L’Associazione A.GE.S.S. esprime indignazione e profonda rabbia e contrarietà per l’accordo raggiunto fra sindacati e uffici scolastici in alcune Regioni Italiane (per ora sono Sicilia e Sardegna) che permette a molti insegnanti di rimanere per quest’anno vicino a casa ad insegnare senza trasferirsi al Nord. La grande beffa ed il prezzo che ne consegue lo pagano come sempre i disabili, e sì perché questi insegnanti non insegneranno la materia nella quale sono abilitati, ma saranno invece assegnati provvisoriamente alle scuole come insegnanti di sostegno per i posti in deroga, ovvero quelli che ogni anno ad agosto vengono assegnati dall’uffici scolastici in aggiunta al cosiddetto organico di diritto. I requisiti richiesti per l’avvicinamento alla propria provincia sono quelli che valgono per tutte le assegnazioni provvisorie: ricongiungimento al coniuge, ai figli, ai genitori o gravi esigenze di salute. Si parla di requisiti, si parla di bloccare l’esodo verso il Nord per espletare la propria professione, ma non si parla a scapito di chi!
L’ho sempre detto che i disabili sono i primi imprenditori, quelli che non faranno mancare il lavoro mai a nessuno, ma che divenissero anche uno status di deterrenza per chi deve e non vuole fare l’insegnante fuori dalla propria casa, questo è troppo! “Grazie” ai diritti dei disabili si è fatto un uso/abuso della Legge 104 per ottenere trasferimenti lavorativi anche per il bisnonno anziano, per usufruire dei giorni di permesso per andare in vacanza o comunque fare tutto tranne che accudire un familiare disabile e se è ovvio che non si può fare di tutta l’erba un fascio, anche per quei pochi ciuffi d’erba che divengono ramigna nel giardino dei diritti, noi genitori ci indigniamo perché non vogliamo che i diritti dei nostri figli per i quali lottiamo ogni giorno, divengono abusi e/o espedienti per i furbetti! Insegnanti magari anche bravi nella loro materia didattica, all’improvviso si improvvisano non inseganti curriculari ma di sostegno basta che non mi sposto troppo da casa! Ed anche se facessero un corso accelerato, un full immersion per divenire insegnanti di sostegno, non dimentichiamo la vocazione, la propensione, l’attitudine a fare una cosa piuttosto che un’altra! Non si deve fare per forza l’insegnante di sostegno perché è l’unica possibilità di rimanere nel mio paese, nella mia provincia, nella mia regione, perché se la professione non si ha dentro, a risentirne saranno gli alunni disabili, inconsapevoli privilegiati di essere troppi e di interessare per alcuni aspetti a pochi e a tanti per altri aspetti, come in questo caso. Sic!
E l’esperienza ve la posso raccontare quale testimone oculare, da mamma di alunno disabile, quando a mio figlio fu affidata un’insegnante di sostegno che per farsi trasferire in Calabria aveva fatto domanda di fare appunto l’insegnante di sostegno pur non essendo la sua massima aspirazione. Ebbene non sto qui ad elencare le umiliazioni che hanno subito le mie orecchie e i miei occhi nel vedere e sentire come si comportava con mio figlio. Ma siccome tutto mi si può umiliare tranne che la dignità dei miei figli, feci presente alla Dirigente l’incompatibilità tra l’insegnante e mio figlio, all’egregia professionista le dissi chiaramente di cambiare mestiere e di non avvicinarsi più a mio figlio!
Sicuramente altre Regioni del Sud stipuleranno lo stesso accordo, la Calabria non l’ha fatto scegliendo un’altra strada, sicuramente di più impatto e spessore sociale, assumendo 600 disoccupati e/o disoccupati in mobilità tra educatori ed assistenti alla persona. Come ebbi già modo di esternare a suo tempo, pur condividendo sulla carta l’azione intrapresa, mi riservo l’entusiasmo quando si avvieranno sul campo i percorsi formativi ed i nostri figli avranno un palese beneficio e non per remore alle buone intenzioni della Regione Calabria, specie negli intenti positivi di ricaduta sociale voluti dall’Assessora Federica Roccisano, ma come disincanto nell’attuazione di tali intenti sul campo, come dire che ad un eccellente progetto navale, fatto da altrettanti professionisti, non esclude che la nave affondi e non per il progettista ma per chi materialmente doveva costruire la nave. Per questo auspico che la Regione Calabria metta in atto ogni azione di monitoraggio e valutazione utilizzando anche quale cartina tornasole anche le realtà associative di categoria presenti nel territorio.
Silvana Ruggiero (Presidente Agess)
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