BOVA. Convivere con il lupo: l'Ente Parco consegnerà ai pastori i cani da guardiania

11 Ottobre 2016
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L’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, nell’ambito del Progetto “EcoPastore – La Via Lattea”, ha avviato un’azione finalizzata a sostenere la convivenza tra il Lupo (specie protetta dalle Leggi dello Stato e Comunitarie, quali la Convenzione di Berna 1979, la Direttiva Habitat 92/43/CE) e l’Uomo, le cui attività agro-silvo-pastorali rappresentano un presidio irrinunciabile per la salvaguardia e la difesa del territorio dell’Area Protetta nonché per il rilancio dell’economia dell’Aspromonte e della nostra Regione.

L’azione intrapresa, in particolare, prevede la consegna di alcuni esemplari di “Cane da Pastore della Sila”, alias Pastore Calabrese, per la prevenzione dei danni da predazione consegnandoli direttamente agli allevatori che operano in Aspromonte.

Grazie alla collaborazione con Club Italiano Pastore della Sila, venerdì 14 ottobre alle ore 11 a Bova, presso il Centro Visita del Parco, una delegazione del Club illustrerà ai Pastori le caratteristiche del “collaboratore a quattro zampe” che, “rappresentando la memoria storica-genetica della tradizione agropastorale calabrese” (come ampiamente documentato dalla recente letteratura) è in grado di vivere in simbiosi con gli armenti rivelandosi particolarmente efficace nella difesa delle greggi.

“In Aspromonte – ha spiegato il Presidente Giuseppe Bombino – l’espansione numerica del predatore, da mettere in correlazione con l’incremento delle prede selvatiche, quali il Capriolo ed il Cinghiale (su cui lo stesso Parco sta conducendo specifici programmi di gestione e monitoraggio), evidenzia un residuo comportamento da parte del lupo volto ad integrare il regime alimentare consumando predazioni su animali domestici (ovi-caprini in particolare). L’azione promossa in questa fase del progetto, pertanto, rientra nel piano di interventi che l’Ente Parco sta mettendo in campo per coniugare le contrapposte ragioni della tutela del lupo con quelle della salvaguardia e valorizzazione delle attività umane.

D’altra parte – prosegue Bombino – con la valorizzazione del “cane da guardiania calabrese” si persegue l’obiettivo della rivalutazione e della diffusione della razza canina autoctona calabrese. Continua, quindi, l’opera di coinvolgimento dei pastori e dei coltivatori diretti nelle attività del Parco: da un lato – conclude il Presidente Giuseppe Bombino – il progressivo recupero dell’antico rapporto uomo-natura e, dall’altro, la restituzione della dignità professionale ed economica ad una figura, quella del pastore, troppo spesso relegata ad un ruolo sociale del tutto marginale e poco gratificata, ma sempre pronta a garantire il presidio e la tutela del territorio”.

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