BAGNARA. Strada Solano-Melia di Scilla, che fine ha fatto il finanziamento da 9 milioni di euro? Rottura chiede lumi a Raffa

BAGNARA CALABRA – Completamento della strada di collegamento tra l’abitato di Solano e l’abitato di Melia di Scilla, ovvero tra le provinciali “SS 18 (Bivio di Bagnara) – Solano – SS 183 e la Scilla-Melia (con diramazione per Nocellari)-Piani di Aspromonte”. E’ questo l’oggetto della lettera protocollata dall’ex consigliere comunale Francesco Rottura all’indirizzo del presidente della Provincia Giuseppe Raffa e, per conoscenza, del governatore Mario Oliverio.

«In data 18 febbraio 2014 – esordisce Rottura – le scrissi una lettera, successivamente pubblicata sui maggiori quotidiani reggini, dove Le segnalavo la Kafkiana vicenda riguardante il completamento della strada di collegamento tra l’abitato di Solano e l’abitato di Melia di Scilla, ovvero tra le provinciali “SS 18 (Bivio di Bagnara) – Solano – SS 183 e la Scilla-Melia (con diramazione per Nocellari)-Piani di Aspromonte”. In quell’occasione lanciai un accorato appello, affinché la vicenda si potesse concludere positivamente, in quanto la questione era ed è estremamente seria, poiché riguarda la crescita economica-sociale e culturale di un territorio che avrebbe potuto e forse potrebbe cogliere delle opportunità importanti dalla strada di collegamento che consentirebbe: – in tempi rapidi di  raggiungere i centri di primo soccorso (qualche minuto, in alcuni casi, potrebbe salvare una vita umana); – di incentivare l’apertura di attività commerciali che comporterebbe, in un periodo di crisi economica, una crescita dell’occupazione;  – di arrivare nei posti di lavoro e di studio (Villa San Giovanni, Reggio Calabria, Palmi, Gioia Tauro …), senza dover fare dei giri assurdi, guadagnando tempo prezioso e risparmiando in termini economici derivanti dalle spese di maggior chilometraggio (carburante, usura del mezzo …), con un  logico e conseguente migliore impatto ambientale; – L’unione di due frazioni Solano e Melia, da sempre storicamente e culturalmente unite».

«Ad oggi – continua Rottura –  non sappiamo se il finanziamento di € 9.600.000,00 (Unione Europea, Co-Finanziamento Nazionale, Regione Calabria …), che aveva scadenza il 31.12.2015, ha avuto proroghe, se così non fosse ci sarebbero  delle responsabilità evidenti ed inequivocabili. I territori di Solano e Melia, sono stati sacrificati in nome del progresso, per il loro posizionamento strategico, sono stati utilizzati come deposito di materiali autostradali e sito per il collocamento di un elettrodotto. Nessuna opera compensativa, nessuna opera migliorativa, solo devastazione dei territori. Fra pochi giorni terminerà il suo mandato di Presidente della Provincia, sostituita dalla costituenda Città Metropolitana. Dalle notizie che trapelano sembrerebbe che le verrà affidato un ruolo importante nel percorso di passaggio tra i due Enti. Questo è uno dei motivi che mi ha spinto a scriverLe nuovamente, per avere delle informazioni sull’eventuale proroga, e con la pressante richiesta, qualora la proroga sia stata concessa, di attivarsi nelle sedi opportune, per far si che il procedimento, l’iter e soprattutto l’opera venga portata a compimento.  Sarebbe bello e gratificante anche per lei, lasciare un’opera così importante ai tanti cittadini, che hanno riposto tanta fiducia nei rappresentanti politici».

«Concludo allo stesso modo della scorsa volta – termina Rottura – ritengo che l’unico modo per far crescere i territori sia quello di aggiungere e/o migliorare le infrastrutture e che la politica è in dovere di appoggiare delle iniziative che vanno in questa direzione. Solano e Melia hanno il sacrosanto diritto di essere collegate, non è accettabile che per futili motivi o per l’inefficienza di qualcuno si debba compromettere irreversibilmente la realizzazione di un’opera strategica per lo sviluppo di due comunità produttive e laboriose. Puntare sulla realizzazione di questa ed altre infrastrutture similari, rappresenta, a mio modesto avviso, l’unica possibilità per riavviare, nella nostra amata terra, un’economia ormai paralizzata».