VILLA SAN GIOVANNI. Kalura, in spiaggia tra eternit e rifiuti

16 Agosto 2016
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di PAT PORPIGLIA

Qualche giorno addietro, spinto dalla forte calura ho deciso di andare a immergermi nelle fresche acque dello Stretto di Messina. Mi sono recato in località Kalura, una spiaggia, la cui sabbia è finissima e bianca,  sita tra di Villa San Giovanni e Catona. In questa spiaggia son arrivato dopo  essere stato costretto ad abbandonare altri lidi per i più vari motivi.

Negli anni 80, al mio ritorno dal Canada, mi recavo a Scilla, località balneare incantevole conosciuta non soltanto in Italia ma anche all’estero.  Ho lasciato Scilla, con mio grande dispiacere, dopo qualche anno poiché era diventato quasi impossibile trovare un parcheggio e perché mi ero stancato di pagare le tante multe che mi venivano periodicamente comminate.

 Mi sono allontanato di qualche chilometro e mi sono stabilito sulla spiaggia della Costa Viola. Di spiaggia aperta al pubblico allora in questa bellissima insenatura c’era un solo tratto dal momento che altri due pezzi erano stati dati in concessine a dei privati. Per qualche anno tutto è rimasto così ed io, non mi vergogno di dirlo, frequentavo la spiaggia libera insieme con tante altre persone che come me non potevano o volevano affrontare le spese per affittare  una cabina, una sedia e un ombrellone nei lidi privati. Ma un giorno è arrivata la notizia che il pezzo di spiaggia rimasto aperto al pubblico sarebbe stato affidato in gestione ad una Associazione di Finanzieri o in ogni caso di Forze dell’Ordine. Tutti ci siamo detti che non sarebbe stato possibile perché esiste una legge che garantisce che una parte  percentuale di spiaggia locata in una determinata località deve essere lasciata libera al pubblico. O non conoscevamo bene la legge oppure non conoscevamo bene la forza dei privilegi. Fatto sta che in località Costa Viola i liberi cittadini non possono più andarci se non per farsi una passeggiata.

Mi sono trasferito in località Kalura dove per qualche anno ci siamo gestiti da soli noi bagnanti pulendo ad inizio di estate la spiaggia per renderla accogliente e pulita. In vicinanza della riva, in tempi passati, erano state costruite delle strutture in cemento il cui tetto era ricoperto di eternit, che come tutti noi sappiamo è un materiale cancerogeno. Ebbene abbiamo cercato di portare il problema all’attenzione delle autorità competenti senza ottenere alcun risultato. Il tetto di eternit, ormai crollato, è ancora lì. Un paio di anni addietro un signore, una persona molto garbata,il cui nome mi sfugge e in ogni caso non è importante, ha ottenuto in gestione l’immobile che apparteneva alle Ferrovie dello Stato. Ha fatto un egregio lavoro di ristrutturazione del locale. Ha pulito tutte le erbacce, la spiaggia e ha tolto tutte le immondizie e la spazzatura che nell’indifferenza generale veniva scaricata in un canneto vicino la spiaggia. Il gestore avendo creato  delle addizionali  strutture adibite a bar, a ristoro, all’affitto di sedie, ombrelloni ed altro che probabilmente non erano a norma di legge oppure erano semplicemente illegali è stato costretto a chiudere battenti.

In conclusione noi bagnanti che finalmente potevamo piazzare il nostro ombrellone in una spiaggia pulita, prendere una bibita al bar oppure mangiare un panino a mezzogiorno siamo ritornati nella sporcizia pregressa. Io non sono in grado di sapere esattamente perché il lido sia stato chiuso dalle autorità. Da semplice cittadino però voglio condividere una mia riflessione. Se la persona a cui è stato dato in gestione il Ritrovo Ferroviario non ha rispettato la legge è giusto che lo stabile sia stato chiuso. L’Italia sta andando alla rovina perché pensiamo di potere aggirare la legge e in ogni caso di farla franca  e di sanare le illegalità rivolgendoci ai santi in paradiso. Detto questo però dobbiamo anche dire che le nostre  Istituzioni devono anche rispettare i diritti dei cittadini. Il tetto di eternit che è un obbrobrio estetico nonché rappresenta un danno alla salute dei cittadini avrebbe dovuto essere rimosso tanto tempo fa mentre è ancora lì a testimoniare l’inefficienza, la noncuranza, la mancanza di rispetto nei confronti dei diritti di noi cittadini.

 In aggiunta a quanto sopra quest’anno vedo con sempre più frequenza galleggiare sopra le acque dello Stretto in vicinanza delle nostre spiagge rifiuti di ogni genere. E’ strano che tutti le vediamo, ci lamentiamo tra di noi ma mai nessuno fa qualcosa di concreto per protestare con veemenza  lo stato di degrado e di abbandono in cui versano le nostre spiagge e le nostre acque. E poi pensiamo di potere attrarre il turismo. I turisti se vengono è nostro malgrado.

Non so dove dovrò andare a fare il bagno in futuro.    

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