VILLA SAN GIOVANNI. ‘Ndrangheta, Sansone 2: sequestrata clinica Nova Salus

20 Novembre 2016
1076 Views
Stampa

Di seguito il comunicato del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria:  Alle prime luci dell’alba di ieri, nella Provincia di Reggio Calabria, il personale del Ros e del locale Comando Provinciale Carabinieri, con l’ausilio del personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e dell’8° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, dal Tribunale di Reggio Calabria, a carico di 16 indagati, a vario titolo, dei delitti di partecipazione all’associazione mafiosa unitaria denominata ‘ndrangheta, estorsione, detenzione illegale di munizioni ed armi comuni da sparo e da guerra rese clandestine, procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale, minaccia e danneggiamento seguito da incendio e concorso esterno, tutti aggravati dalla finalità di agevolare l’attività della predetta associazione mafiosa.
Contestualmente è stata sottoposta a sequestro la clinica Nova Salus di Villa San Giovanni di cui si sono accertate le ingerenze delle cosche di ‘ndrangheta nella gestione e conduzione.
L’odierno provvedimento cautelare – che costituisce seconda fase dell’operazione Sansone avviata il 15 novembre scorso con l’esecuzione di 26 fermi di indiziato di delitto – scaturisce da specifica istanza dell’Ufficio di Procura che, nel richiedere la convalida di quel provvedimento precautelare, ha sollecitato l’applicazione di misure restrittive a carico di ulteriori soggetti, tutti presunti appartenenti/contigui alle cosche Condello, Zito-Bertuca e Imerti-Buda, operanti in Reggio Calabria, zone limitrofe ed altre parti del territorio nazionale. Il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione GIP quindi, nel convalidare quasi tutti i provvedimenti di urgenza adottati dalla Procura e confermando la permanenza in carcere della gran parte dei soggetti arrestati, ha adottato ulteriore e contestuale provvedimento restrittivo che va a colpire quegli indagati per i quali non ricorrevano i requisiti per l’adozione di un provvedimento di fermo.

La misura cautelare, così come il provvedimento di fermo del 15 novembre scorso, costituisce esito di un articolato impegno investigativo coordinato dalla Procura e condotto, in contemporanea:

  • dal ROS incaricato sia delle ricerche di Domenico Condello cl. ’56 detto “U Pacciu”, inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del Programma Speciale di ricerca del Ministero dell’Interno, che delle attività di contrasto all’assetto associativo della cosca Condello;
  • dal Comando Provinciale Carabinieri Reggio Calabria interessato alle dinamiche criminali delle cosche Zito-Bertuca e Buda-Imerti, operanti nell’area di Villa San Giovanni (RC), Fiumara (RC) e dintorni, nonché dei Garonfalo operativi in Campo Calabro (RC).

Le investigazioni sono state condotte su contesti investigativi differenti ma complementari ed, attesi gli evidenti profili di interconnessione, in sinergia dai due Reparti dell’Arma dei Carabinieri. Punto di contatto delle due indagini è costituito dalla influenza della cosca Condello nell’area di Villa S.Giovanni (RC) e dai legami di questa con la consorteria degli Imerti-Buda, legami sorti anche in conseguenza del matrimonio, celebrato nel 1983, tra Antonino Imerti detto “Nano feroce”, esponente apicale della omonima cosca e Giuseppina Condello, sorella di Domenico cl. ‘53 “U Pacciu” e cugina di Pasquale cl. ‘50 “il Supremo”, matrimonio che determinò la cementificazione dei rapporti tra i Condello e gli Imerti-Buda ed il rafforzamento della loro presenza nell’area di Villa S. Giovanni (RC)

L’esecuzione dell’ordinanza cautelare, nel completare la parte operativa dell’operazione Sansone, ha permesso di colpire tutti gli indagati coinvolti nelle vicende ricostruite dalle indagini svolte dai Carabinieri sulle quali gli inquirenti sottolineano che:

