REGGIO CALABRIA – Di seguito il comunicato Uil Scuola non statale Rc: La riapertura degli asili nido di Archi e Gebbione tarda ancora, siamo al quarto mese dall’inizio dell’anno scolastico, ma ancora i bambini non possono utilizzare le strutture comunali.
Tantissimi i proclami dell’Amministrazione Comunale inneggianti la riapertura dei due asili comunali e per sola memoria storica ne ricordiamo i principali:
19 maggio 2015 – “Reggio, fondi Pac: Comune riapre asili e garantisce servizi agli anziani”; 10 giugno 2015 – Falcomatà “Verso la riapertura dei nidi. L’apertura dei Nidi d’infanzia comunali di Archi e Gebbione è prevista invece per il mese di settembre 2016”; 20 giugno 2015 – Marino “E’ con viva emozione che da Gebbione riprendiamo la corsa ai diritti, da questo parco che oggi restituiamo alla città e da un luogo che tornerà presto ad ospitare i germogli della nostra città: i bambini”; 22 giugno 2015 – Falcomatà “Riapre l’asilo nido di Gebbione”;
5 maggio 2016 – Falcomatà “Asilo nido Gebbione, partiti i lavori!…Dopo il Cedir, in 18 mesi, una città priva di asili nido, li riavrà tutti e tre!”; 7 giugno 2016 – Falcomatà “Dopo anni di attesa, 55 bambini del quartiere Gebbione riavranno il loro asilo nido comunale! I lavori di riqualificazione stanno proseguendo: vigileremo in modo da arrivare pronti all’inizio del nuovo anno scolastico”; 1 agosto 2016 – Falcomatà “Asili nido comunali: da 0 a 125 posti in pochi mesi! … Oltre ai 25 posti della struttura del Cedir, da ottobre apriranno gli asili di Archi e Gebbione con altri 100 posti. Una scommessa vinta dall’Amministrazione Falcomatà!; 1 agosto 2016 – Marino “Dopo il nido comunale del Cedir con l’inizio del nuovo anno scolastico saranno attive anche le due nuove strutture posizionate in due quartieri importanti e popolosi come Archi e Gebbione. Una scommessa, posta già durante la campagna elettorale, che oggi possiamo considerare vinta. Dopo appena da 18 mesi di amministrazione passiamo da 0 posti utente a ben 125”;
7 settembre 2016 – Marino“Aperti tre asili nido in 20 mesi. Da zero a tre asili nido comunali in meno di 20 mesi. Direi che possiamo ritenerci più che soddisfatti del lavoro svolto fin qui. E’ evidente che i tempi che ci siamo dati saranno rispettati”.
Tanti sono stati i continui rimandi a un’imminente riapertura ma, siamo già a un terzo dell’anno scolastico, e a causa delle difficoltà organizzative le famiglie sempre più “abbandonate a se stesse” e quindi incapaci di conciliare organicamente i propri tempi di vita e di lavoro, nel frattempo, hanno dovuto trovare una strategia alternativa alle due principali vocazioni del nido: quella di servizio socio educativo per i bambini e quella di servizio sociale per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie.
Era il 21 giugno 2015 quando gli attivisti e gli esponenti nazionali di Action Aid, con il Comune di Reggio Calabria, si erano dati appuntamento all’asilo nido del Gebbione per ripulire il cortile e riconsegnarlo al quartiere. Il cortile dell’asilo veniva popolato da sagome colorate a dimensione umana dei bambini, in attesa che fossero di nuovo i bambini a riempire nuovamente quegli spazi.
In quella occasione Action Aid e Comune ribadivano il loro impegno a cooperare insieme per l’avvio dei lavori di ristrutturazione degli asili nido di Archi e Gebbione e per la successiva apertura.
Ricordiamo ai più distratti che le somme assegnate dal primo riparto del piano di azione e coesione per la ristrutturazione dei nidi comunali di Archi e Gebbione, già programmate nel periodo di commissariamento della città, erano già disponibili sin da agosto 2014, mentre si dovrà attendere giugno 2016 per vedere l’avvio dei lavori, e pertanto sono stati necessari due anni solo per riuscire ad avviare tali lavori.
Senza parlare delle conseguenze che tali ritardi apporteranno direttamente ai bambini che, qualora le famiglie in graduatoria non decidano di rinunciare al posto nell’asilo comunale, dovranno affrontare un nuovo reinserimento in pieno anno scolastico, quando già gli obiettivi formativi sono in parte consolidati all’interno del percorso educativo programmato dal nido privato frequentato.
Rammentiamo che il nido deve essere visto non soltanto come un aiuto alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro della famiglia ma come un servizio educativo indispensabile per lo sviluppo socio cognitivo del bambino, un servizio che deve porre comunque il bambino “al centro”.
Occorre fare una puntuale analisi anche sui motivi che hanno evidenziato una scarsa “propensione al nido comunale” da parte delle famiglie giacché pur avendo pubblicato per ben due volte l’avviso pubblico per l’inserimento in graduatoria non si sono coperti il numero di posti disponibili nei nidi di Archi e Gebbione, poiché le domande giunte sono risultate inferiori ai posti disponibili.
Invitiamo quindi l’Amministrazione Comunale ad analizzare la percezione che i genitori hanno del servizio nido comunale e conseguentemente all’insieme di motivazioni che portano i genitori a scegliere di affidare i propri bambini ai nidi privati.
Perche solo 83 domande in una città di 4508 bambini tra 0 e 2 anni?
E’ evidente che per diffondere la “cultura del nido” è necessario offrire al territorio informazioni esaustive sui servizi educativi presenti e sensibilizzare al problema dell’educazione dei più piccoli.
Un’ultima considerazione, attraverso gli interventi indicati nei piani d’intervento, presentati a valere sul secondo riparto, il Comune di Reggio Calabria si prefissa di garantire solamente 125 posti pubblici, che atteso un’utenza potenziale di 4.508 bambini, da 0 a 2 anni, corrisponde ad assicurare una copertura di appena il 2.7 %, ben lontana dell’obiettivo del 12% fissato dal piano di azione e coesione e ad anni luce dal 33% richiesto dall’UE.
Quattromilaecinquecento bambini, da 0 a 2 anni, rimangono ancora in attesa della riapertura dei nidi comunali di Archi e Gebbione e di conoscere una data certa da parte degli amministratori della città. A tutt’oggi tutti rimangono in silenzio: Sindaco, Assessore, consiglieri comunali, organismi di categoria e tace purtroppo anche Action Aid, all’epoca autoreferenziatasi nel ruolo di “futuro tutore” per il corretto utilizzo delle risorse assegnate dal Pnscia.
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