VILLA SAN GIOVANNI – Le richieste del pm riaccendo i riflettori sulla tanto discussa vicenda del lido“Banda Falò”, la cui omonima associazione continua comunque l’impegno umanitario a favore dei bambini africani. Oltre 5 anni dopo il decreto di sequestro emesso dalla magistratura reggina (sottoscritto dai pubblici ministeri Sara Ombra e Gabriella Cama e controfirmato dal procuratore Giuseppe Pignatone) e a 3 anni dal rinvio a giudizio per tutti i soggetti coinvolti nell’indagine (disposto dal Gup di Reggio Calabria Tommasina Cotroneo), ecco le condanne avanzate dal sostituto procuratore Angelo Roberto Gaglioti: 4 anni e 6 mesi per Antonio Oppedisano, presidente dell’associazione; 3 anni per l’ex sindaco Rocco La Valle; 2 anni e 4 mesi per gli ex assessori Antonio Messina, Giovanni Siclari, Angelina Attinà, Lorenzo Micari, Cosimo Salzone e Francesco Romanzi, ovvero la giunta attuale quasi al completo ad eccezione di Salzone e Romanzi; 5 anni e 6 mesi per Francesco Morabito, ingegnere responsabile del settore tecnico-urbanistico del Comune; 3 anni e 6 mesi per Rocco Sottilaro; 4 mesi di arresto per Gaetano Francesco De Napoli e Giuseppe Buda, altri due componenti dell’associazione “Banda Falò”.
Nei confronti dei dodici imputati le accuse, a vario titolo, di abuso d’ufficio, falso in atto amministrativo e occupazione abusiva di suolo pubblico in ordine al rilascio dell’autorizzazione per il lido “Banda Falò”, su una superficie di circa 500 metri quadri sulla spiaggia di Porticello, zona nord di Villa San Giovanni. Resta dunque da vedere quale sarà la decisione del giudice del Tribunale reggino in merito alle richieste del pubblico ministero, verdetto che dovrebbe essere imminente e che sancirà la conclusione del processo di primo grado sul caso Banda Falò. Un caso scoppiato ufficialmente nel giugno del 2011 con il sequestro della struttura e con gli avvisi di garanzia a carico dei gestori e dei rappresentanti del Comune, ma le cui avvisaglie erano venute fuori già l’anno prima. Un caso fonte di indignazione e incredulità, per un provvedimento ritenuto “a furor di popolo” ingiusto e dannoso per “Banda Falò” e la sua attività (sociale, intrattenimento, beneficenza ecc.) così tanto apprezzata pure al di fuori del confini villesi. A sostegno dell’associazione una mobilitazione vera e propria, messaggi di solidarietà e manifestazioni con in prima linea centinaia e centinaia di cittadini e il mondo associazionistico, istituzionale e politico. Attestazioni di vicinanza e stima verso una realtà associativa capace di coinvolgere e integrare con la sola forza della semplicità, ma purtroppo incappata in una vicenda dai contorni ancora poco chiari. A difendersi dalle accuse, oltre ai ragazzi di Banda Falò, l’ex sindaco La Valle e la sua giunta e il numero uno dell’ufficio tecnico comunale: la Procura, infatti, accusa l’Ente di aver indebitamente rilasciato a Bandafalò un’autorizzazione che non aveva, invece, l’autorità di concedere. A novembre è prevista la discussione degli avvocati e di lì a poco la sentenza di primo grado. fra.me.
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