Oltre 90 cortometraggi internazionali in concorso e due workshop d’eccezione: “L’animazione cinematografica” e “Musicare la parola”
Si riaccendono i riflettori sul borgo incantato di Pentedattilo, in provincia di Reggio Calabria, che dal 7 all’11 dicembre torna a manifestarsi in tutta la sua suggestiva magia grazie al Pentedattilo Film Festival. Oltre 90 cortometraggi in concorso prodotti da registi di tutto il mondo, appartenenti alle tre sezioni “Territorio in movimento”, “Animazione” e, novità di quest’anno, “Showcase Calabria”, faranno da corollario ad uno dei più importanti eventi culturali del sud Italia. Promosso dalla Ram Film, cofinanziato dalla Regione Calabria (evento storicizzato cofinanziato dalla Regione Calabria PAC Calabria 2007-2013 iniziative culturali 2016) e patrocinato dal Comune di Melito Porto Salvo e dal Comune di Reggio Calabria, il festival internazionale del cortometraggio quest’anno giunge alla sua decima edizione e per la prima volta si prepara al suo primo appuntamento invernale.
Un programma ricco di eventi per grandi e piccini che vede la direzione artistica di Americo Melchionda, tra i fondatori del Pentedattilo Film Festival, attore e regista pluripremiato per il teatro e il cinema, e Emanuele Milasi, sceneggiatore di cortometraggi e documentari selezionati in numerosi festival di respiro internazionale. Oltre alla proiezione dei cortometraggi finalisti, il Pentedattilo Film Festival ospiterà laboratori, concerti, mostre e due workshop d’eccezione: sabato 10 e domenica 11 dicembre filmakers, animatori e illustratori potranno partecipare al workshop “l’animazione cinematografica”. Un omaggio a tutti quei filmakers che qui sono diventati grandi e a tutti quelli che, passando da qui, lo diventeranno domani. Il workshop, diretto da Marino Guarnieri, regista, animatore, illustratore, docente di animazione digitale presso la Scuola Italiana di Comix, esplorerà il linguaggio dell’animazione e permetterà ai partecipani di conoscere le diverse tecniche e i modi di raccontare una storia con l’animazione: dalla sua nascita all’attuale tecnologia, passando per i pionieri e gli artisti più rappresentativi di questa suggestiva forma di espressione.
Il secondo workshop “Musicare la parola” si terrà sabato 10 dicembre ed è, invece, rivolto a musicisti, compositori, ma anche agli appassionati di teatro e della musica in generale che, attraverso un percorso creativo e dinamico, svilupperanno le tecniche teatrali, l’improvvisazione e la sperimentazione del linguaggio vocale e musicale. Il prestigioso appuntamento, diretto dal musicista ed erede dell’Opera dei Pupi Giacomo Cuticchio, sarà un’occasione unica per esplorare, interpretandole musicalmente, le leggendarie pagine dell’Orlando Furioso di Ariosto. Attraverso un viaggio fatto di suoni, ritmi e melodie, dove il canto incontrerà il suono degli strumenti, i partecipanti al seminario saranno guidati nella narrazione di un passo dell’opera con l’obiettivo di dare vita alle gesta del primo paladino di Francia in chiave epicocontemporanea.
Il sipario del Pentedattilo Film Festival si aprirà la mattina del 7 dicembre, presso il Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, con un appuntamento dedicato alle scuole che assisteranno alla visione di due lungometraggi: “Asino Vola” in prima regionale, girato a Reggio Calabria da due registi reggini (Marcello Fonte e Paolo Tripodi) che narra la storia di un bambino che sogna di diventare un musicista e farà di tutto per realizzare il suo sogno; “Wilde Salomè” tratto dall’opera teatrale più discussa di Oscar Wilde e diretto da Al Pacino che affida l’interpretazione di Salomè alla straordinaria attrice Jessica Chastain, proiettato in lunga originale con sottotitoli in italiano.
A seguire il festival continuerà nel Borgo di Pentedattilo fino al 10 dicembre, ultimo giorno di proiezione dei corti. Domenica 11 dicembre appuntamento nuovamente al Teatro Cilea per la serata di premiazione.
Per conoscere il programma completo del Pentedattilo Film Festival clicca qui.
I workshop “Musicare la parola” e “L’animazione cinematografica” sono a numero chiuso, previa selezione della direzione Artistica del Festival. La richiesta di iscrizione ad entrambi i workshop dovrà pervenire entro il 5 dicembre inviando il proprio curriculum all’indirizzo pentedattilofilmfestival@ramfilm.it. Al termine dei workshop verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Maggiori info sul workshop L’Animazione Cinematografica qui, sul workshop “Musicare la parola” qui.
