di TULLIO CARACCIOLO
Legalità e sviluppo: queste le parole chiave dell’ interessante incontro-dibattito, promosso dall’Associazione “Leonardo” dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, tenutosi nei giorni scorsi a Palazzo Corrado Alvaro di Reggio Calabria.
Una sala colma di gente per un incontro dibattito che ha visto come protagonisti il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri on. Marco Minniti.
Un confronto con i giornalisti Filippo Veltri e Paolo Pollichieni che ha registrato anche l’intervento del sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
Non poteva mancare un riferimento certo e prevalente sul protocollo d’intesa sulla “vigilanza collaborativa”, firmato lo scorso 9 novembre, tra la Prefettura, l’Amministrazione comunale di Reggio Calabria, la Procura della Repubblica e l’Autorità Nazionale Anticorruzione, presieduta da Raffaele Cantone.
L’assegnazione di 160 beni confiscati alla criminalità “è la grande risposta che la Calabria sta dando” e non sfugge all’attenta analisi del procuratore De Raho, anche come il “vento è cambiato in Calabria”, in una terra, definita dallo stesso “di mafia e di antimafia”. Legalità e sviluppo, per De Raho, sono due fattori che si associano, l’una ha bisogno dell’altro. Al contrario di chi ritiene che le mafie portano ricchezza, la tolgono – ha affermato il procuratore De Raho – insieme ai diritti, ciò che veramente vale nella nostra vita, più di ogni ricchezza. Poi si sofferma sulla necessità di una formazione dal punto di vista etico, perché l’impresa etica possa riuscire a raggiungere i propri scopi.
Riprendendo quanto detto dal procuratore della Repubblica, Falcomatà ha evidenziato come legalità e sviluppo, sono concetti che devono camminare di pari passo, definendo la legalità la madre di tutte le battaglie e riconoscendo come la nostra non sia “una terra normale, ma difficile”, dove è necessario che tutti si diano da fare per il bene comune. Il sindaco metropolitano ha, inoltre, sostenuto che il protocollo sulla legalità “è una occasione unica per la rinascita della nostra terra e pone la città di Reggio Calabria come un esempio virtuoso”.
Il concetto di legalità, quale precondizione allo sviluppo, è stato posto all’attenzione dal giornalista Filippo Veltri nel rivolgere una domanda a De Raho e Minniti.
Per il sottosegretario, il tema della legalità non è soltanto cruciale per la Calabria, ma una questione che investe l’Italia e l’Europa. Un tema – ha affermato l’on.Minniti – che non si applica soltanto a zone particolarmente depresse, ma che “è al centro della modernità”. Esempi importanti, per il sottosegretario Minniti, sono costituiti dalle sfide affrontate con l’Expo e il Giubileo. Poi l’on. Minniti ha rivolto la sua attenzione al protocollo d’intesa sulla legalità, perché ha sostenuto “per la prima volta una Procura della Repubblica che interviene attraverso la costruzione di una rete preventiva”, adesso “è possibile gestire i fondi pubblici senza che vadano ad ingrassare ulteriormente la ‘ndrangheta”.
E con riferimento alla valenza del protocollo, il procuratore della Repubblica spiega il flusso di denaro: “Circa 200 milioni di euro che arriveranno a Reggio e si trasformeranno in appalti”. Aggiungendo poi, come in Calabria spesso finiscono per lavorare imprese legate alla ‘ndrangheta che sottraggono il lavoro ai soggetti sani. E nell’illustrare lo spirito che ha spinto e motivato alla sottoscrizione di questo importante documento, “quello di “collaborare per individuare i soggetti economici collusi”. Una sfida che il giornalista Paolo Pollichiemi si chiede se, “siamo in grado di portarla avanti?”.
Rispondendo ha concluso il procuratore della Repubblica Cafiero De Raho: “Lo Stato è invincibile. In questa terra ci sono i migliori vertici della polizia giudiziaria e della magistratura. Gli altri Stati imparano da noi, perché siamo l’università della legislazione antimafia”.
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