CAMPO C. Sequestrato il canile-rifugio "Amici di Lola": l'indignazione dei volontari della Lega nazionale del Cane

14 Agosto 2016
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di FRANCESCA MEDURI

CAMPO CALABRO – Sottoposto a sequestro preventivo il canile-rifugio “Amici di Lola”, gestito dalla sezione reggina della Lega Nazionale per la Difesa del Cane sul territorio comunale di Campo Calabro. I sigilli sono stati apposti ieri mattina dagli uomini del Corpo Forestale-Comando di San Roberto, e sono il risultato delle ispezioni e valutazioni effettuate di recente dagli operatori dell’Azienda sanitaria provinciale e dalle altre autorità competenti. Sulle ragioni del provvedimento non trapela granché, se non quella generica di una struttura non a norma, inadeguata per contenere oltre 300 animali. Ovvero, ciò che si sapeva da tempo e che i responsabili del rifugio hanno sempre sostenuto tanto da promuovere il progetto di un nuovo canile-rifugio da realizzare su un terreno lungo la strada provinciale Catona-San Roberto. Progetto giunto a buon punto, ma non ancora ultimato nonostante i ripetuti appelli della Lega del Cane. Progetto che sarebbe già partito se le istituzioni locali, provinciali e regionali avessero mostrato maggiore sensibilità verso il problema del randagismo, applicando le leggi in materia e dando così un po’ di respiro ai volontari della Lega del Cane che, spinti da amore e umanità, salvano i cani dalle strade e se ne occupano con grandi sacrifici sia in termini di soldi che di denaro. Semplici cittadini amanti dei cani che si accollano spese su spese per sfamare, curare e sterilizzare decine e decine di cani, rimediando così in parte all’indifferenza di chi per legge dovrebbe intervenire in questi casi. Una situazione che da Reggio a Villa San Giovanni, passando proprio per Campo Calabro, è al collasso ma non per questo in cima alle priorità di politici e amministratori. Il sequestro del canile “Amici di Lola” ha suscitato rabbia e indignazione nei volontari e non solo; il provvedimento viene visto come una ritorsione per le segnalazioni della Lega del Cane circa alcuni fatti sospetti all’interno del canile di Mortara. Continui gli attestati di solidarietà e gli inviti ad andare avanti all’indirizzo di Rosa Rogolino, presidente della Lega del Cane di Reggio Calabria e “mamma” dei 300 cani ospiti nel rifugio di Campo Calabro. Cani dei quali si occupa personalmente, ogni giorno, aiutata da qualche fidato volontario. Cani ai quali non fa mancare nulla, né cibo né cure. Tanto che le condizioni degli animali non sarebbero state oggetto di contestazione in sede di sequestro della struttura. E su facebook è già partito il refrain “io sto con Rosa Rigolino”, con il contestuale appello a contribuire alla raccolta fondi per concludere i lavori del nuovo rifugio. Provata ma al tempo stesso rinfrancata Rosa Rogolino: «Ringrazio tutti per la vicinanza e la solidarietà. Il canile è sotto sequestro ma sarò sempre io a prendermi cura dei cani, questa è la cosa più importante. La mia schiena è nuovamente dritta e con il vostro appoggio mi sento un leone. Grazie a tutte le persone oneste che mi affiancheranno in questa battaglia. Tutti uniti contro un sistema marcio! Ce la faremo!». (Il Quotidiano del Sud del 14 agosto 2016)

Di seguito il comunicato ufficiale della Lega nazionale del cane- Sezione Reggio Calabria in merito alla vicenda: 

Un video su facebook con oltre 8000 visualizzazioni apre la mattinata del 13/08/2016, purtroppo in maniera negativa: Rosa Rogolino,  Presidente della sezione reggina della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, in lacrime che inveisce contro ASP e Guardie Forestali mentre pongono i sigilli al rifugio da lei gestito.

L’accusa è un’offesa, un’infamia ed una umiliazione per chi si spende quotidianamente per la cura e la tutela dei cani dentro e fuori il rifugio: MALTRATTAMENTO DI ANIMALI.

Tale accusa si fonda, però, non su un rilevato malessere degli stessi animali, constatato ed accertato in loco, o ad una denunciata carenza di cure nei loro confronti, bensì alla ritenuta inadeguatezza della struttura, nonché ad un’asserita cattiva gestione amministrativa.

Nonostante tali contestazioni siano da sole ben lontane dal costituire un maltrattamento di animali, va rammentato, che le normative vigenti in materia di requisiti strutturali, nello specifico il DCA 32/2015 della Regione Calabria, concedono una proroga di adeguamento, sino a maggio del 2017, a tutte le strutture esistenti.

