pagato meno il bene”.
Più voci, visto il disaccordo, si sono espresse sulla necessità di rinviare la discussione di tale punto e degli altri. La votazione è stata unanime ed ha stabilito la sola trattazione (svoltasi in maniera abbastanza celere) degli ultimi tre punti.
Tra questi, i punti riguardanti i servizi regionali circa l’acqua e i rifiuti (come già scritto, l’ottavo e il nono), rappresentano un’urgenza, viste le sollecitazioni dell’ente regionale.
L’adesione all’autorità idrica della Calabria- individuata dal D.G.R. n. 183 del 12/06/2015 quale ente di governo dell’ambito territoriale ottimale per il servizio idrico integrato, avente personalità giuridica di diritto pubblico, autonomia organizzativa, amministrativa e contabile e un proprio patrimonio- è stata votata all’unanimità e con immediata esecutività.
L’ultimo punto trattato (nell’elenco dei punti all’ordine del giorno il quinto), verteva sulle determinazioni e sul riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani e sulla convenzione per la costituzione delle comunità d’ambito, secondo la legge regionale dell’11/08/2014 n. 14 “Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria” ha registrato l’astensione della minoranza per le riserve che l’ente comunale pone a tale partecipazione. La maggioranza ha invece espresso voto favorevole ed immediata esecutività.
Il consiglio ha approvato con votazione unanime e favorevole la contrarietà alla fusione dei comuni con popolazione inferiore alle 5 mila unità.
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