  • a) hanno portato il 10.10.2012 al rintraccio del latitante Domenico Condello cl. ’56 ed alla individuazione della rete di supporto logistico e dei più stretti collaboratori che oggi sono destinatari del provvedimento restrittivo. In tale contesto le investigazioni hanno messo in rilievo come Domenico Condello aveva formato una struttura associativa cuscinetto, deputata unicamente al sostegno alla sua latitanza, ponendovi al vertice un soggetto cerniera incaricato di coordinarla e di veicolare le sue direttive struttura mafiosa: tale assetto rispondeva all’esigenza di ridurre al minimo i rischi per sé e soprattutto per l’associazione mafiosa derivanti dalla incessante attività di ricerca. Se da un lato la rete associativa e dei favoreggiatori è stata indebolita attraverso una serie di interventi (vari sequestri preventive ed operazioni Reggio Nord e Lancio) le investigazioni hanno raggiunto il punto di svolta quando è stato individuato, nella persona di Andrea Carmelo Vazzana subentrato a Bruno Antonino Tegano nel frattempo arrestato, il soggetto cerniera che aveva contatti sia col latitante che con gli elementi dell’associazione. Il monitoraggio di Vazzana – oltre a consentire l’individuazione di un altro soggetto di interesse, Roberto Megale, che in più circostanze aveva effettuato degli spostamenti dal carattere evidentemente clandestino – aveva permesso di spostare l’attenzione sull’abitato di Salice di Rosalì (RC). L’intensificazione dei servizi a carico dei soggetti e dell’area indicati consentiva di monitorare completamente l’ulteriore movimento clandestino del Vazzana e del Megale che, la sera del 10.10.2012, aveva prelevato il latitante dal covo in Salice di Rosalì. Avuta contezza di ciò, alle ore 22.00 circa dello stesso giorno, è stata prontamente bloccata l’autovettura con a bordo il latitante che è stato tratto in arresto unitamente all’autista Roberto Megale;
  • b) sotto il profilo associativo le indagini condotte dal Ros sul conto dello schieramento Condello – che ha influenza anche nella zona di Villa San Giovanni (RC) per via dei collegamenti con i Buda-Imerti – si sono intersecate con quelle svolte dal Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, in corso in periodo coevo, ma a carico dello schieramento Zito-Bertuca, pure operante in Villa S. Giovanni (RC) e Fiumara (RC). Ciò in ragione della accertata interazione tra i due schieramenti a causa delle criticità insorte, in ordine alla suddivisione delle attività estorsive. Le indagini hanno così messo in luce la presenza, nell’area villese, di una forte pressione estorsiva e di un controllo criminale esercitato congiuntamente, da più cosche, in modo capillare. Situazione questa che può essere efficacemente riassunta nelle parole di Pasquale Bertuca che – nel corso di un colloquio in carcere intrattenuto con la sorella Felicia Bertuca e con il nipote Vincenzo Sottilaro il 23.08.2010 – invitava i familiari a riferire ad Alfio Liotta, soggetto incaricato della riscossione dei proventi estorsivi, di «non lasciare scampo a nessuno» con la precisazione di un imprenditore cui doveva rivolgersi che doveva «… essere il primo che glieli deve portare!». Il controllo esercitato sul territorio era così ampio e penetrante che gli esponenti delle consorterie mafiose – oltre a condizionare la vita economica del territorio villese posto che l’avvio di iniziative economico/imprenditoriali doveva ricevere il placet degli esponenti delle varie cosche – erano in grado di risalire agli autori dei furti in abitazione e di veicoli, dei danneggiamenti, e di attivarsi per la restituzione dei beni ai legittimi proprietari, anche dietro il pagamento di una somma di denaro. Entrando più nel dettaglio si deve dire che, nel settore delle estorsioni, i rapporti tra le cosche Zito-Bertuca e quelle Condello-Buda-Imerti sono caratterizzati da logiche spartitorie dei proventi estorsivi che si sono dipanate non senza momenti di criticità derivanti dalla duplicazione delle richieste estorsive tali da determinare, in alcuni casi, incontri diretti tra i referenti dei due schieramenti. Particolarmente eloquenti sono ancora le parole di Pasquale Bertuca che, lamentandosi col fratello Vincenzo dell’eccessivo attivismo estorsivo del condelliano Andrea Carmelo Vazzana nell’area di Villa S.Giovanni, specificava che Alfio Liotta gli avrebbe dovuto riferire «… che le indagini sopra di noi non le può fare nessuno! Altrimenti glielo mando a dire con Mico! Perché… tutte le volte che hanno portato… una brioche se la sono mangiata pure loro!» specificando che, quando entravano nell’area di loro pertinenza, «gli devi dire che prima di andare a Cannitello devono “bussare” però!». Nel complesso le attività di indagine hanno permesso di documentare ben 20 episodi estorsivi – consistiti nella pretesa di ingenti somme di denaro – in danno di numerose imprese operanti nei settori della raccolta dei rifiuti solidi urbani e delle costruzioni in generale/movimento terra, impegnate nello svolgimento di servizi ed opere sia private che di interesse pubblico, i cui proventi, sono stati suddivisi tra le predette cosche.
    Le relazioni tra le cosche nel campo estorsivo hanno conseguentemente consentito di delineare gli assetti associativi non solo delle cosche Condello-Buda-Imerti e Zito-Bertucama anche della cosca Garonfalo, operante nel limitrofo comune di Campo Calabro (RC);

