E’ scientificamente provato che trascorrere molte ore davanti alla televisione nuoce alla salute. Nel caso di Gennaro Calabrese “i danni sono stati anche peggiori”. Almeno così dice lui, scherzandoci su, nel presentare il suo spettacolo teatrale. In realtà, anche se l’attore e imitatore Calabrese ha trascorso gran parte della sua adolescenza davanti alla tv, continuando i suoi studi per “starci dentro”, le conseguenze non sono irreversibili anzi è stato un vero “miracolo” per i suoi fan entusiasti di vedere lo show “Tutta colpa della televisione” in pieno stile cabaret in scena al teatro “Cilea” il 22 Ottobre all’interno del cartellone artistico della compagnia Officina dell’arte. Dopo un’intensa estate con un tour che ha toccato in lungo e largo la Penisola e in questi giorni lo abbiamo visto come opinionista a Forum, noto programma di Mediaset, Gennaro ripercorrerà la storia recente della televisione italiana, fino ad oggi, in un curioso parallelismo con il suo percorso personale e artistico.
“In 90 minuti, da sfondo una scenografia minimalista che rispecchia l’atmosfera tipica del cabaret con un piano al centro del palco, proporrò in modo rinnovato ed originale, i personaggi, le gag ed i numeri migliori del mio vivace repertorio – afferma Calabrese – Musiche, monologhi, imitazioni, canzoni, sketch in un atto, in un unico One man show, tutto in una sera. Ovviamente, non mancheranno vari personaggi del mio repertorio e tra le new entry ci sarà Maurizio Costanzo che, sul palco del Cilea, farà il suo show con tanti ospiti. In poche parole, spiegherò l’influenza che ha avuto la televisione nella mia vita perché se faccio oggi questo mestiere, è solo colpa di questa scatola magica”.
Una prima assoluta per Reggio Calabria che apre ufficialmente la stagione dell’Officina dell’arte con un pregiato figlio di questa terra che, nei mesi successivi, porterà lo spettacolo la cui produzione è della B&G Live, in altri teatri italiani come il “Testaccio” a Roma dove Calabrese farà una full immersion di due settimane.
Ma dalla sua prima esibizione ad oggi, è cambiato qualcosa? Prova la stessa emozione degli esordi o come qualcuno sostiene la “fiammella” ad un certo punto, si spegne?
“Assolutamente no, la fiammella resta sempre accesa. Oggi magari mi diverto molto di più: prima vivevo di paure, angosce, tensioni e anche se l’emozione non passa mai, anzi è quella carica che ti permette di stare per ore sul palco, io e il pubblico ci divertiamo insieme. La gente che mi viene a vedere a teatro partecipa attivamente ai miei spettacoli, c’è un contatto diretto molto più forte rispetto a prima. Nonostante siano passati tanti anni, se tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto perché ogni cosa, bella o brutta che sia stata, mi ha sempre lasciato qualcosa di importante. Ognuno di noi ha una sua sensibilità, qualcuno sceglie di indossare un’armatura, io invece, voglio vivere senza alcuna corazza per godermi tutte le fragilità, le emozioni, le gioie e i dolori di questa bella e travagliata esistenza”.
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