VILLA SAN GIOVANNI – Di seguito il comunicato del consigliere comunale Massimo Morgante:
A Villa San Giovanni continua imperterrita lo sfilacciamento della maggioranza.
E’ di tutta evidenza che il facente funzioni di Sindaco, Dr. Rocco CASSONE ha avviato una gestione autoritaria, peggio di quella del Sindaco sospeso Antonio MESSINA che con meno stile negava anch’egli l’evidenza di una spaccatura che è visibile anche ai ciechi totali.
Lo dicevo io stesso nel mese di settembre scorso e non ero né il primo, né il solo, che all’interno del gruppo scelto dalla maggioranza di questa Città era in atto una guerra fratricida i cui motivi rimangono ignoti a noi poveri mortali, non fossimo già abituati ai continui riposizionamenti politici dei consiglieri di questa maggioranza e dei loro sponsor.
Nemmeno la necessità di sopravvivenza ha indotto la maggioranza a fare quadrato attorno a se stessa, per il bene della Città e continuano i distinguo e le prese di posizione che non fanno altro che certificare la crisi esistenziale di un gruppo elettorale – Villa nel Cuore – oramai allo sbando politico.
Non del tutto convincenti le difese d’Ufficio per bocca del Sindaco sospeso prima e del facente funzioni del Sindaco dopo, che hanno tentato di rigirare la frittata come se il Consiglio Comunale si fosse trasformato in una sorta di sagra culinaria ed invece di dare risposte politiche rispetto alle vicende giudiziarie che stanno intaccando il prestigio di questa Città continuano imperterriti a tentare di far sopravvivere una amministrazione clinicamente morta affidando e revocando incarichi a proprio piacimento.
Prima di far ciò, però, sarebbe indispensabile tenere presente che l’attuale maggioranza, a seguito della legge Severino, ha visto sospesi dalle funzioni amministrative il Sindaco e ben 3 assessori e per cascata, l’impossibilità di surroga tecnica di 2 Consiglieri, soggetti che in totale hanno ottenuto almeno il 50 % dei voti dell’intera lista Villa nel cuore. Se ne deduce che l’attuale maggioranza non gode più di quel minimo e indispensabile consenso popolare che ha dato loro incarico di amministrare questa Città. Tale considerazione avrebbe indotto chiunque a tenere la testa bassa e ad accettare un confronto leale con la minoranza e l’unico segnale possibile era quello di azzerare le deleghe ridiscutendole con l’opposizione al fine di ricercare un reale coinvolgimento di tutti i rappresentanti della nostra comunità per il bene di tutti.
Invece così non è, e così non potrebbe essere visto il comportamento politico del facente funzioni di Sindaco che se già non riesce a ricompattare la sua maggioranza figuriamoci come potrebbe essere in grado di aggregare anche la minoranza attorno ad un progetto politico di salute pubblica, tipo la germania grosse koalition che però saremmo noi i primi a rifiutare non volendo assolutamente condividere nulla con una maggioranza farlocchia, sicuramente non più rappresentativa così come poteva esserlo stato all’atto della sua elezione.
Il lamento dei cigni proveniente prima dal gruppo Area Popolare che come riportato dagli organi di stampa non hanno rassegnato direttamente le loro dimissioni ed adesso anche dalla Presidente del Consiglio che poco coerente con se stessa rimette le deleghe ma non la nomina di Presidente che anch’essa è stata attribuita da quella maggioranza che oggi non riconosce è l’ennesima dimostrazione che il gruppo di governo è in guerra e che pur di sopravvivere dispensa oboli al fine di potere continuare a galleggiare nella speranza di mantenere privilegi e ritrovare una compattezza oramai decantata solo sulla carta stampata ma di fatto pronta per esplodere.
Il mio compito è quello di segnalare, di pungolare e di criticare così come mi è stato assegnato nel ruolo di Consigliere di opposizione e nel mio intervento precedente ho fatto riferimento anche agli eventi giudiziari che hanno coinvolto, mi auguro solo marginalmente per loro, alcuni amministratori locali, venendo quasi richiamato, quasi come fossero avvocati di fiducia, dalla stessa Presidente LIBERTO e dal facente funzioni del Sindaco Dott. Rocco CASSONE.
Gli eventi giudiziari che interessano e che interesseranno Villa San Giovanni però non sono il frutto della mia immaginazione visto che proprio il Procuratore Capo della Repubblica, Dott. Cafiero De Raho, a seguito degli ultimi arresti effettuati in Città a carico di alcune presunte cosche mafiose, ha specificato che un capitolo a parte riguarderà la parte politica di questo centro. Cioè, si desume che vi siano indagini in corso.
Il mio augurio da cittadino prima che da consigliere comunale su questo delicato aspetto, è che la comunità non sia ulteriormente provata.
Alla luce di quanto sopra il sottoscritto sta valutando, anche in attesa dei prossimi sviluppi politici, se disertare il prossimo Consiglio Comunale: un consiglio rappresentato da una maggioranza di sostituti in numero talmente elevato da mettere in seria discussione non solo la validità del mandato elettorale ma anche gli effetti curativi che la stessa legge Severino voleva dispiegare, operando la sostituzione di qualche elemento di una squadra che a Villa San Giovanni – primo caso in Italia – risulta talmente numerosa da essere stravolta e non più riconoscibile nemmeno dagli stessi componenti storici che si ribellano alla linea politica posta in essere dal facente funzioni del Sindaco, cugino del Sindaco sospeso e nemmeno il primo degli eletti.
Insomma a Villa San Giovanni sta nascendo una sorta di Frankenstein della politica e si spera che chi di competenza faccia tempestiva chiarezza sulla gestione amministrativa e su quella politica.
Ad oggi continuo (lo avevo già dichiarato nel consiglio comunale dello scorso anno tenutosi a Cannitello) a chiedermi se vi sia la responsabilità e serenità per svolgere il ruolo di consigliere in un ambiente cosi deteriorato.
Per onestà e rispetto nei confronti della Città e dei Cittadini, alla luce di quanto fino ad ora detto e rappresentato, se veramente si ha Villa nel cuore, l’unico atto da fare è quello di rassegnare le dimissioni al fine di evitare la triste e dolorosa agonia in cui la nostra Comunità è sprofondata per dolo e per colpa di soggetti in corso di compiuta individuazione da parte degli organi competenti.
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