di GIORGIO COTRONEO e STEFANO VITALE
VILLA SAN GIOVANNI – Anche quest’anno la tradizione delle bampate di San Giovanni, alte cataste di legno con in cima i pupazzi da bruciare, è stata rinnovata nonostante l’incertezza dei cittadini che, a poche ore dall’evento, non erano a conoscenza della loro realizzazione. Ad essere accese la scorsa sera però non sono state soltanto esse, ma anche un grosso deposito di rifiuti e sporcizia ammassato al di sotto del lungomare Cenide, nei pressi della Chiesa di Pezzo. Proprio durante la serata di festa, secondo quanto ricostruito da testimonianze, un gruppo di ragazzi noncuranti del pericolo e dei danni di lì a poco suscitati, avrebbe dato fuoco al cumulo provocando istantaneamente fiamme e dense nubi di fumo nero, avvolgendo il tratto di via marina in una cappa. Immediato l’intervento contro l’atto vandalico inizialmente da parte del custode delle imbarcazioni ormeggiate difronte, che ha provveduto a bloccare l’avanzare delle fiamme e di alcuni giovani passanti che hanno subito contattato i Vigili del fuoco i quali, giunti sul posto, hanno spento definitivamente il rogo che iniziava a preoccupare il vicinato per il forte vento e le sostanze nocive sprigionate dal bruciare di plastica, copertoni e altri rifiuti lì gettati riportando ordine e mettendo in sicurezza l’area. L’atto vandalico suddetto non denota soltanto irresponsabilità e mancanza di rispetto verso la festa villese e gli ambienti cittadini, ma anche la disconoscenza delle conseguenze che un simile atto può causare. Infatti la combustione dei rifiuti, in particolare di quelli di origine plastica e dei suoi derivati, rilascia anche composti cancerogeni chiamati “diossine”, composti organici a cui appartengono molecole riconosciute cancerogene per l’uomo, e alcuni dei più potenti composti tossici noti. Queste sostanze, che l’organismo umano non riesce ancora a smaltire poiché poco volatili e non solubili in acqua tendono ad accumularsi all’interno del nostro organismo per poi, raggiunte grandi dosi, diventare letali. Ma non sono tanto i fumi tossici del quale bisogna avere paura, quei fumi che i bambini incoscienti ieri sera hanno respirato sul nostro lungomare, ma di quello che segue, di quello che resta. Infatti ciò che fa più paura di queste sostanze è la silenziosità e l’invisibilità con la quale colpiscono, per uccidere. I depositi restanti della diossina liberata si depositano nel suolo, e nel nostro caso, sulla spiaggia; una parte di esse viene assorbita di conseguenza anche dal mare. Microorganismi si cibano di tali composti e poi i pesci o animali a loro volta, facendo entrare queste sostanze nella nostra catena alimentare. E sapete dove vanno a finire infine? Sulle nostre tavole, inquinando anche quello che di più caro possiede la nostra città: la salubrità del mare e del cibo che proviene da esso. Episodio che si oppone nettamente allo spirito di festa e tradizione legato alle vere bampate presenti in altri punti centrali del Lungomare e ben preparate, ogni anno tanto attese dai villesi e desiderate con grande interesse, come dimostrato dai tanti commenti e post sul web, e che purtroppo mostra come l’ inciviltà non si estingue nonostante il progresso al quale assistiamo ogni giorno. Un evento così fondamentale per la città di Villa, che richiama una forte partecipazione, potrebbe essere accuratamente organizzato dal Comune, prevedendo sicure postazioni per le bampate e stilando un elenco con almeno i nominativi dei responsabili per ognuna di esse, in modo da avere meglio la situazione sotto controllo e evitare atti simili che danneggiano la figura della città e creano malcontenti e problemi a sfavore del sano divertimento e del bene comune. Fortunatamente ogni pericolo è stato scampato.
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