DE STEFANO Giorgio, ROMEO Paolo, SARRA Alberto ai quali è stata applicata la custodia cautelare in carcere.
CHIRICO Francesco, il quale è stato sottoposto agli arresti domiciliari poiché ultrasettantenne.
CARIDI ANTONIO STEFANO, Senatore della Repubblica, al quale è stata applicata la custodia cautelare in carcere con sospensione dell’esecuzione del provvedimento in attesa della delibera della Camera di appartenenza alla quale sarà richiesta autorizzazione dall’AG mandante.
poiché ritenuti responsabili a vario titolo del delitto di partecipazione all’associazione mafiosa unitaria denominata ‘ndrangheta di cui all’art. 416 bis c.p.;
- L’odierno provvedimento cautelare costituisce esito di un articolato impegno investigativo condotto dal ROS Carabinieri e coordinato da questa Procura che è stato finalizzato, in prosecuzione di pregresse acquisizioni investigative e giudiziarie, a completare la ricostruzione della struttura della ‘ndrangheta nelle sue componenti soggettive ed oggettive apicali nonché a definire le modalità di interazione dell’organizzazione sia con ambiti della società civile – con particolare riferimento alle infiltrazioni/condizionamenti di Pubblica Amministrazione, Economia e Politica – che con le altre similari strutture mafiose.
Base di partenza dell’odierna indagine denominata Mamma Santissima è costituita dalle pregresse inchieste sviluppate sempre dal ROS Carabinieri: Meta, ‘Ndrangheta Banking, Reale e Crimine. Dette investigazioni, alcune già caratterizzate da irrevocabilità, hanno dimostrato l’unitarietà ed il tendenziale verticismo della ‘ndrangheta come organizzazione di tipo mafioso, nonché esistenza ed operatività di un organo collegiale di vertice, denominato Provincia, in seno al quale sono rappresentate le cosche dei tre Mandamenti (Centro, Jonico e Tirrenico) e delle altre articolazioni dell’organizzazione operanti in altre parti del territorio nazionale ed all’estero. Gli indicati procedimenti penali contenevano, però, alcuni elementi investigativi che facevano presupporre l’esistenza di una ulteriore Struttura direttiva occulta, sovraordinata rispetto alla Provincia, ed in generale di contesti occulti all’interno della ‘ndrangheta: questo è stato il tema dell’indagine Mamma Santissima.
Le articolate e prolungate investigazioni condotte, a partire dal mese di Gennaio 2012, dal personale del ROS Carabinieri – caratterizzate dallo svolgimento di indagini dirette, dal riascolto e valorizzazione di emergenze captative di più procedimenti penali e da plurimi apporti dichiarativi verificati e riscontrati – hanno:
- confermato l’esistenza della «Mamma Santissima» o «Santa», prima struttura direttiva «segreta» della ‘ndrangheta, caratterizzata da regole speciali in grado di rimuovere e superare a favore dei suoi qualificati componenti i divieti fissati dalle regole tradizionali della ‘ndrangheta. A tale struttura avevano accesso anche «massoni» o «nobili», intendendosi per essi coloro che non avevano estrazione propriamente criminale. Con la «Santa» – la cui ideazione va ricondotta ai casati mafiosi DE STEFANO, PIROMALLI, NIRTA, ARANITI, LIBRI, MAMMOLITI, CATALDO e MAZZAFERRO – si assiste ad un sostanziale mutamento della ‘ndrangheta funzionale ad un processo di infiltrazione degli ambiti in cui è articolata la società civile attraverso i «Santisti» che, pertanto, hanno operato nelle vesti di appartenenti all’Organismo decisionale occulto;
- permesso di stabilire, superando le pregresse conoscenze, che la ‘ndrangheta ancora oggi è dotata di un apparato criminale caratterizzato dalla presenza di una struttura direttiva «segreta o riservata» da intendersi quale evoluzione di quella denominata «Mamma Santissima» o «Santa», di cui fanno parte gli Avv.ti DE STEFANO Giorgio ’48 e ROMEO Paolo, il politico SARRA Alberto, l’ex funzionario pubblico CHIRICO Francesco cl. ’44, che si avvalgono, anche, del Senatore CARIDI Antonio Stefano. La struttura occulta – che si serve di soggetti indicati come «segreti» o «riservati» – opera in sinergia con l’organo collegiale di vertice denominato Provincia che ha compiti di direzione organizzativa e di garanzia dell’unitarietà dell’organizzazione, risultando quindi, la Provincia, struttura a carattere eminentemente criminale sulla quale vengono riversate le indicazioni strategiche fornite dalla struttura riservata.
