VILLA SAN GIOVANNI – La sentenza Banda Falò potrebbe dare il colpo di grazia a una maggioranza di centrodestra che ormai da qualche mese non va sempre d’amore e d’accordo. I decreti firmati dal sindaco Antonio Messina prima della pronuncia del giudice Natina Pratticò, aventi ad oggetto la revoca di tutte le deleghe e la nomina dei nuovi assessori compreso il vicesindaco, non mettono affatto la parola fine al clima d’incertezza e di divisione in seno alla coalizione di governo della città. Le nuove nomine avrebbero fatto storcere il muso a più di un componente della maggioranza. Da una parte chi avrebbe addirittura il dubbio se accettare o meno l’incarico assessorile, trovandosi in disaccordo con il metodo adottato da Messina; dall’altra chi manifesterebbe delusione per il mancato ingresso nel nuovo esecutivo. E c’è chi, come Francesca Porpiglia, chiede l’azzeramento della neo giunta rivendicando inclusione e dialogo. E’ probabile che il sindaco facente funzioni Rocco Cassone la accontenti, ma solo dopo che il consiglio comunale avrà preso atto della sospensione per 18 mesi degli amministratori condannati dal recente verdetto e dei provvedimenti di revoca e di nomina firmati da Antonio Messina nelle ore precedenti la decisione del Tribunale reggino. Provvedimenti dettati dal senso di responsabilità e non di certo dall’emozione, visto l’incombere della sentenza e della legge Severino su una giunta che, infatti, poi è stata decimata. Ma adesso a mettere in discussione il futuro di questa consiliatura sarebbe la stessa maggioranza di centrodestra, la cui unità sembrerebbe minacciata da troppi personalismi e rivalità, soprattutto tra le donne. Altre grane potrebbero arrivare da Nino Giustra, Marco Santoro e Pino Donato, i primi tre non eletti che dovrebbero approdare in Consiglio in sostituzione di Giovanni Siclari, Lorenzo Micari e Angelina Attinà, i quali con Messina sono stati messi ko dalla legge Severino. Giustra, Santoro e Donato, già delusi dall’esito delle elezioni comunali del 2015, detteranno condizioni per sedere tra gli scranni consiliari a sostegno della maggioranza? Insomma, la situazione è tutt’altro che semplice. La maggioranza riuscirà a trovare una soluzione che soddisfi tutti? Riuscirà a trovare l’equilibrio necessario per continuare a governare? Pochi, in realtà, sembrano possedere la maturità politico-amministrativa, nonché la maturità umana, necessarie in casi del genere. Ma ognuno è chiamato a sforzarsi per tirare fuori il proprio senso di responsabilità, valutando così la scelta più opportuna per la città. Che si decida di continuare a fare squadra o di tirarsi indietro (motivando seriamente la seconda scelta), l’importante è che si agisca con convinzione e consapevolezza. In attesa della convocazione del civico consesso, dunque, si cerca una quadra sugli equilibri interni. Il momento è molto delicato e teso, e il pensiero non può che spostarsi anche su altre vicende e problemi che hanno scosso l’amministrazione comunale. Se gli ostacoli che dividono il gruppo saranno superati lo si saprà nel giro di poco, mentre la città si interroga perplessa se tutto ciò significhi avere “Villa nel cuore”.
fra.me.
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