Sequestrata la clinica “Nova Salus”

Inoltre è stata sottoposta a sequestro la Clinica “Nova Salus”, situata in Cannitello di Villa San Giovanni (RC) alla via Fontana Vecchia civ. 14. Con delibera n.797 del 04.12.2009, la Regione Calabria la accreditava in via definitiva per 50 posti letto a ciclo continuativo e per 36 prestazioni in regime ambulatoriale pro die. Dall’anno 2001, è gestita dalla cooperativa sociale “ANPHORA”, con sede legale in Reggio Calabria alla via Nazionale Pentimele civ. 157.

Gli indagati raggiunti da misura cautelare:

  1. FORTUGNO Sebastiano, nato a Reggio Calabria (RC) classe 1963 (custodia cautelare in carcere)
  2. LAGANA’ Fortunato, nato a Campo Calabro (RC) classe 1958 (custodia cautelare in carcere)
  3. RINITI Antonino, nato a Fiumara (RC) classe 1962 (custodia cautelare in carcere)
  4. ARANITI Carmelo, nato a Reggio Calabria (RC) classe 1957 (custodia cautelare in carcere)
  5. BUDA Santo, nato a Villa S. Giovanni (RC) classe 1944 (arresti domiciliari)
  6. SCOPELLITI Francesco, nato a Reggio Calabria (RC) classe 1988 (arresti domiciliari)
  7. M.S. nato a Reggio Calabria (RC) classe 1980 (obbligo di dimora)
  8. B.M. nato a Reggio Calabria (RC) classe 1982 (obbligo di dimora)
  9. G.F. nato a Reggio Calabria (RC) classe 1978 (obbligo di dimora)
  10. P.A. nato a Reggio Calabria (RC) classe 1991 (obbligo di dimora)

Potrebbe interessarti

Villa, Forza Italia e Pd sempre più alleati contro l’Amministrazione Caminiti: commissione “segreta” nel mirino
Attualità
137 views
Attualità
137 views

Villa, Forza Italia e Pd sempre più alleati contro l’Amministrazione Caminiti: commissione “segreta” nel mirino

Francesca Meduri - 11 Aprile 2025

VILLA SAN GIOVANNI – Forza Italia e Pd sempre più alleati contro l’Amministrazione Caminiti. In particolare, negli ultimi giorni, i…

Ponte sullo Stretto, da CdM ok a report Iropi: Ciucci esulta, Caminiti frena
Attualità
225 views
Attualità
225 views

Ponte sullo Stretto, da CdM ok a report Iropi: Ciucci esulta, Caminiti frena

Francesca Meduri - 10 Aprile 2025

L’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha commentato la notizia di ieri pomeriggio, in merito all’approvazione, avvenuta in…

Bagnara, gli alunni dell’Ic “Ugo Foscolo” in visita alla Stazione dell’Arma
Comunicati stampa
139 views
Comunicati stampa
139 views

Bagnara, gli alunni dell’Ic “Ugo Foscolo” in visita alla Stazione dell’Arma

Francesca Meduri - 10 Aprile 2025

    La Stazione dei Carabinieri di Bagnara Calabra ha aperto le sue porte agli alunni delle classi quarte della…