Numerosi sono gli elementi dai quali far derivare l’attuale esistenza ed operatività della componente riservata della ‘ndrangheta. Oltre a quelli di ordine dichiarativo e documentale, particolare valore dimostrativo assumono le intercettazioni: in alcune di esse si fa esplicito riferimento sia al livello «visibile» che a quello «invisibile», ponendo quest’ultimo in rapporto di necessaria interrelazione, in ordine agli affari di maggior rilievo, rispetto al primo, corrispondente al «provinciale», intendendo per esso la «Provincia» come organo di vertice mafioso (video nr.18). In altre emerge che «la ‘ndrangheta non esiste più», ora «fa parte della Massoneria» e si è ridotta a «delinquenza comune» (video nr.19).
In altra ancora si fa esplicitamente riferimento al fatto che gli inquirenti, quanto a conoscenze, «sono arrivati fino ad un certo punto … in effetti sapevano dell’Australia, dell’America …» ma sono totalmente all’oscuro di altro soggiungendo che «c’è un’altra cosa ancora che non la sanno nemmeno loro…: qua a Reggio contano i … i Segreti … Giorgio DE STEFANO gliel’ha calata la questione … sei, sette … erano in totale … (inc.) … il coso è di sette …». Evidente il riferimento al contesto occulto – i «segreti» – ed alla relativa struttura «il coso … è di sette» (video nr.21). Si comprende quindi che la struttura occulta si pone in una posizione determinante nelle scelte e negli indirizzi della Provincia.
La struttura occulta svolge i compiti:
- di curare il coordinamento delle diversificate operazioni criminali riferibili al complessivo sistema criminale di tipo mafioso operante sul territorio nazionale ed all’estero, composto dalla ‘Ndrangheta e dalle altre mafie storiche (Cosa Nostra, Camorra e Sacra Corona Unita);
- di definire le strategie criminali di massimo livello col fine di estendere il programma criminoso negli ambiti di maggior interesse, con particolare riferimento a quelli, informativi, imprenditoriali, economici/finanziari/bancari, amministrativi/politici/istituzionali interferendo, in questo ultimo caso, con enti pubblici locali territoriali e singoli membri di organi politici di rilievo costituzionale. Sotto quest’ultimo profilo compito del «Santista» era quello di «impadronirsi o infiltrarsi in Enti Pubblici avvalendosi del consenso elettorale», evidentemente condizionato e viziato.
Recentissime acquisizioni in tal senso provengono dalle intercettazioni del procedimento penale Reale svolte dal ROS a ridosso delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria del 2010. Da tali captazioni – oltre ad essere evidente l’intendimento della ‘ndrangheta di gestire le candidature senza l’ingerenza dei partiti ed in generale di certa politica che non sia di promanazione mafiosa (video nr.3) – si coglievano, per bocca di PELLE Giuseppe cl. ’60 Gambazza, le linee strategiche dell’organizzazione nell’ambito politico che perfettamente si coniugano con le risultanze della indagine Mamma Santissima. La ‘ndrangheta, quale organizzazione unitaria, doveva individuare i propri candidati da avviare, con i voti mafiosi, «… per il Consiglio Regionale, la prossima volta quei sei che dovevano andare … che escono dalle regionali, se si (com)portavano bene andavano a Roma …»: evidente il riferimento all’organo Parlamentare (video nr.4 e 13). Le conversazioni appena richiamate, alla luce delle straordinarie acquisizioni investigative del ROS, confermano che il rapporto ‘ndrangheta/politica si è evoluto nel senso che l’organizzazione mafiosa ha intrapreso un percorso in base al quale colloca progressivamente i propri affiliati “riservati” all’interno di organi politici partendo inizialmente da quelli locali, per poi passare a quelli regionali fino ad arrivare, premiando quelli che maggiormente si adoperano per realizzarne gli interessi illeciti, agli organi centrali dello Stato.
Sul rapporto ‘ndrangheta/politica va ancora detto che le più recenti inchieste dei Carabinieri del ROS – ci si riferisce a quelle note come Reale 3 e Reale 6 – hanno anche svelato come la politica ancora si rivolge alla Onorata Società stringendo con essa patti corruttivi (video nr.5) od effettuando vere e proprie compravendite di voti (video nr. 6, 8).
Dagli approfondimenti eseguiti sul fronte politico nell’ambito dell’indagine Mamma Santissima è emerso che molti appuntamenti elettorali sono stati oggetto di condizionamento da parte della ‘ndrangheta, attraverso la formazione delle liste (video nr. 15), orientando i consensi elettorali a propria disposizione e influenzando le nomine all’interno degli organi politico-aministrativi (Video nr. 1). Si fa riferimento alle elezioni del 2001 (comunali), del 2002 (comunali e provinciali), del 2004 (Europee), del 2005 (Regionali), del 2006 (provinciali), del 2007 (Comunali), del 2009 (europee) e 2010 (Regionali).