Ebbene, l’adeguamento presentato all’ASP dalla Lega del cane di Reggio Calabria, prevede la dismissione, entro tale data, della propria attuale struttura, oggi sottoposta al vincolo del sequestro, ed il trasferimento nel nuovo rifugio, ancora da completare, di cui progetto ed autorizzazioni, anch’esse sono state  trasmesse alla competente Azienda Sanitaria.

Evidentemente, il predetto termine di adeguamento previsto dalla citata normativa regionale opera per tutte le strutture esistenti, con l’esclusione del rifugio gestito sino ad oggi dall’Associazione.

In ogni caso, ciò non può fondare un’accusa di maltrattamento, illecito più volte denunciato dalla stessa Associazione nel corso della propria annosa attività di contrasto ad ogni tipo di violenza perpetrata nei confronti degli animali.
A questo punto, quindi, si fa strada la consapevolezza che quest’ultimo estremo atto, a conclusione di tante altre azioni di controllo avvenute negli ultimi mesi (come mai erano avvenute nei precedenti 10 anni di gestione), sia solo una, nemmeno bene velata, ripercussione nei confronti della Rogolino e di tutta la LNDC RC, per aver scoperchiato il calderone del canile comunale di Mortara, che ha portato alla luce una serie di incapacità ed inadeguatezze nella gestione dello stesso.
E’ ormai noto infatti il bliz presso lo stesso canile Comunale gestito dall’Associazione Aratea, da parte della della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, coadiuvata una serie di esperti, e dei parlamentari della Repubblica Bernini e Dieni, che ha riscontrato e denunciato “Condizioni di detenzione drammatiche, decine di cani in fin di vita affetti da cimurro e altre patologie” (fontehttp://www.legadelcane.org/reggio-calabria-ispezione-al-canile-di-mortara/)
A tal proposito, proprio in questi giorni, il Comune di Reggio Calabria, a seguito di istanza di accesso agli atti presentata dalla Lega per la difesa del cane di Reggio Calabria, ha negato di essere in possesso della documentazione relativa ai decessi avvenuti al Canile di Mortara, smentendo, così, la Dott.ssa Putortì, presidente di Aratea, la quale, proprio durante il bliz, rifiutandosi di fornire la suddetta documentazione, sosteneva che la stessa si trovasse proprio presso l’Ente comunale.

Ciò conferma, tra le altre gravità, che lo stesso Comune non ha contezza della situazione in essere all’interno della propria struttura, in particolare, quanto alle condizioni reali dei cani ivi presenti ed in merito ai decessi avvenuti, nonostante le numerose denunce di cittadini, associazioni e volontari animalisti.

Le gravità denunciate e documentate, relative alla struttura comunale, avrebbero dovuto da subito metterne in discussione la gestione del canile .

Invece la preoccupazione primaria degli Organi di Controllo è stata da subito quella di colpire chi ha reso pubblica tutta questa orribile faccenda, con una serie di controlli alla struttura, e non al benessere dei cani, con richieste di documentazioni e cavilli che hanno portato poi all’estrema e assurda decisione di porre sotto sequestro la struttura.
Tuttavia ai volontari della LNDC RC sarà permesso di poter continuare ad accedere al rifugio, e prendersi cura dei cani all’interno, provvedendo come da sempre al loro mantenimento, alle cure ed alla pulizia.
Intanto, numerosissimi sono i messaggi di solidarietà arrivati da ogni parte d’Italia per la Rogolino ed i suoi volontari, cittadini e gente comune che hanno incrociato l’operato di Rosa e della Lega del Cane di Reggio Calabria, che ne hanno conosciuto l’impegno, l’amore e la dedizione nell’operato; ed è a loro che la Lega per la difesa del cane di Reggio Calabria si rivolge: “stiamo lottando con tutte le nostre forze affinché anche gli animali godano dei diritti che meritano in qualità di esseri viventi, stiamo combattendo per questo contro tutto e tutti- affermano i volontari LNCD-; “abbiamo salvato e curato tanti randagi quando l’indifferenza li ha malridotti, quando il disinteresse da parte di chi ha per legge l’obbligo di prendersi cura di loro, ha rischiato di strappargli via la vita. Ora abbiamo un obiettivo, completare una struttura che li ospiterà degnamente in attesa di un’adozione, ma da soli non possiamo farcela, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, di tutti coloro che dicono NO all’omertà ed all’indifferenza, a tutti coloro i quali sono disposti a sacrificare un caffè, una pizza con gli amici, per dare l’opportunità ai cani meno fortunati di quello che dorme sul nostro letto, di vivere un’esistenza dignitosa e serena. Questo è nell’immediato il nostro progetto, perché il nostro vero sogno, e non lo dimentichiamo mai, è che non vi siano più randagi per le strade, abbandonati, feriti o maltrattati, né canili per ospitarli, ma che ognuno di loro goda dell’affetto di una famiglia, che li ami per la vita”.
Aiutaci a realizzare il nostro sogno: www.mifidodite-rc.it.

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