Biografia Marino Guarnieri : workshop “l’animazione cinematografica”
Regista, Animatore, Illustratore. Aiuto regia, Responsabile del 2D e montatore del lungometraggio in animazione “L’Arte della Felicità”, prodotto da Mad Entertainment e vincitore degli European Film Awards 2014 come Miglior film d’animazione Europeo. Dopo aver lavorato come graphic designer, attraversando tutte le forme di espressione e comunicazione negli ultimi 20 anni, dall’editoria alla pubblicità, dal web agli audiovisivi e videoinstallazioni, approda al suo vero amore: l’animazione. Idea, disegna e partecipa alla realizzazione di spot e videoclip, sigle televisive e prodotti educational, documentari, special e lungometraggi. Tra i suoi lavori: “Donna Maria”, Videoclip musicale del gruppo folk partenopeo FOJA; “Gli occhi più Azzurri”, Documentario di Simona Cappiello e Manolo Turri Dell’Orto; “Giga & Stick”, Educational realizzato per L’ Istituto Nazionale di Astrofisica; “Bada che ti mangio!”, realizzazione della sigla del programma di Antonio Lubrano. È, inoltre, Docente di Animazione Digitale presso la Scuola Italiana di Comix, per la quale ha diretto il cortometraggio “Mezzanotte di Segni”.
Attualmente, sta dirigendo il suo primo lungometraggio in animazione “Gatta Cenerentola”, insieme ad Ivan Cappiello, Alessandro Rak e Dario Sansone. Il film, prodotto da Mad Entertainment in collaborazione con Rai Cinema, sarà distribuito da Videa.
Biografia Giacomo Cuticchio: workshop “musicare la parola”
Nato a Palermo nel 1982, è compositore, pianista ed erede di una delle più robuste e vitali tradizioni teatrali siciliane. Figlio e nipote di maestri pupari, la sua formazione d’artista ha luogo tra sogni cavallereschi, senni smarriti e avventurosamente recuperati, battaglie, passioni e paradigmi etici, nella cornice di estremo rigore e attenzione che caratterizza l’attività teatrale di famiglia. L’inclinazione per la musica del piccolo Giacomo ha trovato fertilissima terra tra i suoni del pianino, che tradizionalmente scandisce e commenta le vicende dei paladini di Francia, e lo straordinario e prezioso esercizio della vocalità propria dell’Opra e del cunto. Il casuale incontro con la musica di Philip Glass e la sempre viva attenzione per la musica antica, rinascimentale e barocca, hanno indicato a un ancor giovanissimo Giacomo il sentiero a lui congeniale, ponendosi a ideali cardini di una ricerca sulle radici della musica, per tantissimi versi analoga agli sforzi del padre Mimmo, di innovazione dell’Opra a partire dalla sue fondamenta. Alieno da preoccupazioni esclusivamente linguistiche, Giacomo Cuticchio si propone di raggiungere l’immediatezza dell’emozione, cercando, su canovacci strutturali quasi archetipici, le forme più adeguate ai suoi intenti: la musica di Giacomo nasce direttamente dal cuore dei meccanismi che regolano il funzionamento delle forme. Tanta attenzione ai principi ultimi che presiedono alla nascita della musica non può che avere, come ovvio corollario, un interesse per il suono, in sé e in relazione con l’esistente, costantemente alimentato dalla viva pratica improvvisativa allo strumento. Alla base di questo straordinario intuito di Giacomo Cuticchio per il suono e per la sua drammaturgia è possibile rintracciare, con una certa sicurezza, la prassi del cunto, di cui il padre Mimmo, già allievo del maestro puparo e cuntista Peppino Celano, è l’ultimo degli autentici eredi: come nel cunto, attraverso l’alterazione ritmica del respiro, la parola si fa canto, liberando la propria anima sonora, così, con la medesima naturalezza, nella musica di Giacomo i suoni diventano tangibile, udibile forma. Potremmo rintracciare in ciò l’origine della evidente fascinazione del giovane Giacomo Cuticchio per il minimalismo, per questo ultimo grande “ismo” la cui attenzione al suono è ben più che mera osservazione di superficie. E qui forse il cerchio si chiude, legando la tradizione in cui Giacomo Cuticchio è nato con le grandi esperienze della modernità musicale, lungo il crinale sottilissimo tra il respiro e la parola, tra il suono e il suono organizzato, tra un senno costantemente smarrito e ritrovato al suono di un antico pianino. Al ritmo di un’esistenza umana ancora possibile.
Potrebbe interessarti
Rifiuti pericolosi nella rete fognaria di Reggio Calabria: denunciato titolare nota azienda
Francesca Meduri - 20 Novembre 2024Nell’ambito di un’attività di tutela ambientale, svolta dalla Polizia metropolitana di Reggio Calabria, diretta dal comandante Francesco Macheda, è stato…
Reggio, presidio di solidarietà per il magistrato Stefano Musolino
Francesca Meduri - 20 Novembre 2024La sezione Rosa Luxemburg di Sinistra Italiana di Reggio Calabria lancia un appello urgente a tutte le realtà politiche, civiche e…
Scilla, perseguita e minaccia il presunto amante della moglie: uomo sottoposto a misura cautelare
Francesca Meduri - 20 Novembre 2024MISURA CAUTELARE PER ATTI PERSECUTORI. UN UOMO SOTTO ACCUSA PER MINACCE E AGGRESSIONI I Carabinieri della Stazione di Scilla…