Per quanto ricostruito si trae che, a partire dal 2002, gli Avv. ROMEO Paolo e DE STEFANO Giorgio hanno avuto un ruolo determinante per la elezione di SCOPELLITI Giuseppe e FUDA Pietro rispettivamente a Sindaco del Comune e a Presidente della Provincia di Reggio Calabria, nonché nella formazione degli organi di governo locale secondo un programma che, oltre a garantire loro – secondo un modello replicato nel tempo – il potere di interferire sul regolare funzionamento dei due enti attraverso più soggetti politici, in proiezione prevedeva l’infiltrazione degli Organi di governo regionale sino al Parlamento nazionale ed europeo. Il prioritario risultato che mirava a conseguire ROMEO Paolo, dunque, era quello della sinergica operatività Comune/Provincia e successivamente con gli altri organi di governo. Progetto questo che doveva essere realizzato in tre distinti momenti:
- il primo momento, nel 2002, coincide con l’elezione dello SCOPELLITI a Sindaco del Comune di Reggio Calabria che, dimettendosi dall’incarico di Assessore regionale, consentì al SARRA – primo dei non eletti nella tornata del 2000 – di approdare in Consiglio Regionale;
- il secondo, da concretizzarsi nel 2004, per effetto dell’elezione del PIRILLI Umberto al Parlamento Europeo, cosa realmente avvenuta e che consentì al SARRA Alberto di subentrargli in un incarico assessoriale;
- il terzo avrebbe trovato compimento nel 2005, con la candidatura di FUDA Pietro alla Presidenza della Regione Calabria, intento vanificato da vicende giudiziarie che coinvolsero l’interessato oltre che lo stesso ROMEO.
Particolarmente significative sono le emergenze relative alle elezioni, comunali e provinciali, del 2002 in relazione alle quali affiora che l’affermazione elettorale di SCOPELLITI Giuseppe sull’altro candidato NACCARI CARLIZZI va ricondotta, oltre che alla maggiore controllabilità del primo, agli specifici interessi della criminalità mafiosa anche nei settori dei lavori pubblici in generale, nella gestione dei fondi del Decreto Reggio e nella creazione delle società di servizi a capitale misto pubblico privato, progetto questo avviato a partire dal 2001.
Oltre a queste, sono stati alterati i risultati delle elezione delle rappresentanze “Provinciali e Grande Città” del partito “Popolo della Libertà” tenutesi in Reggio Calabria nel febbraio 2012 ciò sia attraverso la premeditata compilazione di schede elettorali a favore dei candidati prescelti sia alterando i verbali di elezione (video nr. 24).
- Relativamente alle posizioni dei soggetti destinatari dell’odierno provvedimento cautelare, si deve dire che nel contesto sopra illustrato – in cui gli Avv.ti DE STEFANO Giorgio e ROMEO Paolo hanno svolto funzioni[6] di direzione e coordinamento del più ampio sistema criminale di tipo mafioso (video nr.0) – vanno calate le figure dei politici[7] Antonio Stefano CARIDI, oggi Senatore, ed Alberto SARRA ovvero soggetti nuovi, che operano nella direzione strategica individuata dai due Legali affinché gli interessi di promanazione ‘ndranghetistica vengano comunque realizzati e tutelati, interferendo così sul funzionamento di enti di rango costituzionale, tanto locali che nazionali. Più in particolare:
- SARRA Alberto – che nel corso del tempo si è avvalso, per sé ed in favore di altri candidati, del sostegno elettorale delle cosche PESCE, CONDELLO, DE STEFANO, TEGANO, LOGIUDICE, ALVARO, LIBRI/CARIDI, VADALÀ, LAMPADA, PANGALLO, CRUCITTI – ha operato direttamente in sinergia con ROMEO Paolo al fine di elaborare ed attuare il progetto politico sopra indicato di cui lui stesso era parte integrante e che attribuiva un ruolo di centralità in primo luogo a SCOPELLITI (video nr. 2). In particolare, il SARRA – una volta acquisite le funzioni pubbliche a seguito di consultazioni elettorali viziate dalle pressanti ingerenze mafiose – ha agevolato e rafforzato il predetto sistema criminale di tipo mafioso:
- gestendo un enorme bacino di voti della ‘ndrangheta da orientare al fine di perfezionare, in proiezione, l’articolato programma criminoso descritto;
- interferendo, mediante l’uso deviato del proprio ruolo pubblico, sull’esercizio delle funzioni degli organi regionali di cui era divenuto componente;
- favorendo le componenti politiche – in costanza di campagna elettorale – ed imprenditoriali delle varie articolazioni territoriali della ‘ndrangheta al fine di garantirgli rilevanti vantaggi patrimoniali.
