di CONSOLATA MAESANO
CAMPO CALABRO- Il romanzo di Salvatore Borrelli “Il capofamiglia” è un realistico e moderno spaccato dell’Italia odierna, visto e vissuto attraverso gli occhi di Dante: un giovane del Sud preparato e volenteroso che vede il suo futuro ostacolato dalla precarietà, da una classe politica corrotta e inadeguata, dalla migrazione e dall’irrisolta questione meridionale. Di tale opera è in fase di realizzazione un film e Campo Calabro ha avuto l’onore di essere stato scelto come set.
Campo Calabro è stato altresì teatro della presentazione del romanzo, svoltasi presso la sala consiliare martedì 15 novembre e organizzata dall’amministrazione comunale e dal Cif (centro femminile italiano).
La relatrice, l’avvocato Antonella Santoro, ha tracciato un quadro della trama del testo e dei molteplici spunti che essa propone: “La nostra società ha un grande vuoto istituzionale, malauguratamente riempito da persone che sono tutto fuorché capofamiglia. Queste persone svolgono il proprio lavoro senza il minimo senso di responsabilità, la minima umanità, ma il vuoto lasciato della istituzioni permette a tali soggetti di occuparsi dell’amministrazione e della politica. Il libro tratta appunto di questo triste scenario, e con grande attualità conquista il lettore. La scelta del nome del protagonista non è casuale, in quanto rappresenta un riferimento al viaggio, alla migrazione che è un’amara e diffusa realtà. Così come lo è l’assenza di servizi.
Nel testo si arriva anche a dire che Cristo non si è fermato a Eboli, ma a Salerno, visto che termina lì l’ultimo tratto di ferrovie degno di tale nome. Il testo fornisce anche un’impietosa rappresentazione della classe politica. Infatti, Dante ritorna al paese Natale per una manifestazione, dove si rende conto che il ceto dirigente controlla il pubblico con dei cartelli, sui quali si danno ordini che regolano i vari momenti: viene imposto quando applaudire, quando tacere… Dante inverte i cartelli. Questa sua azione avrà notevole rilevanza mediatica nazionale, che condurrà il protagonista sino al presidente della Repubblica”.
Borelli ha lanciato un accorato auspicio all’unificazione infrastrutturale, industriale e sociale tra il Sud e il Nord Italia: “Spero proprio che Campo sia proprio il paese da dove parte la svolta radicale, il cambiamento che usa come arma la cultura. Nel libro, il protagonista Dante attua tale cambiamento irrompendo nella società stagnata da questo modo di fare perpetuo, opponendosi da questo distorto rapporto tra chi comanda e chi ha bisogno. Questa mentalità può essere sconfitta solo dalla cultura. Dante è fermamente convinto che debba esistere un’unica Italia con un unico benessere, senza laceranti distinzioni tra nord e sud. Perché sopra c’è l’alta velocità, mentre da Salerno in giù c’è il deserto? Quanto spende il governo per il nord e quanto per il sud? Perché tutti si spostano verso le università settentrionali? Chi governa deve capire che queste differenze sono inammissibili e deve fare in modo che cessino definitivamente”.
Il dibattito, moderato dalla professoressa Maria Calabrò, ha altresì registrato la presenza del cast del film e gli interventi dell’antropologa Maria Pascuzzi, dell’attore Giuseppe Mandica, della poetessa Natalina Laganà, delle socie del Cif Angela Laganà, responsabile provinciale, Franca Arecchi, past president campese, Giuseppina Pizzimenti, attuale presidente, della preside dell’istituto comprensivo “Campo Calabro- San Roberto” Maria Rosa Monterosso, del sindaco Domenico Idone e del presidente del consiglio comunale Antonio Calarco.
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