- CARIDI Antonio Stefano – che nel corso del tempo si è avvalso, per sé ed altri candidati, del sostegno elettorale delle cosche DE STEFANO/TEGANO (video nr.14), LIBRI/CARIDI, CRUCITTI, AUDINO, BORGHETTO/ZINDATO, NUCERA, MORABITO di Africo, IAMONTE, MAVIGLIA ed in ultimo i PELLE (video nr. 9, 10) con cui si è incontrato in occasione delle elezioni Regionali del 2010 (video nr. 11) – ha operato direttamente in sinergia con ROMEO Paolo al fine di attuare il progetto politico sopra indicato di cui lui stesso era parte integrante, andando a ricoprire nel 2002 e 2007 l’incarico di assessore all’ambiente del Comune di Reggio Calabria, cosa quest’ultima, che ha permesso alla cosca DE STEFANO di controllare la società FATA MORGANA SpA. In particolare,CARIDI – una volta acquisite le funzioni pubbliche a seguito di consultazioni elettorali viziate dalle pressanti ingerenze mafiose – ha agevolato e rafforzato il predetto sistema criminale di tipo mafioso:
- gestendo un enorme bacino di voti della ‘ndrangheta da orientare al fine di perfezionare, in proiezione, l’articolato programma criminoso descritto;
- interferendo, mediante l’uso deviato del proprio ruolo pubblico, quale componente del Senato della Repubblica;
- imponendo l’assunzione di persone anche riferibili alle indicate articolazioni della ‘ndrangheta nelle società a capitale misto pubblico privato (video nr. 23);
- favorendo le componenti imprenditoriali delle varie articolazioni territoriali della ‘ndrangheta al fine di garantirgli rilevanti vantaggi patrimoniali (video nr. 12).
Sono inoltre raggiunti da gravi indizi di colpevolezza DELFINO Alessandro Bruno, NICOLAZZO Bruno e MOIO Roberto poiché ritenuti responsabili, in concorso, del delitto di scambio elettorale politico mafioso di cui all’art. 416 ter c.p. Il DELFINO, candidato alle elezioni comunali dell’anno 2007 nella lista CDC – ITALIANI NEL MONDO riferibile a SARRA Alberto e CHIRICO Francesco, accettava la promessa di MOIO Roberto e NICOLAZZO Bruno di procurare voti avvalendosi delle modalità di cui al terzo comma dell’art. 416 bis c.p.p., in cambio della erogazione di una somma di denaro pari almeno ad € 15.000,00, di cui 10.000,00 consegnata personalmente dal MOIO allo zio Giovanni TEGANO, soggetto apicale del mandamento di Reggio Calabria. Il MOIO quindi, su richiesta del DELFINO, assumeva l’impegno di attivarsi nei confronti dell’elettorato dispiegando concretamente il proprio potere di intimidazione derivante dal suo ruolo di rilievo in seno alla cosca TEGANO di Archi di Reggio Calabria, per essere nipote diretto di Giovanni e Pasquale TEGANO, avvalendosi a tal fine del NICOLAZZO, anch’egli appartenente alla predetta articolazione territoriale della ‘Ndrangheta reggina, per la diretta percezione del denaro utilizzato per pagare i voti da destinare al DELFINO, come confermato dagli accertamenti bancari eseguiti.
- Conclusivamente si deve affermare che l’indagine Mamma Santissima ha innovato le conoscenze sulla struttura della ‘ndrangheta permettendo di ridisegnare, rispetto alle acquisizioni del 2010, l’apparato criminale di cui è dotata.
Esso si caratterizza per la presenza di una Struttura direttiva occulta che opera in sinergia con l’organo collegiale di vertice denominato Provincia, alla quale, la struttura riservata, fornisce indicazioni e scelte strategiche. Tale componente riservata seleziona gli obiettivi strategici da perseguire, gestisce le relazioni con le altre similari organizzazioni inserite in un più vasto sistema criminale di tipo mafioso operante in Italia ed all’estero. Come prima detto, i suoi componenti riservati, in alcune intercettazioni definiti segreti, infiltrano gli ambiti di maggior rilievo politico/economico/imprenditoriale in cui si articola la società civile. I “riservati” sono soggetti intranei alla organizzazione ma di estrazione non propriamente criminale, che hanno seguito un percorso nella ‘ndrangheta pensato in funzione della loro esclusiva proiezione verso i contesti informativi, imprenditoriali, economici/finanziari/bancari, amministrativi/politico/istituzionali più delicati, condizionandoli e piegandoli dall’interno ai fini illeciti del sodalizio unitario, già oggetto di ricostruzione processuale. La ‘ndrangheta ha quindi evoluto il proprio modello che è fondato, non più solo sull’utilizzo di soggetti che si “mettono a disposizione”, ma anche su soggetti di propria estrazione che meglio di tutti possono garantire gli interessi dell’organizzazione.
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